oriano mecarelli
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domenica 4 febbraio 2007
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la rappresntazione dell'epilessia nei film
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Questo commento è diretto ad Alessandro Angelini, con cui vorrei davvero avere un contatto.
Premetto: il film mi è piaciuto moltissimo soprattutto per l’intensità delle emozioni che ha suscitato in me. Credo che si sia trattato di un esordio veramente notevole ed indimenticabile.
Non ho potuto però fare a meno di guardarlo anche da un punto di vista professionale: sono un neurologo universitario e mi occupo di epilessia. L’Epilessia è una malattia molto diffusa (colpisce una persona su cento) e purtroppo è tuttora fonte di gravi discrimazioni sociali, per una disinformazione globale e per gravi retaggi del passato. Invece è una malattia come le altre, che origina dal cervello ma non dalla mente (è una malattia neurologica, non psichiatrica!), che si cura e da cui si guarisce nella maggior parte dei casi.
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Questo commento è diretto ad Alessandro Angelini, con cui vorrei davvero avere un contatto.
Premetto: il film mi è piaciuto moltissimo soprattutto per l’intensità delle emozioni che ha suscitato in me. Credo che si sia trattato di un esordio veramente notevole ed indimenticabile.
Non ho potuto però fare a meno di guardarlo anche da un punto di vista professionale: sono un neurologo universitario e mi occupo di epilessia. L’Epilessia è una malattia molto diffusa (colpisce una persona su cento) e purtroppo è tuttora fonte di gravi discrimazioni sociali, per una disinformazione globale e per gravi retaggi del passato. Invece è una malattia come le altre, che origina dal cervello ma non dalla mente (è una malattia neurologica, non psichiatrica!), che si cura e da cui si guarisce nella maggior parte dei casi. Il cinema si è sempre interessato dell’epilessia , basti pensare a “I Pugni in tasca”, “Novecento”, “Il grande cocomero”, etc, ma per lo più lo ha fatto male, contribuendo a generare paura e mistero nei confronti della malattia, spingendo sempre di più chi la vive sulla propria pelle a vergognarsene… Nel caso specifico le ambiguità e le scorrettezze sono numerose, dal “ tu non sei epilettico, sei pazzo” (che rafforza la credenza che gli epilettici possano essere in qualche modo vicini alla malattia mentale) all’intervento scorretto di fronte alla crisi (mettere un fazzoletto in bocca durante un attacco è l’unica cosa che non si deve mai fare!) alla disquisizione un po’ assurda sull’ematoma subdurale (che dal punto di vista medico non sta ne in cielo ne in terra). Credo insomma che un soggetto con epilessia che ha assistito a questo film bellissimo, ripeto, sia uscito dalla sala piuttosto sconvolto, e così pure i suoi familiari e gli amici. Chi invece l’epilessia non la conosce avrà rafforzato i propri pregiudizi e disinformazioni.
E allora mi chiedo: - perché lo sceneggiatore ha scelto come malattia proprio l’epilessia (e non il parkinson, la sclerosi multipla, l’emicrania, il diabete, etc)? – perché l’autore ed il regista non ha chiesto consigli a specialisti veri su come affrontare le tematiche specifiche?
Il cinema è diretto alla gente , anche a chi di certe malattie rappresentate soffre davvero!
E’ talmente importante per noi medici che quotidianamente ci occupiamo di epilessia far passare messaggi corretti riguardo questa patologia attraverso i mass-media che insieme alla Scuola Nazionale di Cinematografia stiamo proprio organizzando un Concorso destinato alla produzione di spot e cortometraggi “corretti” sull’Epilessia , che poi saranno diffusi attraverso TV, cinema, internet, etc.
Spero che il regista non consideri questo mio messaggio un rimprovero noioso ma solo un tentativo di aprire un dialogo costruttivo. Ancora complimenti per il film ed in bocca al lupo per il futuro!
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[+] discriminazione o disinformazione?
(di elisatbd)
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sesè86
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venerdì 12 gennaio 2007
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emozionante
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Un film coinvolgente ed emozionante. Dipinge molto realisticamente la storia di un rapporto padre-figlio che di "rapporto" ha ben poco. La voglia da parte del figlio di perdonare, ricostruire; il distacco proprio di un padre omicida che ha perso (o forse mai acquisito) i valori, ma che alla fine si rivela un uomo coraggioso, un uomo che in qualche modo vuole farsi perdonare e non vuole gravare più sulla vita di un figlio che ha già pagato troppo a causa sua e che ha respirato già tanto quest'"aria salata".
