Anno | 2023 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Neri Parenti |
Attori | Giulia Bevilacqua, Enrico Brignano, Mariano Rigillo, Clizia Fornasier, Giovanni Guardiano Maurizio Marchetti, Viktorie Ignoto, Maurizio Casagrande, Lallo Circosta, Nico Di Renzo, Roberta Volponi, Angelica Morgana Orobello, Fabio Salerno, Rishad Noorani, Cristina Bignardi, Ruben Rigillo. |
Uscita | giovedì 5 ottobre 2023 |
Distribuzione | Medusa |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 1,88 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 10 ottobre 2023
Alberto è un marito e un padre felice. Ha però un cruccio: avere solo figlie femmine. Il film racconta la storia di Alberto che, grazie a una magia, si ritrova improvvisamente padre di quattro figli maschi. In Italia al Box Office Volevo un figlio maschio ha incassato 1 milioni di euro .
CONSIGLIATO NO
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Alberto ha tre figlie e spera segretamente che il neonato in arrivo sia maschio, perché non ne può più di essere messo in minoranza da un gineceo che comprende persino il cane: invece delle partite di calcio gli tocca vedere le telenovelas, invece della musica rock deve ascoltare Bach al violoncello, invece della bistecca di manzo è costretto a mangiare tofu, kiwi e prugne secche. È iperprotettivo della figlia maggiore, Giorgia, che si veste in abiti succinti e ha scelto per nuovo fidanzato proprio il figlio del suo capo, è ostaggio dei saggi di musica della figlia di mezzo, Cristiana, ed è letteralmente allergico ai baci e gli abbracci continui cui lo sottopone la figlia minore, Giulia. Una sera, sul terrazzo della clinica dove la moglie Emma sta per partorire, Alberto incontra uno strano tipo che gli dice che può esprimere un desiderio al passaggio di quelle stelle comete che, guarda caso stanno proprio per passare a minuti. E Alberto dice: "Basta figlie femmine!". Il desiderio si avvera, ma l'uomo non sa a quale rivoluzione copernicana porterà in casa sua.
Volevo un figlio maschio è il classico "film idea" che parte da una buona intuizione di commedia e poi però si perde seguendo uno svolgimento dissennato, ovvero privo di ogni logica.
In compenso tracima stereotipi sul maschile e il femminile che, al di là di qualsiasi political correctness, dimostrano un totale scollamento dalla realtà: ad esempio nel dare per scontato che la dieta vegetariana fra i giovani sia appannaggio esclusivamente femminile o che "la violenza come alternativa al dialogo" sia una prerogativa "di genere" maschile.
Questa divisione manichea non solo non rispecchia il presente, ma impedisce di dare ai personaggi delle caratteristiche meno scontate e più sorprendenti - oltre che più divertenti. Anche il personaggio della moglie compie ribaltoni comportamentali inspiegabili, partendo da una permissività genitoriale esagerata e approdando ad una iperprotettività legata esclusivamente al cambiamento di genere.
Enrico Brignano e Giulia Bevilacqua fanno del loro meglio per destreggiarsi all'interno di una sceneggiatura scritta a quattro mani da Gianluca Bomprezzi, Manuela D'Angelo, Pierpaolo Piciarelli e Neri Parenti, che dirige da consumato professionista il ritmo e i tempi comici ma rimane ancorato a schemi narrativi ormai superati e a una visione della società obsoleta.
Anche la manciata di ottimi caratteristi in ruoli minori - Maurizio Casagrande, Lallo Circosta, Maurizio Marchetti - è sottoutilizzata. Fa tenerezza però rivedere Mariano Rigillo e suo figlio Ruben nella versione ottantenne e cinquantenne dello stesso personaggio.
