Titolo originale | Konna yume wo mita |
Anno | 1990 |
Genere | Fantastico |
Produzione | Giappone, USA |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Akira Kurosawa |
Attori | Martin Scorsese, Akira Terao, Mitsuko Baisho, Hisashi Igawa, Toshie Negishi Mieko Harada, Mitsunori Isaki, Toshihiko Nakano, Yoshitaka Zushi, Chosuke Ikariya, Chishû Ryû, Masayuki Yui, Tessho Yamashita, Misato Tate, Catherine Cadou, Mieko Suzuki, Mugita Endo, Ryojiro Oki, Masaru Sakurai, Masaaki Sasaki, Keiki Takenouchi, Kento Toriki, Shû Nakajima, Tokuju Masuda, Masuo Amada, Sakae Kimura, Shogo Tomomori, Ryo Nagasawa, Akisato Yamada, Tetsu Watanabe. |
Tag | Da vedere 1990 |
MYmonetro | 3,68 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 9 febbraio 2012
Sono otto brevi episodi che corrispondono a otto sogni del grande regista giapponese che non conosce riposo, nemmeno a ottant'anni. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes,
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CONSIGLIATO SÌ
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Inutile esigere dai sogni la profondità di trame complesse come si trattasse di teoremi dalle dimostrazioni interminabili. Il sogno è ingenuità, come gli occhi sgranati di un bambino che osserva di nascosto le volpi mentre celebrano i loro rituali, quando il sole incontra la pioggia e il fascino del proibito si insinua nell'animo.
Nel primo e stupendo episodio di Sogni (Il sole sotto la pioggia) Kurosawa Akira cattura appieno la sensazione della sfera onirica: presenze inquietanti che ci circondano e ci osservano, scherzi dell'inconscio che tentano invano di insegnarci qualcosa. Il sogno si nutre di simboli forti, elementari e per questo paurosi e così vicini alle sensazioni ancestrali dell'uomo; di morali nette e semplici, che non si prestano a sottili perifrasi nella denuncia del dolore o del pentimento. È così per i soldati fantasma di Il tunnel e per il demone post-atomico di Il demone piangente, moniti per il futuro provenienti da chi di primavere ne ha ottanta e mette a disposizione la propria saggezza per le generazioni a venire.
Le immagini sovente si adeguano agli svolazzi dell'estro di Kurosawa, lasciandosi andare al divertissement di Corvi, in cui i quadri di Van Gogh (curiosamente interpretato da Martin Scorsese) prendono vita, o al tripudio di colori e di bucolica serenità di Il pescheto e Il villaggio dei mulini ad acqua. Oggetto peculiare nel corpus della produzione di Kurosawa, Sogni è una delle più felici dimostrazioni di come il punto di vista di un anziano riesca a comprendere meglio, trovandovi un inatteso punto di contatto, l'etica e l'estetica (anche in termini di esigenza visiva e conseguente godimento) di un fanciullino.
L'ottantenne Akira Kurosawa riflette sul significato della vita intrecciando la nostalgia dei ricordi all'ansia per il futuro e pacificandoli nel momento della morte. Il film si compone di otto episodi, due dei quali - rispettivamente intitolati "Fujiama in rosso" e "Il demone che piange" - descrivono la fine del mondo scatenata dagli errori dell'uomo e da una scienza impazzita. Dopo aver raccontato la magia dell'infanzia nel "Sole attraverso la pioggia" (...la corsa del bambino verso la fine dell'arcobaleno per implorare il perdono delle volpi spiate di nascosto) e nel "Pescheto" (...gli spiriti della Primavera si riconciliano con il bambino estraneo alla distruzione di alcuni alberi di pesco), la tragedia della guerra nella "Tormenta" (...un gruppo di soldati rischia la morte per assideramento durante una bufera) e nel "Tunnel" (...un drammatico incontro tra un ufficiale e i fantasmi dei suoi soldati caduti), l'incanto e il coinvolgimento emotivo dell'arte nei "Corvi" (...un artista entra in una tela di Van Gogh per essere testimone della sua morte), Kurosawa immagina l'apocalisse. L'esplosione di una centrale nucleare trasforma il Fujiama in un inferno di fuoco e mentre le genti corrono disperate verso il mare, il sognatore e una madre ascoltano attoniti da un ingegnere istupidito dal terrore la terribile sequenza degli effetti delle radiazioni: l'uomo si sbraccia inutilmente quasi a voler fermare il tempo e l'avanzare della nebbia radioattiva. Dalla terra contaminata crescono strani fiori e piante mostruose. Un viandante incontra un essere deforme che mostrandogli la valle in cui vive piange sul proprio destino: la sua specie, fatta di mutanti dalle sembianze demoniache, è condannata a divorarsi secondo una scala gerarchica di colpe e lui sa di non poter sfuggire all'atroce destino che gli è assegnato. Nell'ultimo episodio, "Il villaggio dei Mulini", il regista si riconcilia con la vita descrivendo la serenità di un vecchio centenario che si prepara a seguire il corteo funebre di una donna amata in gioventù.
