jmcmegamega
|
venerdì 29 aprile 2005
|
signor farinotti, ha lei visto il film?
|
|
|
|
Mi scusi signor Farinotti, io la stimo e la rispetto, ma mi permetto di farle notare che la "rabbiosa reazione del marito", come dice lei, non parte dallo stupro di suo moglie: in primo luogo la violenza subita non viene mai rivelato al matematico, ma solo accennata con una frase ambigua; inoltre, anche se lo stupro fosse stato immaginato, esso non riesce a portarlo ad affrontare apertamente gli aggressori. Solo la persecuzione di un altro diverso e di un debole come lui, o forse semplicemente l'eccesso di violenza attorno a lui, lo porterà poi all'esplosione di rabbia finale.
Mi permetto anche di dissentire dal suo giudizio e di attribuire al film quattro stelle. Per quanto riguarda poi l'ideologia reazionaria e la violenza esagitata (sicuro che non volesse scrivere esagerata?) penso che ci sarebbe mooolto da discutere.
[+]
Mi scusi signor Farinotti, io la stimo e la rispetto, ma mi permetto di farle notare che la "rabbiosa reazione del marito", come dice lei, non parte dallo stupro di suo moglie: in primo luogo la violenza subita non viene mai rivelato al matematico, ma solo accennata con una frase ambigua; inoltre, anche se lo stupro fosse stato immaginato, esso non riesce a portarlo ad affrontare apertamente gli aggressori. Solo la persecuzione di un altro diverso e di un debole come lui, o forse semplicemente l'eccesso di violenza attorno a lui, lo porterà poi all'esplosione di rabbia finale.
Mi permetto anche di dissentire dal suo giudizio e di attribuire al film quattro stelle. Per quanto riguarda poi l'ideologia reazionaria e la violenza esagitata (sicuro che non volesse scrivere esagerata?) penso che ci sarebbe mooolto da discutere. Ma è meglio non farlo perché in fondo è solo un film.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jmcmegamega »
[ - ] lascia un commento a jmcmegamega »
|
|
d'accordo? |
|
nico
|
mercoledì 8 agosto 2007
|
altro che quando prendono i 5 minuti...
|
|
|
|
Film che inizia con scene tranquille, quasi bucoliche, ed aumenta vorticosamente il passo fino farci domandare dova vada a parare. Ma questo è un gran bel film ed ecco perché: qui vi è tutta quella determinazione ad uccidere di un professore di matematica, esile fisicamente, un uomo che in condizioni normali usa la ragione e cerca sino alla fine il dialogo, e che riesce a non perder la pazienza anche quando è schernito da un gruppo di bifolchi e da una moglie che sembra più sfidarlo che amarlo(lo tradisce pure ma si brucia col fuoco, e di brutto). Però tutto ha un limite e quando si trova a dover difendere in casa propria un ritardato dal linciaggio, quando chi vuole giustiziarlo barbaramente uccide pure un pubblico ufficiale cui il professore si era speranzosamente rivolto, quando proprio non vuole soccombere ad una ingiustizia troppo grande, come extrema ratio diventa egli stesso una belva, è costretto ad uccidere, e lo fa con sottile soddisfazione, sua e (ahime!)di chi guarda.
[+]
Film che inizia con scene tranquille, quasi bucoliche, ed aumenta vorticosamente il passo fino farci domandare dova vada a parare. Ma questo è un gran bel film ed ecco perché: qui vi è tutta quella determinazione ad uccidere di un professore di matematica, esile fisicamente, un uomo che in condizioni normali usa la ragione e cerca sino alla fine il dialogo, e che riesce a non perder la pazienza anche quando è schernito da un gruppo di bifolchi e da una moglie che sembra più sfidarlo che amarlo(lo tradisce pure ma si brucia col fuoco, e di brutto). Però tutto ha un limite e quando si trova a dover difendere in casa propria un ritardato dal linciaggio, quando chi vuole giustiziarlo barbaramente uccide pure un pubblico ufficiale cui il professore si era speranzosamente rivolto, quando proprio non vuole soccombere ad una ingiustizia troppo grande, come extrema ratio diventa egli stesso una belva, è costretto ad uccidere, e lo fa con sottile soddisfazione, sua e (ahime!)di chi guarda. Non è un film reazionario e tantomeno fascista per un motivo molto semplice: il povero professore fa quello che tutti faremmo se ci trovassimo nella sua situazione. Par di comprendere che la civiltà altro non sia che una sottile patina di vernice formatasi in tutti questi millenni sull'uomo, sulla sua parte cerebrale più esterna, dove risiedono tante altre belle virtù. Ma come tutte le vernici è pronta a venir via se qualcuno o qualcosa la vada ad intaccare come si deve, facendo riemergere l'animale che non bada certo a tante speculazioni.
