Vuoti a rendere |
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Un film di Jan Sverak.
Con Zdenek Sverák, Tatiana Vilhelmová, Daniela Kolarova, Alena Vránová, Jirí Machacek.
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Titolo originale Vratné lahve.
Commedia,
durata 100 min.
- Repubblica ceca, Gran Bretagna 2007.
- Fandango
uscita venerdì 16 gennaio 2009.
MYMONETRO
Vuoti a rendere ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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beati pensionati!
di olgadicomFeedback: 0 |
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lunedì 23 febbraio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Finalmente la commedia fatta bene (invano cercata nelle sale in questi mesi), deliziosa nella sua semplicità, con una punta di malinconia che non guasta, senza versanti melò sul tema anziani e pensione. Qualche critico l’ha paragonata al nostrano Pranzo di ferragosto, ma le affinità a mio parere si fermano all’ammirevole leggerezza. In Vuoti a rendere quest’ultima si alimenta di un humour ceco, un po’ nordico e un po’ romagnolo (non a caso i sogni felliniani del protagonista), mescolanza insolita che dà vita a un modo di raccontare abbastanza particolare. Chi dirige il film è nella vita il figlio, sceneggiatore e attore il padre e anche questa relazione è un po’ rovesciata rispetto alla norma. Pare che essa sia stata vissuta burrascosamente, ma alla fine l’opera è nata e ha concluso la trilogia dell’autore che nelle prove precedenti aveva scelto come tema l’infanzia e l’età adulta. La città che fa da sfondo è Praga, soprattutto quella dei quartieri periferici, con una ferrovia che scorre sotto le finestre dei protagonisti sulla quale passa un trenino sbuffante d’altri tempi. Cito il particolare perché i sogni erotici, purtroppo solo tali, di Joseph (Zdanèk Sverak) si svolgono su un treno con controllori e personale costituito da discinte e seducenti ragazze. Nella realtà il nostro è un ex-professore da poco in pensione perché si è licenziato da una scuola che non lo interessa, non lo diverte, “Non sono più felice qui” dirà nelle prime scene del film in cui si consuma la sua decisione di abbandonare. Lasciato il posto, l’ex non vuole però far parte dei gruppi di pensionati sfaccendati che siedono ai giardinetti e cerca una qualsivoglia occupazione. Prima diventa, tra i brontolii della moglie (anch’ella insegnate in pensione) uno stagionato poni-express, ma l’incarico ha presto fine per una brutta caduta dalla bici che inforca per il suo servizio. Dopo, è la volta dell’impiego in un supermarket, dove è addetto alla resa dei vuoti, di qui il titolo. Il nuovo lavoro si rivela moto fertile di conoscenze e relazioni per il nostro pensionato che con la sua vitalità e disponibilità, anche se un po’ ispido, trova modo di influenzare positivamente, coscientemente o per caso, le vite di chi gli sta intorno. Né si sottrae al suo ruolo di nonno, perfettamente in grado di giocare alla pari col nipotino e tenta, seppur con scarsa fortuna, di inverare le sue fantasie sessuali. Nel frattempo si svolgono anche incontri e scontri con la moglie (Daniela Kolarova bravissima) tanto lucida e concreta quanto lui è fantasioso e pasticcione. La storia si chiude simbolicamente con un volo: lo spettatore vedrà di che tipo. Indovinata la fotografia, come pure la music;a, accattivante l’indagine dell’animo umano tramite personaggi che commuovono e divertono e nei quali ci si può riconoscere o per gli acciacchi o per l’indomabile voglia di vita o per l’ironia o per le paure e le fragilità che l’invecchiare comporta. Unica difesa – sembra suggerire Joseph – è aver voglia di cambiare e non essere soli, richiusi nelle inevitabili tristezze.
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