Benvenuto Presidente!

Una pellicola che arriva con indubbio tempismo im momenti di rielezioni presidenziali, a raccontarci una storia apparentemente stucchevole. Sembra che ai nostri giorni il candore debba essere considerato quasi un impiccio,e la genuinità una pretesa ingannevole, fuorviante. Una sconcertante miseria di valori ribaltati, con l' onestà considerata una debolezza, o meglio una posa strumentale o subdola, mai piuttosto un dovere fondamentale di civiltà. Tutti contagiati dal cinismo, vorremmo sempre capire il trucco, scoprire quel che c' è dietro. Ma dietro a questo film, una vicenda paradossale e magari un po' ingenua, c' è solo il desiderio -così diffuso!- di riuscire a dare aria fresca alle stanze stantie della politica e delle istituzioni. E che l' auspicato ricambio possa avvenire in modo soave, grazie ad un buffo equivoco parlamentare, e che abbia la faccia trasognata e inoffensiva di Claudio Bisio, è davvero un bel sogno, che si accoglie all' inizio con qualche dubbio che la storia possa reggere fino in fondo. Perciò siamo grati al regista ed agli attori che la vicenda viaggi leggera, e ci si sorprende davvero a desiderare che non finisca troppo presto prima di doverci ripigliare l' aspra attualità. Il tutto senza cadute di stile, avventure parodistiche e dileggio ai danni di chichessia, ed è quasi un miracolo di equilibrio, che si regge su un buon ritmo e una sceneggiatura povera di mezzi ma ricca di ironia. Bisio si sa, gigione ma credibile, convincente davvero anche Kasia Smutniak, e, tra i caratteristi, ci è parso molto azzeccato il tormentone di Romeo Antonutti. Perciò, per chiunque conservi un residuo ottimismo, oppure lo voglia ritrovare, i soldi del biglietto sono soldi ben spesi.