Titolo originale | Vratné lahve |
Anno | 2007 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Repubblica ceca, Gran Bretagna |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Jan Sverak |
Attori | Zdenek Sverák, Tatiana Vilhelmová, Daniela Kolarova, Alena Vránová, Jirí Machacek Miroslav Táborský, Martin Pechlát, Nella Boudová, Jan Budar, Pavel Landovský, Filip Renc, Jirí Schmitzer, Ladislav Smoljak, Vera Tichánková, Ondrej Vetchy, Jan Vlasák. |
Uscita | venerdì 16 gennaio 2009 |
Tag | Da vedere 2007 |
Distribuzione | Fandango |
MYmonetro | 3,36 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 10 maggio 2010
L'anziano Josef scopre che non è mai troppo tardi per essere gentile con gli altri e con la vita stessa. In Italia al Box Office Vuoti a rendere ha incassato nelle prime 8 settimane di programmazione 359 mila euro e 337 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Joseph è un insegnante di sessantacinque anni che non va più d'accordo con la scuola e si ritira, ma, incapace di starsene tutto il giorno in casa con la moglie, si ricolloca prima come corriere su due ruote e poi come responsabile del ritiro delle bottiglie vuote in un supermercato. Nonostante lo scetticismo della consorte, il lavoro non solo non lo umilia ma, al contrario, lo appassiona e i clienti lo incuriosiscono al punto che - complice una naturale predisposizione alla fantasticheria - Joseph comincia ad intromettersi nelle loro vite.
I Vuoti a rendere di Jan Sveràk, ultimo atto della trilogia scritta ed interpretata da suo padre Zdenek, non sono tanto i pensionati dell'età di Joseph, ai quali talvolta non resta che aspettare la resa al Creatore, ma gli onesti (trasparenti) personaggi che lo circondano e che il destino pare aver dimenticato di riempire di occasioni, offrendo un inatteso quanto gratificante secondo lavoro a Joseph, che s'improvvisa a sua volta creatore di storie e di relazioni.
Il doppio ruolo di attore e sceneggiatore di Zdenek Sveràk si unifica in questo modo anche all'interno del film, non senza autoironia (spunta ad un certo punto un enorme pallone gonfiato) e non senza piacevoli scorrettezze (giustificato anagraficamente nella sua crescente disinibizione, Joseph quasi solidarizza con l'uomo che ha lasciato sua figlia e suo nipote per accasarsi con una nuova e insaziabile compagna).
La trasgressione vera non è un colore di questa tavolozza, ma l'umorismo è efficace e intelligente, il ridicolo evocato e brillantemente dribblato, il patetico pienamente dominato e non più sfruttato.
Gli autori superano così i difetti ancora presenti in Kolja e consegnano un film dall'assunto sentimentale e dallo sviluppo semplice, che sembra rubato alla vita e invita a fare esattamente questo: vale a dire a non limitarsi ad attendere l'estate perché fa caldo e poi l'inverno perché non ci sono le mosche, ma ad impossessarsi del timone della propria esistenza e a farne un piccolo film, anche inverosimile o grottesco, l'importante è che lo suggerisca il desiderio.
Joseph è un insegnante dai metodi ormai superati, e la scuola moderna non fa più per lui. Decide così di andare in pensione, ma essendo ancora molto vitale non riesce a stare in casa ad oziare; in più non va molto d'accordo con la moglie, verso la quale non prova più nulla dopo quarant'anni di matrimonio. Cerca così qualche lavoretto e dopo uno da corriere [...] Vai alla recensione »
Non è vero che l'età e i sentimenti vadano sempre d'accordo: nel film un anziano ex professore in pensione non si rassegna al ruolo codificato dall'età e cerca con curiosità nelle persone che incrocia nuovi stimoli che gli arricchiscano l'esistenza. E così facendo opera più o meno involontariamente per la altrui felicità. Con lo sguardo di un eterno fanciullo, raccontando ingenue bugie e ricamando [...] Vai alla recensione »
Bel film, storia semplice ma efficace. ce ne vorrebbero di più di film così
Un piccolo capolavoro. Ho vissuto nei paesi "socialisti" dell'Est prima dell' '89 ed ebbi la conferma che c'era in giro una genialita' artigianale sconosciuta ad altre cinematografie milionarie. Dopo "Vuoti a perdere" che mostra come narrare la vita, i sogni e le apparenti contraddizioni quotidiane non necessita di produzioni Colossal , ebbi l'imprudenza [...] Vai alla recensione »
Joseph è un insegnante di letteratura che di andare in pensione proprio non vuole saperne: lui è un tipo da " bentornato", che torna a casa e si fa accogliere dalla moglie. Tuttavia a scuola non è più felice, non riesce a trattare con una nuova generazione di studenti così diversa da quella della gioventù ceca dei suoi tempi.
Film decisamente povero nella trama,interpretazione, poco interessante ...insomma un film assolutamente schivo di alcun interesse collettivo.Nel complesso quindi un film quasi discreto da....dimenticare.Voto 5+
Decisamente un film sostanzialmente deludente poiche' l'argomento trattato e' inusuale,incerto,inutile.Un film quindi nel complesso quasi discreto.Voto 5+
Sono la coppia meno edipica del cinema mondiale. Eppure sono padre e figlio. Zdenek scrive e interpreta. Jan dirige. Attenzione: il regista è il figlio, di solito accade il contrario. E questo già dice la tenera eccentricità di Vuoti a rendere, terzo capitolo di una trilogia resa celebre da Kolya (Oscar '96). L'ambientazione è particolare (la Praga neocapitalista di oggi).
Vuoti a rendere è molto più di un film. Il pur divertente e acuto film ceco, campione d'incassi, ha una storia dietro più bella e affascinante di quella che porta dentro. Se apparentemente è l'abile conclusione della trilogia della famiglia Sverak - i De Sica della Repubblica Ceca, Jan, il figlio regista e Zdenek, il padre sceneggiatore e attore - la realizzazione di quest'opera annunciata e molto [...] Vai alla recensione »
Il regista ceco Jan Sverak, giovane campione di incassi con Vratné lahve (titolo italiano: Vuoti a rendere) è stato vincitore dell'Oscar per Kolja e ancora prima nomination all'Oscar per Scuola elementare esordio del '91, oltre all'Oscar degli studenti per Ropáci ('88) e autore del film più costoso mai realizzato nel paese il fantasy Acumulator I e di Dark Blue World, uscito nelle nostre sale.
Arriva la pensione, e all'improvviso ti senti sbattuto tra i Vuoti a rendere. Proprio come Josef, il protagonista del film diretto dal regista ceco Jan Sverak, già autore dello struggente Kolja ( Oscar nel 1997).Praga (un po' meno magica del solito, ma sempre niente male), una coppia di ex professori, la ricerca di qualcosa da fare per non essere travolto dalla depressione.
Si scrive anziani, si legge vecchi: Vuoti a rendere, come dice il titolo del film girato nel 2006 da Jan Sverak, alludendo anche alle nuove mansioni, lasciato l'insegnamento, del protagonista (Zdenek Sverak, anche sceneggiatore e padre del regista) in un super mercato: rimborsa per le bottiglie vuote. Del resto, che fare quando si è superati, ma sani? E poi con l'età cala la virilità, non la libidine, [...] Vai alla recensione »