Un film meraviglioso come se ne vedono pochi in giro. Un film che ti coinvolge e ti fa uscire qualche lacrima. Un film che consiglio pienamente.
[+] è vero!
(di maria84)
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[+] si son d'accordo
(di tallio)
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francesco
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venerdì 14 marzo 2008
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l'aria negata
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Il passato che ritorna e fa crollare il castello di carte di una vita in un film costruito sul ribaltamento, perche' l'educatore e' il figlio, il (ri)educato e' il padre. E cosi', Fabio gli insegna qualcosa in laboratorio, gli domanda dei suoi disegni, si preoccupa della sua salute. Come del resto e' destino di ogni figlio con ogni padre, al calar del sole. Ma qui si frantumano l'una contro l'altra due esistenze. Da una parte quella di Fabio, aspirante padre (regala i soldi per il futuro nipote), non ancora giunto a un legame 'forte' con la fidanzata (figlia di un personaggio di cui non si sente di andare fiero ma, in questo caso, a piede libero), costretto per anni a vivere di bugie sul destino di papa' (e invece a insegnare agli altri - vedi il bimbo in carcere - il coraggio della verita'), infine chiamato a ricomporre i pezzi della sua vita.
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Il passato che ritorna e fa crollare il castello di carte di una vita in un film costruito sul ribaltamento, perche' l'educatore e' il figlio, il (ri)educato e' il padre. E cosi', Fabio gli insegna qualcosa in laboratorio, gli domanda dei suoi disegni, si preoccupa della sua salute. Come del resto e' destino di ogni figlio con ogni padre, al calar del sole. Ma qui si frantumano l'una contro l'altra due esistenze. Da una parte quella di Fabio, aspirante padre (regala i soldi per il futuro nipote), non ancora giunto a un legame 'forte' con la fidanzata (figlia di un personaggio di cui non si sente di andare fiero ma, in questo caso, a piede libero), costretto per anni a vivere di bugie sul destino di papa' (e invece a insegnare agli altri - vedi il bimbo in carcere - il coraggio della verita'), infine chiamato a ricomporre i pezzi della sua vita. Dall'altra quella di Sparti, che scegliera' di non tornare in galera perche' là dentro viveva riscaldato dal rancore per una famiglia che pensava lo avesse abbandonato e 'fregato', ora dovrebbe 'solo' aspettare la liberta', sapendo che fuori c'e' addirittura un figlio pronto ad aiutarlo. Paradossalmente un peso eccessivo con cui convivere e intanto resistere alla cattiva salute e aspettare per gli anni ancora da scontare. Meglio chiudere i conti con una vita in cui non c'e' (mai stato?) bisogno di lui. Anche se non riesco a non pensare a un finale alternativo, con Sparti che sceglie la latitanza, dimostrandosi un'anima nera capace di fregare pure il figlio pur di salvare se stesso... Forse troppo 'black' per il nostro cinema...
Un film senza aria, che chiude di continuo gli attori in uno spazio angusto, come un carcere o un destino che ti chiede di chinare la testa per 'starci dentro'. E se alla fine Fabio trova il coraggio di dire 'E' mio padre', resta la prigionia di questa strana vita: in galera l'automobile devi fingere di guidarla, fuori devi pagarla anche se te la regalano.
Notevole Colangeli, faccia da film sulla banda della Magliana, da noir di borgata, da Dardenne all'italiana. Esce dal carcere e chiede di andare in un luogo affollato. Finisce in un centro commerciale a guardare vetrine. L'aria salata soffia in un mondo sinistro. Il nostro.
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the conformist
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lunedì 15 gennaio 2007
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veri attori, non figli di o amanti
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Bel film che sa dare emozioni forti in almeno due scene chiave, senza essere paraculo, anzi spartano e asciutto.
Bella la fotografia di Catinari che emula ma riesce a superare il Bigazzi di "Mobbing", perchè riesce ad essere sporca senza essere documentaristica, insomma riesce a "creare" materia.
Tutti bravi gli attori, che almeno non sono l'amico dell'amico, la moglie o l'amante. E neanche il critico o il figlio/a del famoso regista.
