Titolo originale | Mon Chat et Moi, la Grande Aventure de Rroû |
Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, Family, |
Durata | 93 minuti |
Al cinema | 1 sala cinematografica |
Regia di | Guillaume Maidatchevsky |
Attori | Corinne Masiero, Capucine Sainson-Fabresse, Lucie Laurent, Nicolas Casar-Umbdenstock Juliette Gillis. |
Uscita | giovedì 18 aprile 2024 |
Distribuzione | Plaion Pictures |
MYmonetro | 2,57 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 16 aprile 2024
Il viaggio di Clémence e del suo gattino, Rroû, mentre lasciano Parigi per trascorrere le vacanze in campagna. In Italia al Box Office Vita da gatto ha incassato 247 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
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La storia di un gattino vivace e curioso che si annoia nella sua vita di gatto domestico a Parigi. Il suo destino cambia quando la decenne Clémence lo porta nella sua casa di campagna nel cuore dei Vosgi. È l'inizio di una straordinaria avventura nella natura selvaggia per Clémence e Rroû, che cresceranno insieme, incroceranno l'enigmatica Madeleine e vivranno delle vicende che imporranno loro dei cambiamenti.
Un film che suggerisce a grandi e piccoli di tenersi pronti per le novità (positive o meno) che la vita ha in serbo per esseri umani e animali.
Fatta salva la confusione che si può venire a creare sul sesso del felino (a un certo punto se ne dimostra la mascolinità ma poi si continua ad appellarlo al femminile) questo è un film che fa ampio uso della presenza degli animali per porre in evidenza una riflessione che riguarda tutti. Riguarda cioè quei genitori che accompagneranno i loro figli nella visione avendo così l'occasione per parlare di quei momenti che nella vita si presentano come cambiamenti magari difficili da accettare.
Nella prima parte assistiamo alla nascita e alle prime esperienze di Rroû (nome onomatopeico per segnalare la sua propensione alle fusa). È un gatto di città così come Clémence è una bambina di dieci anni, parigina. Entrambi stanno per trovarsi di fronte a nuove esperienze. Portandolo con sé nella casa che la famiglia ha in montagna la bambina non può fare molto per impedirgli di entrare in contatto con quella Natura che la vita nella metropoli non gli ha permesso di conoscere. Gatti selvatici, una lince ma anche un altro felino bianco coetaneo a cui interessarsi fanno sì che la vita per Rroû cambi in modo significativo.
Ma anche per Clémence le cose stanno cambiando. I suoi genitori decidono di separarsi e vedrà il padre fare le valigie per cambiare casa. Lo spunto nasce da un libro del 1931, scritto da Maurice Genevoix che aveva come titolo il nome del gatto ma del romanzo è rimasto soprattutto (però è importante) il punto di vista del gatto che l'autore definiva del 'se mi va'. Il gatto cioè acconsente a fare le cose oppure prende l'iniziativa ma non è portato ad eseguire ordini. Il confronto con il mondo naturale fa sì che ovviamente cresca non solo fisicamente ma anche acquisendo competenze nuove.
A Clémence l'aiuto per districarsi nei problemi familiari e nella necessità di comprendere che il felino va lasciato sempre più libero arriva dalla persona inizialmente meno attesa. La vicina della casa di montagna che vive in solitudine con un cane inizialmente appare come potrebbe apparire una strega nelle fiabe che la bambina legge. Pur nella sua ruvidità le mostrerà invece una vicinanza che suggerisce anche in questo caso riflessioni sulla necessità di non fermarsi a un giudizio superficiale sulle persone. Non manca poi una sottolineatura dell'incuria nei confronti del territorio che fa sì che Maidatchevsky (già regista di Ailo-Un'avventura tra i ghiacci) dimostri, anche negli elementi di contorno, di sapersi tenere lontano dagli stereotipi che spesso dilagano nei film che vedono protagonisti bambini ed animali.
La storia della bambina e della gattina che crescono insieme, si vogliono bene e poi scelgono, rispettivamente, di lasciar andare e di andare via, è sicuramente animata da buone intenzioni. Vorrebbe comunicare l'importanza del rispetto per l'altro e per la sua natura. Il dubbio è che rafforzi la convinzione che i gatti domestici se la sappiano cavare comunque.
Focalizzato su una bella amicizia tra una bambina e un gattino tigrato, in Vita da Gatto, si racconta la storia della crescita e dell'evoluzione umana, quando sono in gioco l'abbandono e il distacco affettivo. Forte del premio ottenuto come Miglior film al Giffoni Film Festival 2023 nella categoria Elements +6, l'opera ci immerge in un rapporto quasi simbiotico tra una bambina, Clemence, in un momento [...] Vai alla recensione »
Da un classico per l'infanzia del francese Genevoix: "Rroû". Dal regista di "Kina e Yuk alla scoperta del mondo", uscito poche settimane fa, il tizio è prolifico. Ha lavorato per il National Geographic, oltre ai lupi del film succitato ha raccontato le renne ("Ailo"). Qui si dedica a una bambina e a un gatto. Clémence se la passa male, la madre e il padre litigano no stop, a Parigi come nella casa [...] Vai alla recensione »
Tratto da un grande classico della letteratura francese per bambini (Rrou^ di Maurice Genevoix), Vita da gatto non è solo la storia di un gatto, trovato appena svezzato in soffitta, ma e` la storia di una bambina, della sua famiglia e di come la presenza di un cucciolo riesca a modificare l'ambiente intorno. Perché si tratta di registrare e studiare una lunga serie di cambiamenti, talvolta plateali, [...] Vai alla recensione »
Presentato in anteprima nazionale al Giffoni Film Festival 2023, dove è stato premiato come "Miglior film" nella sezione "Elements +6", Vita da gatto, è diretto da Guillaume Maidatchevsky. Il regista francese con un background da biologo e studioso della fauna selvatica, ha già portato sullo schermo avventure emozionanti raccontate ad altezza di animale, come dimostrato nel recente Kina e Yuk alla [...] Vai alla recensione »
Documentarista per National Geographic e BBC, il «wildlife film director» Maidatchevsky s'è specializzato in un cinema garbatamente pedagogico, ad altezza di bambino, che osserva gli animali nei rispettivi habitat e, senza umanizzarli, cerca il thrilling nelle loro "avventure" più ordinarie. Con Vita da gatto, da un romanzo del 1931, abbandona il grande nord di Ailo e Kina e Yuk per un doppio (e più [...] Vai alla recensione »