La notte e la città

Remake de I trafficanti della notte di Jules Dassin. De Niro è un avvocato di New York da quattro soldi, un "mozzaorecchi", dicono gli americani. Assume cause solo per transare, ricorre a mille trucchi, ha una pessima fama. Un giudice lo vede e gli dice di andarsene senza nemmeno discutere la causa. Ma c'è di più, De Niro si cerca tutte le grane possibili, non è mai fermo, passa da un imbroglio all'altro, chiede soldi a tutti e si fa nemici personaggi molto pericolosi (uno strozzino, un organizzatore di incontri di boxe). Si butta corpo morto in quello che ritiene l'affare della sua vita: riportare il pugilato popolare a New York. Assume un vecchio pugile (fratello dell'organizzatore), scova qualche giovane brocco, si fa prestare soldi da Jessica Lange, che è innamorata di lui. Poi tutto va a monte per la morte del vecchio pugile. Tutti i nodi vengono al pettine e alla fine il "mozzaorecchi" si prende una palottola nella schiena. Ma anche ferito, in ambulanza, continua a far progetti pazzi. Un film verboso, assillante, con un montaggio che davvero non dà respiro. Tutto è tenuto in piedi da De Niro, agitato ed estroverso più del solito. L'attore è in scena dalla prima all'ultima sequenza. Ma è un buon sostegno. 