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maria grazia
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giovedì 1 febbraio 2007
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vita perduta
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Il film mi è piaciuto moltissimo. Dunque parlo di ciò che non mi è piaciuto. Luigi ha attacchi epilettici dovuti a ematoma extradurale. Esistono dei protocolli medici. L'ematoma si opera sempre. Le guardie penitenziali sono nel nostro paese formate e all'avanguardia. Picchiare un detenuto regolarmente è un reato penale e dunque anche Fabio, l'educatore, che lo viene a sapere, e non fa alcuna denuncia è complice di un reato penale. Non sono cose che possono passare così implicitamente. Fabio viene a conoscenza di un traffico di droga in carcere e di un coinvolgimento passivo di suo padre. Cerca di rubare la cartina con la droga, non fa assolutamente nulla che è in suo potere fare. Alla fine prevale un clima di impotenza e di coazione.
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Il film mi è piaciuto moltissimo. Dunque parlo di ciò che non mi è piaciuto. Luigi ha attacchi epilettici dovuti a ematoma extradurale. Esistono dei protocolli medici. L'ematoma si opera sempre. Le guardie penitenziali sono nel nostro paese formate e all'avanguardia. Picchiare un detenuto regolarmente è un reato penale e dunque anche Fabio, l'educatore, che lo viene a sapere, e non fa alcuna denuncia è complice di un reato penale. Non sono cose che possono passare così implicitamente. Fabio viene a conoscenza di un traffico di droga in carcere e di un coinvolgimento passivo di suo padre. Cerca di rubare la cartina con la droga, non fa assolutamente nulla che è in suo potere fare. Alla fine prevale un clima di impotenza e di coazione. Credo che il regista sia giovane ma non poteva aiutarlo qualcuno? La produzione magari?
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furio
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sabato 13 gennaio 2007
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angelini debutta splendidamente
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Il film con cui Angelini debutta come regista cinematografico italiano è magnifico nella sua semplicità e allo stesso tempo densità visiva e narrativa. Avendo forse preso esempio dai suoi bravi colleghi Garrone e Sorrentino, Angelini con L'ARIA SALATA ha colpito nel segno e ha messo insieme un'opera che avvolge il pubblico nel suo manto aspro e tragico senza cadere in uno stile retorico e commerciale.
Un film che potrebbe sembrare di denuncia, quindi d'ispirazione neorealista per come tratta il tema del reinserimento dei detenuti, ma che in realtà parla di tutt'altro. Siamo dalle parti della tragedia greca, per capirsi, un padre e un figlio divisi dalla sfortuna tornano ad essere in contatto.
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Il film con cui Angelini debutta come regista cinematografico italiano è magnifico nella sua semplicità e allo stesso tempo densità visiva e narrativa. Avendo forse preso esempio dai suoi bravi colleghi Garrone e Sorrentino, Angelini con L'ARIA SALATA ha colpito nel segno e ha messo insieme un'opera che avvolge il pubblico nel suo manto aspro e tragico senza cadere in uno stile retorico e commerciale.
Un film che potrebbe sembrare di denuncia, quindi d'ispirazione neorealista per come tratta il tema del reinserimento dei detenuti, ma che in realtà parla di tutt'altro. Siamo dalle parti della tragedia greca, per capirsi, un padre e un figlio divisi dalla sfortuna tornano ad essere in contatto. Il dissidio è forte e provocherà conseguenze fatali. L'ARIA SALATA ha uno dei suoi punti forza nelle interpretazioni magnifiche di Colangeli, Pasotti, la Cescon (attrice protagonista di PRIMO AMORE, di Garrone) e Katy Saunders (la ragazza protagonista di TRE METRI SOPRA IL CIELO).
Ma è anche un film dai forti interessi socio-politici, dunque rispecchia il malessere generale che ci circonda oggigiorno nel nostro paese, in cui sembra del tutto persa la retta via e gli unici appigli sono proprio le persone a noi care: dunque Pasotti, particolarmente fisico in questo ruolo - efficace ed emozionante la scena della corsa - quì cerca di recuperare il rapporto con un padre che non ha mai avuto occasione di conoscere e amare. E questo lo fa come se si trattasse di un'ancora per salvarsi da tutti i mali che lo affliggono.
