Opera senza autore |
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Un film di Florian Henckel von Donnersmarck.
Con Tom Schilling, Sebastian Koch, Paula Beer, Saskia Rosendahl.
continua»
Titolo originale Werk ohne Autor.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 188 min.
- Germania 2018.
- 01 Distribution
uscita giovedì 4 ottobre 2018.
MYMONETRO
Opera senza autore
valutazione media:
3,16
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'elaborazione non è semplicedi cardclauFeedback: 11799 | altri commenti e recensioni di cardclau |
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domenica 7 ottobre 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il regista tedesco Florian Henckel von Donnersmarck nel suo film Opera senza autore cerca giustamente di elaborare una atrocità perpetrata dalla Germania nazista, l’eliminazione dei diversi. Ma non è francese, e si vede perché, è fondamentalmente cupo. Come ricorda lo storico Martin Gilbert sulla sua storia della seconda guerra mondiale [traduco dall’inglese] “ … questa “inutile protesta” fu in grado immediatamente di forzare Hitler nell’abbandonare il suo programma di eutanasia, sebbene non prima di aver mandato a morte 50000 soggetti “difettosi”, anche diverse migliaia di bambini. Ma Himmler e i suoi uomini delle SS avrebbero ricevuto un altro “lavoro” da compiere prima che fossero passati altri 6 mesi ,,,”. Siamo alla fine dell’anno 1940. Quindi è verissimo che i tedeschi non sono i nazisti e che la protesta in Germania fu in grado di calmierare certi eccessi della Germania nazista. Ma resta da spiegare, con coraggio e a voce alta, e il regista non ci prova nemmeno, come e perché Hitler avesse un così largo seguito e chi avesse attivamente cooperato a questa infamante impresa. Ci troviamo come nel libro di Helga Schneider, Lasciami andare madre, dove Helga ha l’ingrato compito di "separarsi" da una madre che viveva solo per il partito nazista, anch’essa criminale. Scuso Sebastian Koch di cui ho visto Le vite degli altri (2007). Riesce a farci vivere l’astio siderale per il professor Carl Seeband. Un criminale completamente anaffettivo, pur medico, e ginecologo, che seguace delle SS, antepone la morte alla vita, per la sua ambizione. Manda a morte, imperturbabile, la prima Elisabeth, deliziosa nel suo comportamento anacronistico. Cerca per sempre di danneggiare la figlia Elli. Deve essere stato un paranoico. Ma non basta. Chi sono quelli che cooperano alle nefandezze, e attivamente vi contribuiscono? Chi sono i fiancheggiatori? Sua moglie nel film è incommensurabilmente peggio di una prostituta, perché per i suoi effimeri vantaggi terreni sacrifica tutto e tutti. Non vede, non sente, non parla, mai. Carl Seeband è inarrestabile (anche dal punto di vista del significato etimologico). La lunghissima sequela sull’arte contemporanea, e la storia veramente sconclusionata di Kurt Barnert, non fa che annacquare un film che era partito coraggiosamente. Forse il regista doveva rilleggersi Archipelago Gulag, di Aleksandr Solženicyn.
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