[-]
[+] bella recensione
(di alice)
[ - ] bella recensione
[+] tradisce il marito?
(di r1me55a)
[ - ] tradisce il marito?
|
|
[+] lascia un commento a nico »
[ - ] lascia un commento a nico »
|
|
d'accordo? |
|
chriss
|
sabato 11 settembre 2010
|
quasi un capolavoro...
|
|
|
|
Cane di paglia è il quasi capolavoro di Sam Peckinpah. Il regista statunitense ha magistralmente diretto questa sanguinaria opera, in cui la vera protagonista sembra essere la sola violenza umana (David), intesa come difesa del territorio, dell' abitazione e delle persone care. La storia del film si trasforma in violentissima (solo nel finale) non per volere di chi compie la carneficina, ma per il continuo fastidio di cinque malviventi che se le andranno veramente a cercare. Il protagonista di tale vicenda è David, un tranquillo professore di matematica che si trasferisce, assieme all' affascinante moglie (Amy, interpretata da Susan George), in un paesino della Cornovaglia.
[+]
Cane di paglia è il quasi capolavoro di Sam Peckinpah. Il regista statunitense ha magistralmente diretto questa sanguinaria opera, in cui la vera protagonista sembra essere la sola violenza umana (David), intesa come difesa del territorio, dell' abitazione e delle persone care. La storia del film si trasforma in violentissima (solo nel finale) non per volere di chi compie la carneficina, ma per il continuo fastidio di cinque malviventi che se le andranno veramente a cercare. Il protagonista di tale vicenda è David, un tranquillo professore di matematica che si trasferisce, assieme all' affascinante moglie (Amy, interpretata da Susan George), in un paesino della Cornovaglia. La coppia ha assunto dei carpentieri per fare (o rifare) il tetto di casa: uno di questi è Charlie, una vecchia conoscenza di Amy, con la quale in passato c' erano state delle avances. David non è un perfetto marito a livello affettivo, ma la sua gelosia appare abbastanza contenuta (si limita a spiare la moglie dalla finestra o a fare qualche battuta). In fin dei conti, cosa si può dire di un uomo che si toglie gli occhiali e l' orologio prima di fare l' amore con sua moglie? Poco, molto poco di malevolo. In compenso non sa piantare un chiodo, riparare il tetto o reagire alle prime molestie dei lavoratori/molestatori. David si dimostra da subito un 'cane di paglia' verso costoro. Ecco il resoconto: gli impiccano il gatto o lo mandano quasi a sbattere contro un' altra macchina; lo deridono quando paga da bere nel pub. E' solo il principio di una tortura psicologica. Dopo averlo abbandonato nella brughiera, durante una battuta di caccia, gli violentano la moglie (David non lo saprà mai). Gli assediano la casa per aver protetto Henry Niles, il matto del paese. A questo punto non si può più tornare indietro: o si difende o finisce ammazzato con Amy. Il cane di paglia si sveglierà (al momento giusto) dal suo torpore intellettuale. Io trovo che il film sia straordinario, non solo per la costruzione psicologica (il continuo molestare), ma per un' altra qualità: l' ambiguità della moglie. E' il vero pezzo