Il fantasma dell'opera

Film 1925 | Horror 73 min.

Titolo originaleThe Phantom of the Opera
Anno1925
GenereHorror
ProduzioneUSA
Durata73 minuti
Regia diRupert Julian
AttoriLon Chaney, Mary Philbin, Norman Kerry, Arthur Edmund Carewe, Gibson Gowland .
TagDa vedere 1925
MYmonetro 3,29 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Rupert Julian. Un film Da vedere 1925 con Lon Chaney, Mary Philbin, Norman Kerry, Arthur Edmund Carewe, Gibson Gowland. Titolo originale: The Phantom of the Opera. Genere Horror - USA, 1925, durata 73 minuti. - MYmonetro 3,29 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 29 agosto 2023

Prima versione filmata del filone tratto dal romanzo "Le Fantome de l'Opera". Un musicista deforme, coperto da una maschera, si nasconde nei sotterranei dell'Opéra di Parigi, follemente innamorato di una giovane cantante lirica che finisce per rapire. In Italia al Box Office Il fantasma dell'opera ha incassato 1,4 milioni di euro .

Consigliato sì!
3,29/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,59
CONSIGLIATO SÌ
Prima versione del racconto di Gadton Leroux.

Si tratta della prima versione cinematografica del famoso racconto di Gaston Leroux. La personificazione da parte di Lon Chaney del fantasma dell'Opera di Parigi è la più terrificante di tutte.

Il Libro.
Piero Di Domenico
mercoledì 19 gennaio 2005

Il Libro

Ne "Il Fantasma dell'Opera" il tema del 'Faust' è presente alla sua massima potenza con tutto l'armamentario della seduzione attraverso le due massime forme di inganno e fascinazione, la voce e la maschera. Vi è riaffermata l'idea dell'amante persecutore che attira e disgusta, retaggio di tutta una cultura romantica di cui i personaggi della Radcliffe, delle sorelle Brönte e di innumerevoli altri costituiscono testimonianza nei decenni precedenti. Leroux ha tenuto avvinti i suoi lettori come lo erano gli spettatori delle epopee grandguignolesche di fine secolo davanti ad un palco e ha rivalutato ancora una volta il mostro come eroe romantico che si spinge alle estreme conseguenze: odio ed amore abissali, il perenne dissidio dell'essere attirati verso l'altro umano e di essere disprezzati dall'umanità, condannati da forze ed eventi che si prendono gioco di lui.

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Il Racconto.
Piero Di Domenico
mercoledì 19 gennaio 2005

Il Racconto

"Era la prima volta, capisci, che baciavo una donna... sì, viva, l'ho baciata viva ed era bella come una morta!" (Erik, il fantasma dell'Opera)

Autentico capolavoro del muto e prima versione filmata di un prolifico filone (l'ultimo della serie è il recente film di Joel Schumacher) tratto dal romanzo "Le Fantome de l'Opera" (1910) di Gaston Leroux. Il film di Rupert Julian è un imponente miscuglio di spettacolo e orrore condito da scene memorabili come quella del ballo in maschera. Un musicista deforme ('l'uomo dai mille volti' Lon Chaney), coperto da una maschera, si nasconde nei sotterranei dell'Opéra di Parigi, follemente innamorato di una giovane cantante lirica che finisce per rapire... La sceneggiatura del film è assai fedele al romanzo, anche se vengono tralasciate le parti del racconto che si svolgono al di fuori dell'Opéra: infatti la storia si svolge interamente nel teatro, grazie a un'imponente ricostruzione dell'interno dell'Opéra, ad eccezione delle scene finali. Originale cult-movie destinato a fare scuola e segnato dai toni inquietanti e dallo stile gotico, ebbe una gestazione travagliata a causa dei contrasti tra il regista Julian e Chaney, tanto che durante le riprese il primo fu costretto a lasciare il set, sostituito in alcune sequenze da Edgard Sedgwick e dallo stesso Chaney.

