Profondo rosso |
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Un film di Dario Argento.
Con David Hemmings, Clara Calamai, Macha Méril, Eros Pagni.
continua»
Giallo,
durata 123 min.
- Italia 1975.
- Cat People
uscita lunedì 10 marzo 2025.
- VM 14 -
MYMONETRO
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Il più grande giallo della storia del cinema
di angelino67Feedback: 1000 | altri commenti e recensioni di angelino67 |
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venerdì 6 maggio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un film che rimane dopo i titoli di coda. Dopo tanti anni conserva tutta la sua originalità e il suo fascino. Estremamente complesso, con vari e alternati toni. La storia tra Marc e Gianna é una vera sottotrama, che svolge un ruolo importante in contrasto con un'altra sottotrama: il rapporto strano e un po 'soffocante tra Carlo e la madre. E' come se il protagonista fosse proiettato in uno strano aldilà tra incubi mostruosi, un viaggio allucinato in una città fantastica, dove, tra subconscio e passato, le pulsioni più arcaiche si scatenano. La maggior parte del film si svolge di notte e le poche persone che camminano per le strade assomigliano a manichini intrappolati nel tempo. La Piazza CLN a Torino, in prospettive e punti di vista sconcertanti, dà l'idea di uno spazio dove tutto é possibile. La scena rivelatrice è presentata come un indizio precoce ripetuto, tipico in Argento. Il fatto che l'assassino prima di uccidere imposti uno stato d'animo attraverso una nenia infantile é un effetto agghiacciante. La maestria di Argento nel governare i tempi della visione emerge nella scena della “villa del bambino urlante”, sorda e maligna, ruvida e incantata, febbrile e carezzevole. La distensione e la violenza impreparate procurano un continuo sbalzo emotivo. Tutto perfettamente evocato ed esaltato dalla musica dei Goblin, consustanza del delirio ipnotico di tante scene memorabili del film. Gli omicidi fanno leva su esperienze note: pochi hanno ricevuto una pallottola, ma tutti sappiamo cosa vuol dire sbattere la testa contro un tavolo: Argento si basa su una “memoria fisica". Essi sono girati in maniera geniale, dilatati in atmosfere sospese, senza tempo, come dei cerimoniali rituali. In quello di Amanda Righetti i campi lunghi evocano la pervasività della portata dell'assassino, che sembra essere ovunque e sempre un passo avanti su tutti. In quello di Giordani Argento usa il surreale: il pupazzo improvvisamente prende vita e si dirige verso di lui, ma come fa a camminare da solo? E' il più grande spavento in tutto il film. Gianna é dolce ma decisa e ha un che di misterioso, nel fatto per esempio di essere presente nelle situazioni di maggior pericolo. Quando Marco si sveglia con essa su di lui, con il palazzo che brucia sullo sfondo, suggerisce che potrebbe essere l'assassina la sua espressione cupa, che però poi cambia. E ambigua e inquietante é la bambina che tortura le lucertole. Gli psicopatici portano dentro di sé ciò che è da secoli nel codice genetico, la cui mutazione è più lenta di quella ideologica, morale, razionale della parte nuova del cervello, dalla corteccia. Argento aveva colto un difficile momento di transizione nel conflitto tra tradizione e modernità. Il riemergere di tendenze reazionarie in un momento rivoluzionario del costume. Egli, uomo di sinistra, non condivideva queste tendenze ma l'artista che era in lui le avvertiva e le rappresentava. Uomo per l'uguaglianza, il regista doveva riconoscere l'inuguaglianza e dare voce a un oscuro e generale disagio che ha radici antichissime. Cacciati dalla porta, i principi pre-rivoluzione francese rientrano dalla finestra dell'irrazionale, cioè dell'inconscio, che non tiene conto del tempo e del luogo. E' significativo che in Italia i film di Argento hanno avuto più successo da Firenze in giù, nelle regioni più legate alla tradizione. Il finale è geniale fantasia surrealista, di quel cinema-sogno, corrente nobilissima cui Argento appartiene.
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