The Social Network |
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Un film di David Fincher.
Con Jesse Eisenberg, Andrew Garfield, Justin Timberlake, Armie Hammer, Max Minghella.
continua»
Biografico,
durata 120 min.
- USA 2010.
- Sony Pictures Italia
uscita venerdì 12 novembre 2010.
MYMONETRO
The Social Network
valutazione media:
3,75
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Also sprach David Fincherdi thepgm11Feedback: 865 | altri commenti e recensioni di thepgm11 |
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domenica 26 giugno 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mark Zuckerberg, nerd di Harvard, rompe con la fidanzata e, per ripicca, la diffama sul suo blog. Nello stesso momento, indice un improvvisato concorso per stabilire on line la ragazza più bella dell'università. Di lì a poco nascerà l'idea che cambierà la sua vita, quella di milioni di persone e l'intero modo di concepire la vita: Facebook. Fincher si cimenta con un argomento e un personaggio che si presentano in modo emblematico e possente sin dalla prima scena, la quale si dimostra, in un certo senso, programmatica. Le basi su cui Mark costruisce la litigata, infatti, rappresentano tutto quello che il protagonista è, con quella frase ("Io non voglio amici") che sembra essere profetica e beffarda, ma con risvolti che, invece, saranno di tutt'altro genere. Zuckerberg (un ottimo Jesse Eisenberg) si lascia travolgere dagli eventi pur mantenendo, con una spocchia disincantata, il controllo di quanto ha ideato, facendosi cacciatore e preda al tempo teso. Fincher affronta il tutto con una buona dose di cinismo, di cui già la vicenda è di per sé intrisa, che arriva a farci odiare velatamente ora il protagonista, ora i suoi avversari. Tutti sono mossi dalla smania di primeggiare e nessuno di essi si distingue come totalmente positivo, anzi. Se con Benjamin Button le fasi melodrammatiche, e un po' retoriche, erano sparse qua e là, in "The Social Network" la melensaggine e la bontà d'animo sono pressoché assenti, sostituiti da un iperrealismo che, di tanto in tanto, sfiora il documentaristico (le invidie tra studenti, la vita dissoluta, le logiche spietate che irrompono non appena le cifre superano i 5 zeri, il faccia a faccia tra avvocati e client), asciutto e al contempo sferzante. Il ritmo è ottimo, gli attori sono bravi e ben diretti, sebbene, specie all'inizio, i termini tecnici possano ubriacare un tantino i non avvezzi alla tecnologia. "The Social Network" mette in mostra l'ego smisurato e inconsapevole di Zuckerberg, fragile dietro il suo volto di estraniato e ambizioso programmatore, che si dissolve, in parte, nel finale: ci si rifà all'inizio, dove va pescato l'inizio di tutto. Mark non punta al denaro, ma a darsi un senso. Il film, in sostanza, lascia drammaticamente intenderla direzione che il mondo sta imboccando, tratteggiando un pesante monito. Dipendiamo sempre più dalla tecnologia, da uno schermo acceso e da un tasto da schiacciare, e tutti, chi più chi meno, ne diventiamo schiavi. Che poi si diventi, o meno, miliardari accidentali, non importa. Così parlò David Fincher.
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