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In cerca di distrazioni estive in una piccola città costiera irlandese il creativo adolescente Jimmy(orfano di madre), in compagnia dell'amica e confidente Rose, fantastica sui turisti inventando storie bizzarre e inverosimili, fino a quando la sua attenzione è catturata dall'arrivo di una bella e matura donna dall'aria misteriosa. Dalla conoscenza al divampare della passione il passo è breve è così, malgrado i consigli del padre sassofonista sull'orlo di un fallimento umano e professionale, Jimmy corteggia l'avvenente turista(che di professione fa la cantante e all'occorrenza si destreggia anche come attrice)tentando con le sue attenzioni ingenue e asfissianti di conquistarla. Ma l'attraente signora nasconde un segreto che riguarda proprio l'irrequieto e ossessivo Jimmy...
Raccontando così la trama de Il Miracolo(preferibile il titolo originale all'incomprensibile e fuorviante titolo dell'edizione italiana Un amore, forse due)si rischia di sminuire il valore di questa acutissima variazione sul tema edipico messa in scena dall'irlandese Neil Jordan,regista di infinito talento a volte sprecato.La forza destabilizzante di questo piccolo film(ingiustamente ignorato)è tutta concentrata nella visibile sovrapposizione fra reale ed immaginario, fra desiderio e frustrazione erotica, fra i pallidi sassi della spiaggia di Bray e la passione che,magmatica,divampa sullo schermo. Sulle note avvolgenti di stardust lo spettatore si trova trasportato quasi in una dimensione parallela dove ogni elemento, dalle luci evanescenti dei pub fino alla comparsa del circo con i suoi imponenti e malinconici animali, contribuisce a creare un luogo "altro" dove l'impossibile idillio fra il giovane Niall Byrne e la fascinosa Beverly D'Angelo(enigmatica quanto basta e davvero in parte)si trasfigura, passando da una dimensione terrena,carnale,destinata fatalmente ad implodere,ad una fantastica e struggente. Padroneggiando con maestria le incursioni oniriche, che si fondono con i passaggi di un furente melodramma, Neil Jordan riesce a tessere, con una abilità che pochi altri autori possiedono, un mosaico di anime alla deriva in una cornice fiabesca nella quale ci si trova volentieri imprigionati fino allo scioglimento finale(con la partenza della straniera tentatrice e l'amore che sboccia fra i due adolescenti),dove l'apparente ricomporsi dei destini sembra solo suggellare la forza inarrestabile del sogno. In fondo l'amore è anche,o soprattutto, immaginazione. Matteo De Chiara
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