"...Dicono che la vita è dura, ma, credetemi, vivere è appassionante..."Sogni è un canto alla vita, alla natura e alle tradizioni della terra e, insieme, un grido contro la follia della guerra e l'uso improprio della tecnologia. Accolto con qualche riserva dalla critica che ha notato una certa retorica nella narrazione e uno stridente divario tra l'ispirazione poetica e lo spettacolare impegno produttivo (il film è stato realizzato con il determinante apporto finanziario di Spielberg e il massiccio intervento della Industrial Light & Magic), Sogni è comunque un'opera limpida e sincera che conferma il talento e la vitalità di uno dei più grandi registi della storia del cinema.Ishirô Honda ha collaborato con Kurosawa alla realizzazione dei due episodi apocalittici.
Abbandonata l’epica,esplorate le ragioni del cuore e della mente,dopo aver dimostrato nei fatti,nelle storie,nelle scelte linguistiche,che l’unico colore “è il colore dell’uomo”,a qualsiasi latitudine e in qualsiasi epoca,Kurosawa,con questo sogno in otto quadri,apre quella parte di sé che è stata la matrice prima della sua arte,e a quella ora dà forma,quasi urgesse ormai,sul finale,dire quanto sia [...] Vai alla recensione »
Vorrei essere un buon critico per poter commentare, come si conviene, questo capolavoro, dovrò invece limitarmi a dire le mie impressioni e sensazioni con quello che hanno goduto i miei occhi, raccolto la mia anima, colpito ed illuminato la mia ragion d’essere. Generalmente non rientra nella mia abitudine soffermarmi sulla trama, perché sarebbe come anticipare ad un tifoso il risultato di una partita [...] Vai alla recensione »
Vari elementi possono far intuire che "Sogni" sia il vero e proprio testamento artistico del grandissimo Akira Kurosawa. In questo film infatti tanti elementi della poetica del regista giapponese si uniscono perfettamente (teatro, epica, introspezione umana, solo per citarne alcuni) e fanno di questa pellicola un vero capolavoro, benchè il regista di Tokyo ci abbia abituato a vette [...] Vai alla recensione »
Film a episodi nel quale Kurosawa mette in scena dei piccoli racconti ispirati ad alcuni sogni che dice di aver avuto nel corso della sua vita. Una pellicola difficile da approcciare, almeno per me, in quanto i primi due racconti narrati, quelli col bimbetto per capirci, sono anche i più indigesti. Forse sono i riferimenti alla cultura giapponese che io non capisco, o magari l'atmo [...] Vai alla recensione »
Guardatelo, vi resterà dentro per sempre.
Se Sauro Borelli ha scritto che "Un Occidentale vede un sogno, un Orientale lo sente", forse è vero che per noi occidentali il rito ha un senso negativo, per un orientale non so. Guardate "Morte di un maestro del té", o il bellissimo "Tabù" o il più recente "Departures": tempi cadenzati per noi forse incomprensibili, ma nei primi due [...] Vai alla recensione »
Otto episodi dal clima onirico, messi in scena con rigorosa precisione, un rito di movimenti e colori perfetti. Akira Kurosawa firma questo capolavoro che è un indubbiamente un film complesso da seguire se l’intento è quello di decifrarne i simboli. Sono sogni e come tali hanno una parte fantastica molto pronunciata. Tuttavia ho intuito un percorso umano, che parte dalla naturale [...] Vai alla recensione »
Otto sogni che attraversano la realtà con la giusta visione, una visione artistica ed espressiva. L'unica cosa che forse lo distoglie dall'essere un capolavoro è la lentezza che però viene dimenticata se vista con gli occhi giusti: gli occhi di un sognatore ma anche di un realista.
A ottant'anni ci si può permettere d'essere almeno un po' didascalici, se si è Akira Kurosawa. Sei dei suoi Sogni sono leggeri e allo stesso tempo forti, due invece s'appesantiscono e concedono troppo al "messaggio". Nell'insieme; tuttavia, il grande giapponese tiene fede alla convinzione che - dice - lo lega a Fedor Dostoevskij: l sogni sono l nostri desideri espressi in una torna sorprendente.
Otto sogni per il grande Akira Kurosawa, dall'infanzia alla vecchiaia: Sole attraverso la pioggia, Il pescheto, La tormenta, Il tunnel, Corvi, Fujiama in rosso, Il demone che piange, Il villaggio dei mulini. Gli incubi, certo, ma anche le incrollabili speranze, i sogni a occhi aperti di un anziano regista che non vuole rinunciare a esprimersi sul senso della vita e sui pericoli che la minacciano.
Se ogni sogno racconta il sognatore, ci sono bellissimi sogni e sogni meno belli. Il grande Kurosawa ha avuto a ottant’anni una idea meravigliosa: raccontare col cinema i sogni “frutto dei desideri umani più puri”, “creati dalla persona che dorme in un momento in cui il cervello è privo di inibizioni”, cosicché “quando sogna l’uomo è un genio, indomito e coraggioso come un genio”.