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valeria
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lunedì 22 gennaio 2007
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respiro amaro
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Uno straordinario film d'esordio di un giovane regista (documentarista) che racconta con ironia ed amarezza un rapporto padre/figlio come ce ne sono tanti, un rapporto che si crede recuperabile fino all'ultimo, un rapporto in cui padre e figlio forse si ritrovano... o forse si perdono di nuovo, definitivamente; è un film, questo, in cui si può veramente sentire il sapore dell'aria che si respira...è un'aria salata...un respiro amaro che nel finale, all'improvviso, viene a mancare...e ti lascia pietrificato sulla poltrona del cinema anche quando ormai i titoli di coda sono finiti e le luci sono state accese. Un film in cui anche un solitamente inespressivo G.Pasotti(il figlio) riesce ad essere credibile, affiancato da uno straordinario attore di teatro G.
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Uno straordinario film d'esordio di un giovane regista (documentarista) che racconta con ironia ed amarezza un rapporto padre/figlio come ce ne sono tanti, un rapporto che si crede recuperabile fino all'ultimo, un rapporto in cui padre e figlio forse si ritrovano... o forse si perdono di nuovo, definitivamente; è un film, questo, in cui si può veramente sentire il sapore dell'aria che si respira...è un'aria salata...un respiro amaro che nel finale, all'improvviso, viene a mancare...e ti lascia pietrificato sulla poltrona del cinema anche quando ormai i titoli di coda sono finiti e le luci sono state accese. Un film in cui anche un solitamente inespressivo G.Pasotti(il figlio) riesce ad essere credibile, affiancato da uno straordinario attore di teatro G.Colangeli(il padre).
Un film che vale veramente, uno dei pochi film italiani che bisogna assolutamente vedere.
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fra
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venerdì 2 febbraio 2007
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l'aria salata - 8+
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il miglior film italiano da molto tempo a questa parte: una eccellente "opera prima" (si scrive così, e fa quasi tenerezza) di alessandro angelini, già assistente alla regia di nannino moretti in "aprile".
la storia, scritta a 4 mani con tale angelo carbone (già operatore carcerario, che io sappia): giorgio pasotti è un giovane operatore penitenziario, molto legato alla sorella (monica cescon, la ricordiamo in primo amore di garrone), e fidanzato a metà con una ragazzetta della roma "bene", che si trova tra le mani la rieducazione di un carcerato "professionale": sparti (giorgio colangeli, una vita a teatro, e da poco in "l'amico di famiglia" e anni fa in "la cena"), omicida affetto da attacchi di epilessia.
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il miglior film italiano da molto tempo a questa parte: una eccellente "opera prima" (si scrive così, e fa quasi tenerezza) di alessandro angelini, già assistente alla regia di nannino moretti in "aprile".
la storia, scritta a 4 mani con tale angelo carbone (già operatore carcerario, che io sappia): giorgio pasotti è un giovane operatore penitenziario, molto legato alla sorella (monica cescon, la ricordiamo in primo amore di garrone), e fidanzato a metà con una ragazzetta della roma "bene", che si trova tra le mani la rieducazione di un carcerato "professionale": sparti (giorgio colangeli, una vita a teatro, e da poco in "l'amico di famiglia" e anni fa in "la cena"), omicida affetto da attacchi di epilessia.
il buon pasotti (prova matura e intensa, la sua: e siamo alla seconda consecutiva dopo "le rose del deserto", che non si sputtani, please) tracolla quando realizza che lo sparti è nientemeno che suo padre, che abbandonò lui, la mamma e la sorella in concomitanza con il suo arresto.
emergono quindi in tutti nuovi incubi e vecchi rancori, l'amore covato e la rabbia cieca: ognuno cerca di superare il lutto del padre nato due volte a modo suo. le verità vengono a galla ed in nodi arrivano al pettine.
angelini è ottimo anche nel far vedere allo spettatore la deprimente realtà carceraria, lontana dalla rieducazione, e svincolata dalla retribuzione, senza perdersi però in atteggiamenti classificatori o pretese didascaliche.
il finale, a sorpresa, ma non troppo, ti apre il cuore sulle note di una dolce canzone di antony and the johnsons.
