
Titolo originale | Sterben |
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Germania |
Durata | 180 minuti |
Regia di | Matthias Glasner |
Attori | Lars Eidinger, Saskia Rosendahl, Ronald Zehrfeld, Corinna Harfouch, Tom Böttcher Lilith Stangenberg, Anna Bederke, Robert Gwisdek, Hans-Uwe Bauer, Kailas Mahadevan, Christopher Köberlein, Sidney Fahlisch, Jens Weisser, Saerom Park, Nico Holonics, Alina Hidic. |
Uscita | giovedì 11 settembre 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Satine Film |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 28 luglio 2025
Dramma e commedia, humour e austerità, grottesco e sublime si mescolano e si fondono in un'unica musica. Il film ha ottenuto 1 candidatura al Festival di Berlino, 1 candidatura agli European Film Awards,
CONSIGLIATO SÌ
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Lissy Lunies ha grandi difficoltà nella gestione del marito affetto da demenza senile. Lei, a sua volta, ha problemi di salute non di poco conto. Il loro figlio Tom è direttore di un'orchestra di giovani e sta occupandosi della partitura scritta da un amico costantemente insoddisfatto del risultato. Al contempo si trova a gestire anche la maternità dell'ex compagna non essendo il padre della nascitura. Sua sorella Ellie, assistente di studio odontoiatrico, ha una forte tendenza all'alcol e non si fa sentire dai familiari da molto tempo.
Il film vincitore del premio alla migliore sceneggiatura alla Berlinale supera la prova della durata grazie alla credibilità dei personaggi.
Il punto di partenza del film è legato alla scomparsa in successione, in un breve arco di tempo, dei genitori del regista. Questa doppia perdita gli ha imposto una serie di riflessioni che ha poi trasferito nella finzione. Ne è nato un film suddiviso in capitoli che, nonostante qualche punto di cedimento, conserva una sua forza legata, oltre che alla scrittura, alla performance di tutto il complesso degli attori.
Sgombriamo subito il campo da ciò che convince meno, tentando di fare il minimo di spoiler. Non convince (e sembra decisamente un po' troppo retorica) la collocazione di un particolare avvenimento importante a Natale. Appare come superflua una manifestazione improvvisa di un disturbo fisico sfigurante e anche l'epilogo lascia qualche perplessità. Si farebbe invece bene, trascorse le tre ore, a ripensare a quell'apertura, ripresa con il formato verticale di un telefonino che fornisce l'imprinting al film ma che si rischia di dimenticare. Perché sta nelle parole di quella bambina il fil rouge che si viene invitati a cercare di individuare nel film attraverso la suddivisione in capitoli di lunghezza estremamente variabile.
Il titolo che la distribuzione italiana gli ha dato edulcora notevolmente quello originale (peraltro se lo si fosse tradotto letteralmente si sarebbe probabilmente rischiato il vuoto cosmico in sala). "Sterben" significa né più né meno "Morire". Di questo Glasner ci parla legando strettamente l'evento alla vita e a quanto di essa si finisce con il gettare via più o meno inconsapevolmente. Per questo suo film si potrebbe utilizzare, più che la notissima frase di Lev Tolstoj in apertura di "Anna Karenina" o la citazione (presente nel film e anche questa forse evitabile) di Fanny e Alexander, la massima di John Lennon "La vita è quello che ti succede mentre sei occupato a fare altri progetti".
In fondo è questo che accade a Tom e a sua sorella Ellie nel momento in cui giunge loro una richiesta di aiuto da parte della madre. Il primo sta lavorando alla prima di un concerto la seconda sembra stia per trovare una relazione più stabile di quelle sperimentate nel passato. Glasner ci mostra ciò che accade partendo dai singoli punti di vista portando alla luce le conseguenze di una famiglia disfunzionale che non può che produrre esiti che si trascinano nei figli per tutta la vita. Le singole dinamiche contribuiscono nel creare un potenziale di attenzione che invita a proseguire nella visione, tanto che viene da chiedersi se una suddivisione più mirata nella durata degli episodi non avrebbe potuto favorirne la trasformazione in una serie.
Il pretesto del concerto in preparazione ha fornito la materia prima per il titolo italiano che finisce con l'acquisire un suo significato precipuo se si pensa che, come accade nel film, c'è sempre una nuova versione della vita che ci attende grazie alle riscritture che ne facciamo. In attesa che la stesura finale sia quella veramente valida.
Si potrebbe tranquillamente affermare che Sterben, ultima fatica del cineasta tedesco Matthias Glasner, presentata in corsa per l'ambito Orso d'Oro alla 74° edizione del Festival di Berlino, sia, appunto, l'opera più personale del regista. E non soltanto per i chiari rimandi alla sua stessa biografia e alla sua famiglia, ma anche - e soprattutto - perché a visionare tale lungometraggio evidenti sono [...] Vai alla recensione »
Quanti tipi di famiglia conosciamo? Quella rappresentata da Matthias Glasner, la famiglia Lunies, è di tipo disfunzionale. Divisa, distratta, distante. Quelle pareti che li tengono separati, ciascuno con la propria vita ed i propri problemi, diventano la struttura portante della storia ed ogni capitolo, sono sei in totale, un passo per avvicinarli in un insieme che sembra impossibile.