
Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Sean Price Williams |
Attori | Earl Cave, Ayo Edebiri, Jacob Elordi, Jeremy O. Harris, Gibby Haynes Jack Irv, Andy Milonakis, Simon Rex, Talia Ryder, Rish Shah. |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,10 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 3 febbraio 2025
Un viaggio in America attraverso le tante sette e i tanti culti che la popolano. In Italia al Box Office The Sweet East ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 1,1 mila euro e 569 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Lillian è in gita scolastica a Washington D.C., ma un pazzoide fa irruzione nel ristorante dove sta mangiando, e la nostra eroina è separata dal resto della classe. Fugge attraverso un tunnel sotterraneo con un attivista anarchico, si ritrova a una festa di sbandati e bolscevichi, scappa di nuovo e finisce tra le braccia di un accademico neonazista, appassionato di cinema muto, Friedrich Nietzsche ed Edgar Allan Poe. Lillian lo seduce, almeno finché non mette gli occhi su un ghiotto bottino, e allora se la dà a gambe con la refurtiva, incappando però in due filmmaker newyorkesi. La ritroviamo sul set di un film in costume à la James Ivory, diretto da un'afroamericana radical chic, finché non è tempo per l'avventura successiva, in una comunità di integralisti islamici.
Macchina da presa mobilissima, grana grossa del 16 mm, contrasti bassi e palette settantesca.
Quasi una firma per Sean Price Williams, da decenni uno dei direttori della fotografia più ricercati e apprezzati di Hollywood, che ha fornito i suoi servigi a registi indie come i fratelli Safdie o Alex Ross Perry e ad autori affermati come Abel Ferrara. Price Williams insegue da sempre un'estetica vintage, ricostruita meticolosamente e giustapposta a storie contemporanee, al cui centro si trova sovente insoddisfazione, paranoia e frustrazione. Il suo debutto dietro la macchina da presa non poteva che essere una summa di tutto questo, il racconto di una novella Alice nel paese degli orrori dell'America di Donald Trump, squassata da opposti estremismi e oppressa da violente ondate di paranoia.
L'impalpabilità delle immagini rima alla perfezione con la struttura episodica e disordinata del film, che si configura sempre più come un labirinto idiota, un vagabondaggio senza meta, una spirale senza centro. Lo spettatore è chiamato a tenere il passo con una trama sempre più rocambolesca e tortuosa, azzardando ad ogni nuova svolta narrativa una risposta pertinente al tarlo che ci impone di trovare sempre un significato simbolico o la risoluzione di un dilemma etico.
Si può detestare The Sweet East, per la sua spocchia da cinema indie, per la sua voluta inconcludenza, per una protagonista con cui è impossibile empatizzare, circondata da comprimari che è inevitabile detestare.
Ma si può anche amare il debutto di Price Williams, perché anche nei suoi difetti fotografa il tempo presente, caotico e insoddisfacente, che ha portato l'America a deragliare dal binario per smarrirsi nella psicosi. I deliri paranoici e il ricorso alla violenza sistematico di questa America non possono che essere raccontati così, da un narratore ondivago e inaffidabile che non ha la statura di un Faulkner né l'audacia di Jack Kerouac.
La prova della protagonista Talia Ryder, poi, è esemplare nel rendere quel mix di lolitismo e disincanto, di opportunismo e incoscienza, che fotografa al meglio le contraddizioni dell'inafferrabile generazione Z. The Sweet East ci racconta un mondo orribile in cui vivere, consapevoli che lo specchio del paradosso in cui lo stiamo osservando sia sempre meno deformante e sempre più prossimo a ritrarre il vero.
The sweet east è una satira multiforme delle sottoculture nell'America contemporanea. Trattando i tabù con forse eccessiva leggerezza, il film segue le peripezie di Lilian (Ryder) lungo la costa nordorientale degli Stati Uniti. Nel suo viaggio picaresco, Lilian incontra persone e gruppi che Sean Price Williams e lo sceneggiatore Nick Pinkerton considerano evidentemente ridicoli, come anarchici scoppiati [...] Vai alla recensione »
Presentato alla Quinzaine 2023, The Sweet East è il debutto nel lungo del direttore della fotografia Sean Price Williams, benedetto dalla produzione di Alex Ross Perry: il registro è quello di un trip psichedelico che oscilla tra la rozza amatorialità del filmino e la disinvolta crasi di linguaggi, soluzioni e atmosfere del videoclip (nel quale il regista peraltro lavora: si veda D.
Fugge la povera campagnola Lilian, stringe un fucile, poi un cannocchiale. Attraverso le sue lenti, appare una visione distorta: montagne di seni femminili, una donzella mossa dal vento spicca il volo con un ombrello. La scena è un buon esempio dell'immaginazione disinibita di The Sweet East. Disinibita non perché il film sia riempito di sesso, ma perché ogni promessa di realismo ci riporta a una versione [...] Vai alla recensione »
Nel titolo c'è lo spazio, la costa orientale degli Stati Uniti da attraversare e scoprire, il romanzo di formazione che si fa inevitabilmente racconto picaresco; e c'è lo spirito, la dolcezza del vivere, con la frantumazione felliniana tra le righe (più degli snodi sono gli incontri a costituire la narrazione) e il filtro indie a indicarci gli orizzonti.
La giovane Lillian, in gita a Washington con la scuola, inizia suo malgrado che la porterà a viaggiare nel meraviglioso e oscuro mondo degli Stati Uniti di oggi, incontrando grotteschi personaggi e facendo esperienze che la inizieranno alla vita e la cambieranno per sempre. Una, anzi, quattro favole classiche virate al nero compongono la struttura di The Sweet East, esordio alla regia di Sean Price [...] Vai alla recensione »