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m.concetta maccarrone
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mercoledì 7 febbraio 2007
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ricerca i verità per l'epilessia
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Come Presidente A.L.C.E.-onlus, associazione laziale contro l'epilessia,costituita dai volontari interessati al problema, ringrazio Angelini di essersi occupato di questa malattia. Non lo ringrazio sia per come l'ha presentata sia per come è stato gestito l'intervento in occasione della "crisi". Chi assiste a una crisi epilettica deve usare accorgimenti che noi proponiamo proprio nel nostro biglietto da visita. Alcuni accorgimenti sono:
- mettere qualcosa di morbido sotto la testa
- non introdurre oggetti in bocca
Colgo l'occasione per comunicare che per la migliore conoscenza dell'epilessia, da diversi anni, sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e del Ministero della Salute e con la collaborazione fattiva delle Istituzioni territoriali, nella prima domenica di Maggio si svolge la Giornata Nazionale per l'epilessia, voluta sia dai soggetti interessati che dai Neurologi della LICE, Lega Italiana contro l'epilessia.
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Come Presidente A.L.C.E.-onlus, associazione laziale contro l'epilessia,costituita dai volontari interessati al problema, ringrazio Angelini di essersi occupato di questa malattia. Non lo ringrazio sia per come l'ha presentata sia per come è stato gestito l'intervento in occasione della "crisi". Chi assiste a una crisi epilettica deve usare accorgimenti che noi proponiamo proprio nel nostro biglietto da visita. Alcuni accorgimenti sono:
- mettere qualcosa di morbido sotto la testa
- non introdurre oggetti in bocca
Colgo l'occasione per comunicare che per la migliore conoscenza dell'epilessia, da diversi anni, sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e del Ministero della Salute e con la collaborazione fattiva delle Istituzioni territoriali, nella prima domenica di Maggio si svolge la Giornata Nazionale per l'epilessia, voluta sia dai soggetti interessati che dai Neurologi della LICE, Lega Italiana contro l'epilessia. Quest'anno si svolgerà il 6 Maggio e il programma della Manifestazione è in lavorazione non solo a Roma ma nelle diverse Regioni.
Noi dell'A.L.C.E. possiamo anticipare che, come per lo scorso anno, distribuiremo lampadine concesse dall'ACEA s.p.a. e che sono prese a simbolo per "Fare luce..sull'epilessia". A livello Nazionale ci sarà un "testimone" d'eccezione.
Complimenti comunque per il film!!!
auguri per i prossimi lavori M.Concetta Maccarrone
(Presidente A.L.C.E.)
info@epilessialazio.it
www.epilessialazio.it
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d&d
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martedì 15 maggio 2007
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si possono ancora fare dei bei film in italia!
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Guardatelo e capirete, un film davvero fatto bene... Incentrato sul rapporto padre-figlio, dai connotati drammatici, dove la cosa che più risalta è la differenza sociale ed anche caratteriale dei due, tantevvero che il padre sembra chiedere un'altra vita, cancellare i suoi sbagli, riuscire a reintegrarsi nella società, e lo chide con l'aria di chi sà di aver sbagliato ma con l'arroganza di non volerlo ammettere e cosa ben più grave di non cercare di riparare in qualche modo (se non a modo suo). Mentre il figlio ha una vita segnata dalla mancanza di una presenza paterna è cerca in tutti i modi di riottenerla (quando forse avrebbe fatto meglio a seguire il consiglio della sorella); anche perchè sommariamente si era rifatto una vita normale.
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Guardatelo e capirete, un film davvero fatto bene... Incentrato sul rapporto padre-figlio, dai connotati drammatici, dove la cosa che più risalta è la differenza sociale ed anche caratteriale dei due, tantevvero che il padre sembra chiedere un'altra vita, cancellare i suoi sbagli, riuscire a reintegrarsi nella società, e lo chide con l'aria di chi sà di aver sbagliato ma con l'arroganza di non volerlo ammettere e cosa ben più grave di non cercare di riparare in qualche modo (se non a modo suo). Mentre il figlio ha una vita segnata dalla mancanza di una presenza paterna è cerca in tutti i modi di riottenerla (quando forse avrebbe fatto meglio a seguire il consiglio della sorella); anche perchè sommariamente si era rifatto una vita normale. Dagli abituè dei nostri tempi i ruoli si invertono il figlio fa il padre e vice... . Riusciranno i due a ricostruire il rapporto??? Finirà: e vissero felici e contenti... o diversamente... Guardatelo è lo scoprirete!!! Grande Giorgio Pasotti uno dei migliori in Italia continua così!!!
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