Alberto lavora in un' azienda ed ha una famiglia nella quale soltanto lui è di sesso maschile e la sua dolce metà è in attesa del prossimo figlio e lui vorrebbe tanto avere un figlio maschio, tra l'altro, la figlia minore è eccessivamente amorevole con lui, la figlia di mezzo suona sempre Brahms con il violoncello e la figlia maggiore esce frequentemente e [...] Vai alla recensione »
Il film è una commedia abbastanza godibile e piacevole! Si, mi è piaciuta molto. Solo che quando poi il film inizia con le vicende dei figli maschi, diventa troppo surreale e il film sembra prendere un'altra piega,ma pur sempre godibile
... da guardare mentre si fa altro, in casa. Come gradevole sottofondo comico la domenica mattina in famiglia, mentre si prepara la colazione o si spadella per il pranzo.
Francamente non comprendo queste critiche esagerate verso un film che alla fine fa il suo dovere, nella sala la gente rideva e non mi sembrava annoiata. Il mio giudizio è positivo per un film che è ovviamente e volutamente leggero ma godibile nel complesso. Neri Parenti si distacca dal cinepanettone e credo possa anche essere una scelta comprensibile, poteva essere più originale [...] Vai alla recensione »
Erano anni che non vedevo una commedia tanto brutto e giurassica. Mi è sembrato di vedere un brutto film anni '90, pieno di stereotipi e di luoghi comuni, dove gli attori non brillano e la regia puzza di naftalina. Ma il vero dramma è la sceneggiatura, vecchia, noiosa, priva di guizzi e di trovate dove i personaggi sono totalmente bidimensionali. Pessimo. Ridateci la bella commedia italiana.
Film davvero brutto, dove non si ride mai e si ha la sensazione di essere tornati indietro di 20 anni. La sceneggiatura è la cosa peggiore, ma anche la messa in scena è davvero trash in stile Manetti bros. Mamma mia, aiuto!!!
Film orribile, infarcito di luoghi comuni e con una sceneggiatura a dir poco imbarazzante. Mi sono ammorbata dal primo minuto all'ultimo. E pensare che Neri Parenti ci ha fatto ridere per tanti anni con i suoi cinepanettoni. Davvero Peccato.
Peccato perché con Neri Parenti ho trascorso molte feste natalizie in allegria, ma questa volta mi sono davvero annoiata. Il film è vecchio, poco divertente e soprattutto scritto con i piedi. Una occasione totalmente sprecata. Povera nostra commedia.
Alberto ha tre figlie e si ritrova in minoranza a tavola, davanti alla tv, in ogni e qualsiasi situazione. La notte del quarto parto, di fronte a una strana pioggia di stelle, uno strano vecchio lo invita a esprimere un desiderio. «Basta femmine». Viene esaudito fin troppo: di punto in bianco eccolo padre di quattro maschi, pure la cagna di casa cambia sesso.
Dietro Volevo un figlio maschio c'è chiaramente la volontà di Medusa di riappropriarsi di quella commedia per famiglie che ha contribuito a varare qualche anno fa con Colorado Film e Fabio De Luigi, ormai passata armi e bagagli a Warner Bros. Italia con l'ultimo Tre di troppo (tra i migliori incassi italiani del 2022-2023). Resta da capire se il succedaneo, messo in piedi da IBCMovie (con Combo produzioni), [...] Vai alla recensione »
Alberto (Brignano) è sposato con Emma (Bevilacqua) ed ha tre figlie che condizionano gli equilibri domestici, tra alimentazione sana, musica classica, sceneggiati d'amore. Per incanto, il suo desiderio di avere eredi maschi si avvera: le tre ragazze si trasformano in maschi. Sicuri che sia meglio così? Praticamente, un one man show, con Brignano che da solo regge, molto bene, la commedia.
È un soggetto originale ma somiglia a un remake. Potrebbe arrivare da lontano, anzi dalle stelle (che hanno un ruolo fondamentale nel film), immaginandolo come una commedia francese rivisitata, tra Francis Veber e Coline Serrau. Volevo un figlio maschio ha infatti i tempi di una commedia familiare teatrale, fatta di sketch, colpi di scena, improvvise rivelazioni.