Titolo originale | Turtle: The Incredible Journey |
Anno | 2008 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Nick Stringer (II) |
Attori | Miranda Richardson, Paola Cortellesi, Hannelore Elsner, Georgina Verbaan . |
Uscita | venerdì 23 ottobre 2009 |
Distribuzione | Bolero Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 24 novembre 2017
Una piccolo tartaruga marina segue la via dei suoi antenati lungo uno dei più straordinari viaggi del mondo naturale. In Italia al Box Office L'incredibile viaggio della Tartaruga ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 21,5 mila euro e 10,5 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Sono 200 milioni di anni che la tartaruga marina compie istintivamente lo stesso viaggio miracoloso. Un'odissea lunga venticinque anni che inizia sotto le sabbie della Florida e che si presenta da subito avventurosa per le insidie dei piccoli e grandi abitanti della spiaggia e dell'Oceano Atlantico. Grazie al calore della Corrente del Golfo e alle nutrienti alghe del Mar dei Sargassi, la tartaruga arriva fino in prossimità dell'Artico, supera le isole Azzorre e poi riattraversa tutto l'oceano diretta verso i Caraibi. Solo una piccola percentuale riesce a completare l'intero viaggio, anche a causa dell'inquinamento crescente dei mari. Ma quelle tartarughe che superano tutte le avversità, fanno ritorno in quelle sabbie che le hanno viste nascere, depongono le uova e danno inizio a nuovi cicli e a nuovi viaggi straordinari.
Fra i documentari che riprendono da vicino il mondo degli animali e l'immensità della natura, sono pochi quelli che riescono a permettersi il lusso della sala cinematografica. Il passaggio è quasi sempre importante, visto che permette ad un genere per sua stessa natura della "grande forma" di abbandonare gli angusti spazi del piccolo schermo e ritrovare una dimensione che gli è più consona. Come la sua protagonista, così anche L'incredibile viaggio della tartaruga trova la sua Corrente del Golfo diretta verso il grande schermo in una narrazione fiabesca e avventurosa. Come ne La marcia dei pinguini e Il popolo migratore, anche qui si utilizzano riprese dal vero e ricostruzioni in studio in funzione dell'elaborazione di un intreccio e si affida alla voce fuori campo il potere connettivo e narratorio delle immagini. Il segreto poco segreto di questi romanzi di formazione è che il sentiero delle loro storie è lastricato di passioni infantili che hanno molto in comune coi personaggi di casa Disney. Nel suo lungo itinerario, la tartarughina Caretta viene descritta come un piccolo orfano coraggioso in balia delle difficoltà e dell'immensità della natura. Ma non è solo una mera questione di pathos: è anche grazie all'immenso fascino che certi luoghi della natura come l'orizzonte dei cieli, la profondità degli oceani o l'infinita estensione delle galassie dell'universo esercitano sull'animo umano, se questo tipo di opere risultano una dopo l'altra sempre più incantevoli.
Una progressione ammaliatrice che va di pari passo con l'evoluzione tecnologica delle videocamere a sempre più alta definizione e sempre più ridotte dimensioni, con le quali diviene possibile seguire (o, quando occorre, ricostruire in acquario) il miracolo di un viaggio che, nonostante le sue difficoltà e la sua scarsa percentuale di successo, prosegue dall'alba del mondo. Rispetto agli altri illustri compagni che hanno raggiunto la sala, il documentario di Nick Stringer da anche uno spessore maggiore alla causa ambientalista, introducendo nel già di per sé arduo percorso della tartaruga i danni causati da un diretto intervento dell'uomo: petrolio, rifiuti, urbanizzazione folle. Gettando così un ombra lunga e inquietante, come quelle dei grattacieli sulle spiagge della East Coast, su quella fiaba miracolosa chiamata natura.