forte del film: più del bravissimo Dustin Hoffman! La cosa che più mi interessava era seguire tutto il percorso della donna, fin dal principio. Giudicate (o non giudicate) voi. Inizialmente Amy parla con Charlie o scherza con uno dei carpentieri o si fa vedere mezza nuda: gioca appena col fuoco. Intanto stuzzica il marito o gli fa qualche dispetto. Per me si annoia o le manca qualcosa. Forse non si sente molto amata. Oppure non si vede come una donna perfettamente realizzata. Lo stupro è massimo dell' ambiguità. Al primo bacio non reagisce, mentre al secondo comincia a schiaffeggiare Charlie. L' uomo la spoglia contro la sua volontà: è troppo forte per lei. Sembra che Amy non voglia, ma poi lo accarezza e lo sfiora con un bacio. Mentre ciò avviene, molto sapientemente il regista ci fa vedere le immagini di David a caccia: sembrano i pensieri di Amy (o di Peckinpah stesso). Charlie le dice: "Sorry", ma intanto lei si rassegna molto presto (lo bacia toccandogli il viso). Anche nel secondo stupro urla un pò, ma poi si lascia andare. Tutto molto, molto ambiguo. Avrà voluto fare un dispetto al marito? Non lo so, ma l' idea complessiva che mi sono fatto me la tengo per me. Quando David torna, Amy gli dice: "Così hanno potuto fare il comodo loro. Sei un vigliacco. Non ti faccio una colpa se ti nascondi sempre nello studio". Amy non confesserà mai lo stupro al marito. Tutto ciò sarebbe degno di uno studio da parte di uno psicologo o di un altro specialista della materia. Quando vanno alla festa, Amy ripensa allo stupro. Non si sente a suo agio nel vedere i malviventi in quel posto: molto in particolare i due stupratori. Quando la casa sarà presa d' assedio, Amy non farà nulla per aiutare il marito (che nasconde e difende Henry Niles). Si riscatterà soltanto alla fine. Anche la figlia di Tom, se ci fate caso, è molto ambigua: si fa toccare e baciare dal matto. La bellezza del film deve ricercarsi anche qui dentro. Intanto cala la nebbia ed i cinque malviventi sono completamente ubriachi. Scusate se mi sono dilungato, ma ne valeva la pena. Sotto il profilo dell' angoscia, dell' ansia, della paura, dello stress e della tortura, questo film merita minimo quattro stelle. Quasi un capolavoro. Christian...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a chriss »
[ - ] lascia un commento a chriss »
|
|
d'accordo? |
|
gianni lucini
|
sabato 17 settembre 2011
|
un lavoro di sottrazioni
|
|
|
|
Per interpretare il tenero, timido e remissivo David della prima parte del film Dustin Hoffman è costretto a lavorare all’inverso rispetto al suo metodo abituale appreso all’Actor’s Studio che prevede costanti “aggiunte” alle caratteristiche del personaggio assorbendole dall’esterno. Per calarsi in un uomo così privo di personalità da apparire trasparente deve “sottrarre” elementi caratterizzanti e limitarsi a una recitazione sottotraccia. Nella prima parte del film il personaggio di David ha come elemento costitutivo della propria personalità l’assenza di caratterizzazioni, indispensabile per dare maggior forza alla successiva metamorfosi.