Regia: Rupert Julian
Sceneggiatura: Elliott J. Clawson, Frank McCormack, Raymond Schrock, Tom Reed dal romanzo omonimo di Gaston Leroux
Fotografia: Milton Bridenbecker, Virgil E. Miller, Charles van Enger
Scenografia: Charles Hall, Thomas F. O'Neill, Joseph Wright
Montaggio: Maurice Pivar
Musiche: Gustav Hinrichs
Cast: Lon Chaney sr. (Erik il fantasma), Mary Philbin (Christine Daae), Norman Kerry (visconte Raoul de Chagny), Arthur Edmund Carewe (Ledoux), Gibson Gowland (Simon Bouquet)
Produzione: Universal, Usa 1925
Durata: 73 minuti, bianco e nero

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I Remake.
Piero Di Domenico
mercoledì 19 gennaio 2005

I Remake

Il romanzo di Gaston Leroux ambientato nella Parigi del 1877 è stato illuminato una decina di volte sul grande schermo, dal film muto del 1925 con Lon Chaney a quello del 1989 con Robert Englund, passando per la rivisitazione rock di Brian De Palma e per la versione di Dario Argento con Julian Sands e Asia Argento. Ne esiste anche una versione cinese in due parti (1937 e 1941), "Yebang gesheng" ("Il canto di mezzanotte"), scritta e diretta da Ma-Xu Weibang. L'ultima versione in ordine di tempo è quella recentissima (2004) diretta da Joel Schumacher, che riprende il musical di Andrew Lloyd Webber, interpretata da Gerard Butler.

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Chie è Lon Chaney SR..
Piero Di Domenico
mercoledì 19 gennaio 2005

Chie è Lon Chaney SR.

Lon Chaney, nome d'arte di Leone Ciani, di chiare origini italiane, era nato nel 1883 a Colorado Springs da genitori sordomuti. Attratto fin da giovane dal teatro, vi lavora inizialmente come operaio e, occasionalmente, come comparsa. Agli inizi del secolo, inizia la sua carriera di attore, formando con il fratello John una propria compagnia teatrale. Tra il 1913 ed il 1917 gira parecchi film facendo quasi sempre la parte del duro (aiutato in questo dai tratti del suo viso): non ha ancora sviluppato le fenomenali tecniche del trucco che lo renderanno celebre, ma dispone già di una eccezionale mimica facciale. Nel 1919 interpreta 'The Frog' nel film "The Miracle Man" e per la prima volta comincia a usare quei travestimenti che lo renderanno famoso. La sua devozione per il ruolo (tale da trascurare il disagio e spesso anche il dolore fisico) e la mimica inarrivabile fanno sì che divenga in breve una vera e propria star. Chaney è un criminale senza gambe in "The Penalty" (1920), il perfido Fagin in "Oliver Twist " (1922), un simpatico cinese in "Shadows" (1922), il romantico e deforme gobbo Quasimodo nel "Gobbo di Notre-Dame" (1923), un tormentato clown in "He Who Gets Slapped" (1924), interpreta una serie di ruoli tra cui una vecchia signora in "The Unholy Three" (1925), è un'oscura e deforme figura nel "Fantasma dell'opera" (1925) e un lanciatore di coltelli senza braccia in "The Unknown" di Tod Browning, (1927). Con quest'ultimo stringe un sodalizio che produce numerosi film tra cui "London After Midnight" (1927), purtroppo andato perso insieme ad altre opera. Subito dopo aver girato il remake sonoro di "The Unholy Three" (suo primo ed ultimo film sonoro) si spegne a Los Angeles all'età di 47 anni per un cancro ai polmoni. Nessun altro attore cinematografico ha mai personificato il genere horror meglio di lui, non a caso definito 'l'uomo dai mille volti' per gli straordinari effetti di make-up creati da se stesso (infliggendosi a volte vere e proprie torture atte a deformare il suo volto). Il figlio, Lon Chaney jr., divenne a sua volta uno dei caratteristi più apprezzati di Hollywood, interpretando film come "L'uomo lupo", "Uomini e topi", "Mezzogiorno di fuoco".

