Guardato a vista |
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Un film di Claude Miller.
Con Romy Schneider, Lino Ventura, Michel Serrault, Didier Agostini, Guy Marchand.
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Titolo originale Garde à vue.
Giallo,
durata 90 min.
- Francia 1981.
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Miller, un sottovalutato di talentodi M.D.CFeedback: 5834 | altri commenti e recensioni di M.D.C |
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sabato 26 ottobre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Noir di impressionante taglio morale e psicologico, Guardato a vista segna un vertice(con l'altrettanto disturbante Mia dolce assassina) nella filmografia del prematuramente scomparso Claude Miller, regista di talento non abbastanza consacrato dalle nostre parti( e forse neanche in patria). Partendo da due fuoriclasse della recitazione come il granitico Lino Ventura e l'ambiguo Michel Serrault( aggiungendo l'incursione della meravigliosa Schneider), Guardato a vista sprigiona la sua forza malsana con un crescendo narrativo ed emozionale che tieni bloccati davanti allo schermo, ammaliando con una suspense senza cedimenti per via della narrazione concentrata in un unico ambiente(un commissariato) e in una sola notte(una vigilia di Capodanno che non si potrebbe immaginare più intrisa di dolorosi umori). Nell'aspro confronto tra il notaio Serrault, sospettato dell'omicidio di due bambine, e l'intransigente funzionario di Polizia Ventura, infatti, si consuma non solo la dicotomia male-bene, con improvvisi rovesciamenti che alludono all'impossibilità di stabilire che la verita è da una sola parte, ma anche una più sotterranea allusione all'ambiguità morale e al senso di solitudine o, peggio, di sopraffazione che si instaura nelle relazioni sentimentali. Miller orchestra la messinscena con una misura ammirevole, senza cedere ad alcun sensazionalismo ma evidenziando i caratteri tortuosi ed emblematici dei personaggi con immagini di cupa limpidezza, controllando i rovesciamenti dei toni e delle scene fino al crescendo conclusivo. Anche la rivelazione finale giunge come una sorta di dolorosa ammissione del fallimento dei rapporti umani e il significato del film finisce col trovarsi, non nella soluzione dell'enigma, ma nel crollo dei personaggi, nella loro nudità messa in mostra con una forza non comune nel disperato faccia a faccia conclusivo che affonda nella grigia alba paragina. La colpevolezza, sia essa materiale o spirituale, incombe su tutti e nessuno può dirsene immune, con questo messaggio consegnato dai suoi antieroi Guardato a vista scrive una pagina di cinema che sconfina dal genere noir approndando ad una inimitabile resa drammaturgica. Matteo De Chiara
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