[+]
Per interpretare il tenero, timido e remissivo David della prima parte del film Dustin Hoffman è costretto a lavorare all’inverso rispetto al suo metodo abituale appreso all’Actor’s Studio che prevede costanti “aggiunte” alle caratteristiche del personaggio assorbendole dall’esterno. Per calarsi in un uomo così privo di personalità da apparire trasparente deve “sottrarre” elementi caratterizzanti e limitarsi a una recitazione sottotraccia. Nella prima parte del film il personaggio di David ha come elemento costitutivo della propria personalità l’assenza di caratterizzazioni, indispensabile per dare maggior forza alla successiva metamorfosi. Non a caso il critico Arthur Cooper dopo l’uscita nelle sale del film scrive che la «…performance di Hoffman risulta ancora più notevole se si tiene conto delle limitazioni cui è stato sottoposto. Lui, che si è formato per lavorare sui caratteri, viene chiamato a interpretare un personaggio timido e represso con un approccio estremamente interiorizzato che lo costringe a non poter far conto sul suo stile…». Con il procedere della narrazione in questa assenza di personalità si inseriscono via via gli stimoli che porteranno David a esplodere. Sono “addizioni” di emozioni che Dustin Hoffman rende con grande efficacia senza cedere alla tentazione di “caratterizzare” il suo personaggio. Proprio questo costante accumulo rende ancor più drammatica l’esplosione finale di violenza nella quale l’apatia lascia il passo a una fredda razionalità omicida. Proprio perché si muove al di fuori dei canoni recitativi che gli sono soliti Hoffman mette in mostra una duttilità e una capacità interpretativa non comune. Per questa ragione Cane di paglia resta uno dei film esemplari della sua grandezza come attore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianni lucini »
[ - ] lascia un commento a gianni lucini »
|
|
d'accordo? |
|
gianni lucini
|
sabato 17 settembre 2011
|
i cani di paglia
|
|
|
|
I cani di paglia accettano in silenzio il proprio destino, con pazienza e senza lamentarsi mai. Capita però che a volte i cani di paglia prendano fuoco. Questo è il concetto scelto da Sam Peckinpah per introdurre il film, ispirato al romanzo “The Trenchers’s farm” di Gordon M. Williams. Lo stesso regista non ha mai nascosto il suo pensiero pessimista sulla vita: «…In effetti l’uomo non è che un animale, una bestia affamata e astiosa. Se vi guardate intorno vi accorgete che in questo mondo ci sono un po’ d’amore, un pizzico di bontà e tanta, tanta barbarie». L’dea della violenza come regolatrice assoluta dei rapporti tra le persone appartiene e ispira gran parte della sua produzione cinematografica di cui proprio Cane di paglia rappresenta forse l’opera più inquietante e controversa.
[+]
I cani di paglia accettano in silenzio il proprio destino, con pazienza e senza lamentarsi mai. Capita però che a volte i cani di paglia prendano fuoco. Questo è il concetto scelto da Sam Peckinpah per introdurre il film, ispirato al romanzo “The Trenchers’s farm” di Gordon M. Williams. Lo stesso regista non ha mai nascosto il suo pensiero pessimista sulla vita: «…In effetti l’uomo non è che un animale, una bestia affamata e astiosa. Se vi guardate intorno vi accorgete che in questo mondo ci sono un po’ d’amore, un pizzico di bontà e tanta, tanta barbarie». L’dea della violenza come regolatrice assoluta dei rapporti tra le persone appartiene e ispira gran parte della sua produzione cinematografica di cui proprio Cane di paglia rappresenta forse l’opera più inquietante e controversa. All’uscita del film i critici, così come il pubblico, si dividono e Peckinpah da una parte della critica viene bollato come portatore di una visione “reazionaria” del mondo. Non manca chi lo accusa apertamente di essere un “fascista” e di avere un vero e proprio culto della violenza individuale come elemento purificatore del mondo. I sostenitori di questa tesi rilevano come il regista abbia messo in scena una serie di luoghi comuni fondanti delle ideologie reazionarie e sessiste: Amy viene violentata, ma prima ha provocato il maschio e nel corso della violenza finisce per provare piacere, mentre David quando deve difendere l’uomo minacciato dal linciaggio lo fa assumendo l’aspetto del superuomo di Nietzche. Nel