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Alle radici del cinema horror.
Piero Di Domenico
mercoledì 19 gennaio 2005

Alle radici del cinema horror

L'horror film si appoggia quindi alla letteratura gotica del sette-ottocento (Lenns, Maturin, Shelley), al romanticismo fantastico dei racconti di Hoffmann e Poe, al romanzo giallo inglese, (Conan Doyle, Collins, Stevenson), al teatro espressionista.
Il cinema, arte dei trucchi per eccellenza, fu fin dal principio il veicolo ideale per le storie di paura, basate soprattutto sull'immagine (il costume e l'ambiente), e sullo svolgimento dei fatti (la trama e l'episodio). Dopo i film pieni di trucchi di Melies, fu il cinema scandinavo a tentare la strada del soprannaturale ("Konkarlen" di Sgostrom, "Hawan" di Christensen, "Vampyr" di Dreyer), peraltro nell'accezione naturalistica del termine; mentre fu l'espressionismo a fornire gran parte degli stereotipi ripresi anche in seguito, come il mostro ("Der Golem" di Wegener) o il vampiro ("Nosferatu" di Murnan).
Negli anni Trenta l'horror finì per divenire uno dei generi canonici del cinema americano, grazie anche al contributo di immigrati europei come Paul Leni, Michael Curtiz, Jacques Tourneur, Karl Freund, James Whale, Edgar Ulmer, e di attori come Lon Chaney, Bela Lugosi e Boris Karloff. Anche il retroterra di questi attori è l'Europa - Lugosi è ungherese, Karloff inglese - ormai in via di disfacimento, dove la gente vive un terrore reale (Hitler e Mussolini). Sin dai primi anni di Hollywood, i produttori spinsero i registi a saccheggiare la letteratura fantastica: così dagli studios californiani uscirono diversi Dr Jekyll and Mr Hyde, Faust, e trasposizioni di racconti di Poe. L'era dell'horror può dirsi però cominciata soltanto dopo che "The phantom of the opera" ebbe imposto nel 1925 la maschera spaventosa di Lon Chaney, e mentre l'inglese James Whale creava nel 1931 il Frankestein cinematografico, Boris Karloff, Tod Browning lanciò la serie dei Dracula con Bela Lugosi. E' quindi con i film prodotti dalla casa americana Universal a partire dal 1931 che l'horror si stabilisce come genere autonomo, quando vengono fissati su celluloide i miti del terrore attinti dal folklore o dalla tradizione letteraria, vere e proprie icone dalla suggestione ancora attuale.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 23 aprile 2011
mondolariano

Solo quindici anni separano le riprese di questo film dalla pubblicazione del romanzo, e solo mezzo secolo divide il film dall’epoca in cui il libro è ambientato. La suggestione che ne deriva è dunque irresistibile. Se a ciò si aggiunge l’incanto di un bianco-nero fumoso che proietta i personaggi in un passato remoto indefinito, se si aggiunge l’intervento del colore che dipinge l’apparizione della [...] Vai alla recensione »

martedì 28 novembre 2017
Nino Pellino

Classico dell'horror che ha vantato, a livello cinematografico, innumerevoli tentativi di imitazione.

domenica 8 maggio 2016
nerazzurro

Lon Chaney maestro insuperabile ci offre un interpretazione del personaggio di Erik che mai nessuno potra eguagliare. Non solo grazia alla sua abilitá nel make up ma per la sua incredibile caratterizzazione del personaggio. Capace sia di inorridire e commuovere. Un mito.

martedì 18 novembre 2014
il befe

strano ,cosi poche votazioni

mercoledì 12 novembre 2014
il befe

il migliore horror anni 20 insieme a nosferatu e a faust

mercoledì 12 novembre 2014
il befe

 Erik, musicista geniale ma sfigurato che vive nascosto nei sotterranei dell’Opera di Parigi, è pronto a tutto pur di portare al successo la giovane cantante Christine, di cui è segretamente innamorato

mercoledì 12 novembre 2014
il befe

che brividi

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