Il ragazzo dai pantaloni rosa |
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Un film di Margherita Ferri.
Con Samuele Carrino, Claudia Pandolfi, Andrea Arru, Sara Ciocca.
continua»
Drammatico,
durata 121 min.
- Italia 2024.
- Eagle Pictures
uscita giovedì 7 novembre 2024.
MYMONETRO
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una denuncia che va dritta al cuore
di AlexFeedback: 1035 | altri commenti e recensioni di Alex |
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mercoledì 25 giugno 2025 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“Tornare bambino è bello… quando era tutto più semplice “ le ultime parole di Andrea in cui si comprende quanto la sua vita sia finita appena varcata la porta dell’adolescenza. Quella frase rileva quanto per molte persone il mondo infantile sia l’unico davvero autentico della vita , un tempo libero dalle finzioni, e dall’’ipocrisia delle persone, in cui si vive con spontaneità, senza le maschere che il mondo adulto spesso ci impone. Andrea infatti è l’ennesimo caso di una persona brillante e talentuosa, uccisa dal bullismo e dal mondo marcio dei social media. Una realtà costituita da umani che rappresentano i cosiddetti “leoni da tastiera” ma spesso sono solo persone vuote che se vedono un ragazzo, come è stato per il protagonista, bullizzato in piazza pubblica, invece di empatizzare, si accodano alla catena d’odio insultando a loro volta. I bulli come Christian in questo caso , sono coloro che impongono una dominanza insicura, mascherata sempre da una presunzione e aggressività assoluta per colmare probabilmente un vuoto interiore. Dal punto di vista della regia, la voce narrativa fuori campo, che racconta dell’ “aldilà “ conferisce un tono intimo , e riesce a sensibilizzare molto lo spettatore. La narrazione è molto lineare forse fin troppo, senza nessun salto temporale in cui tutti gli eventi sono raccontati in modo cronologico ma con alcune opportunità narrative rimaste un po’ inespresse, per esempio raccontando i retroscena della vita del bullo (Christian), di cui abbiamo solo saputo inizialmente che avesse i genitori separati, realtà in comune con Andrea. Altro esempio , gli adulti sono figure un po’ sullo sfondo, mentre a parer mio si poteva mostrare come le istituzioni educative spesso ignorino i segnali , e come la scuola talune volte reagisce male e troppo tardi al disagio di migliaia di ragazzi. Un ulteriore critica sono le diverse interpretazioni , non tanto il protagonista interpretato da Samuele Carrino quanto i diversi bulli in particolare Christian impersonificato da Andrea Arru, nel quale si nota una certa spigliatezza nel vestire i panni del bullo ma una esigua performance nelle parti del “bravo ragazzo” con battute in cui l’ espressività non è minimamente efficace. Mentre una lancia spezzata a favore del film è la sceneggiatura, in cui ogni scena è costruita per mettere in luce il dolore, ma anche la dignità e il desiderio di essere se stessi. È una scrittura che non giudica, ma accompagna lo spettatore in un viaggio emotivo molto intenso, lasciando spazio all’emozione e all’empatia. In conclusione si tratta di un film ben fatto strumento di denuncia contro bullismo e il cyberbullismo in italia, che bisogna guardare per avere maggiore consapevolezza del mondo in cui viviamo e per restituire ad Andrea la dignità negata.
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