Se nello spettacolo equestre di cui nel film di Germano Maccioni “ Fedele alla Linea” si indugia nella presentazione dei protagonisti ma niente si sa: non è un assaggio ma una promessa che si può immaginare di stupore e magia, si dice che c’è il Signore delle Parole ( Giovanni Lindo Ferretti) e il Signore dei Cavalli… allora i cavalli sono come le parole.
Come il rapporto con le parole anche il rapporto con i cavalli ha bisogno di una lunga e spesso tormentosa gimcana emotiva prima di divenire espressione di ciò che ci assomiglia.
Per Giovanni Lindo Ferretti i cavalli sono il segno della storia e anche della sua.
E’ la vita e la morte dei cavalli che da bambino conosce e frequenta più dei bambini delle città avvezzi a ben altri “ Caroselli”, sono i cavalli e la stalla e l’immediato riconoscimento di diversità che da essi riceve a fare da camera di decompressione fra la vita da palcoscenico e quella di famiglia. Sono i cavalli della Mongolia che operano la “ GUARIGIONE” che non ha niente a che vedere con le tante malattie e la loro cura clinica, permettendo il ritorno a casa e la pacificazione.
In questo bel film c’è Ferretti che si racconta: il cosa i suoi molti ammiratori lo conoscono già ma il come rende conto di un mondo arcaico e lontano in cui le ragioni sono altre da ciò che crea dissidio in chi, ammirandolo, lo vorrebbe uguale a sé.
C’è la famiglia e la religione cardini contraddittori quanto ineludibili di un’esistenza così rude, forte e diversa da quella dei suoi coetanei che certo non avrebbero provato lo smarrimento che Ferretti racconta, lui bambino di collegio, di fronte a Mago Zurlì ma che, ahinoi, al massimo potevano vantare come referimento indiscusso la semantica del semaforo… rosso, verde, giallo…
In un percorso di vita che si accompagna a quello artistico che proprio in virtù del giudizio di incoerenza e contraddittorietà invece, a buon diritto può dirsi “ Fedele alla Linea” il suo rapporto con i cavalli così come quello con le parole diventa identitario tale da poter essere messo in scena!
Intanto questo bel film dosato, delicato e commovente ci introduce a questo inedita forma di spettacolo creando attesa e curiosità che potremo soddisfare assistendo nel Chiostro di S. Pietro a Reggio Emilia dal 20 al 24 giugno al suo realizzarsi.
ANTONELLA SENSI
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