vivo della polemica anche Dustin Hoffman, interpellato sull’argomento si trincera dietro una frase sibillina: «Evitate di chiedermi chi sia davvero Peckinpah perché lo trovo indefinibile». Sono polemiche e accuse nate in un periodo in cui il dibattito culturale e politico è vivacissimo e spesso si alimenta di paradossi. La carriera di Sam Peckinpah e i film successivi contribuiranno a svelenire le critiche più accese e oggi anche il giudizio critico su Cane di paglia oggi è divenuto più equilibrato. Lo si considera una delle opere più emblematiche e pessimiste sull’umanità e sulla sua capacità di darsi regole collettive giuste ed eque. Il contratto sociale, fondamento della moderna civiltà, nel film non esiste. Appare come un’invenzione consolatoria a cui credono solo i deboli e, come dimostra l’inutilità dell’intervento del custode della legge, chi non riesce a farsi largo con la forza è destinato a soccombere. Nella narrazione filmica il cinismo e l’amoralità vengono rese in modo estremamente efficace dalla rappresentazione di una violenza che appare quasi sempre eccessiva e fine a se stessa. Ogni residua parvenza di umanità scompare poi nello scontro finale in una sorta di sabba visionario in cui entrambe le parti, senza più alcuna parvenza di umanità, tentano di annientarsi ricorrendo a mezzi come il lancio di topi vivi, una trappola per lupi, l’olio bollente e le bastonate parossistiche portate con l’unico scopo di uccidere l’avversario.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianni lucini »
[ - ] lascia un commento a gianni lucini »
|
|
d'accordo? |
|
anonimo
|
mercoledì 20 aprile 2005
|
vediamolo
|
|
|
|
Una coppia di insegnanti si stabilisce in una sperduta comunità rurale. Lui è fisicamente mediocre e, peggio, intellettualmente capace; aggiungiamo a queste due stigmate un carattere bonario e l'esito è scontato... Come da ragazzini facevamo passare per i tormenti il secchione incauto che giocava in nostra compagnia. Persino nella bella moglie serpeggia un sentimento di compatimento. Qundo una rozza famiglia di montanari li aggredisce, umiliandoli (lui con lo scherno, lei con lo stupro) entrambi reagiscono in modo imprevisto. La donna forse è realmente sedotta durante lo stupro, il mite professore massacra tutti gli aggressori: un breve commento, alla fine, mostra il suo autocompiacimento. Che è il modo tremendo con cui si trasmette la violenza.
[+]
Una coppia di insegnanti si stabilisce in una sperduta comunità rurale. Lui è fisicamente mediocre e, peggio, intellettualmente capace; aggiungiamo a queste due stigmate un carattere bonario e l'esito è scontato... Come da ragazzini facevamo passare per i tormenti il secchione incauto che giocava in nostra compagnia. Persino nella bella moglie serpeggia un sentimento di compatimento. Qundo una rozza famiglia di montanari li aggredisce, umiliandoli (lui con lo scherno, lei con lo stupro) entrambi reagiscono in modo imprevisto. La donna forse è realmente sedotta durante lo stupro, il mite professore massacra tutti gli aggressori: un breve commento, alla fine, mostra il suo autocompiacimento. Che è il modo tremendo con cui si trasmette la violenza.
Eccezionali gli attori, bella la regia. IL MIGLIOR APOLOGO SULLA VIOLENZA MAI VISTO AL CINEMA
[-]
[+] sul termine li massacra...
(di tre pinze e 'na tenaja)
[ - ] sul termine li massacra...
|
|
[+] lascia un commento a anonimo »
[ - ] lascia un commento a anonimo »
|
|
d'accordo? |
|
andrejuve
|
giovedì 24 dicembre 2015
|
la natura bestiale dell'uomo
|
|
|
|
“Cane di paglia” è un film del 1971 diretto da Sam Peckinpah. David Sumner è un matematico americano che si trasferisce assieme alla moglie Amy in un piccolo paesino inglese di cui quest’ultima è originaria. La coppia ha deciso di stabilirsi in questo luogo in quanto David, a seguito dell’assegnazione di un’importante borsa di studio, deve effettuare delle ricerche e ritiene che la tranquillità del posto possa giovargli per il prosieguo del suo lavoro. Amy è una donna affascinante e avvenente e chiede aiuto ad un suo vecchio amico e ad altre tre persone affinché costruiscano un garage vicino alla loro abitazione. David è un uomo metodico, preciso e concentrato quasi esclusivamente sulla sua professione e si dimostra una persona spesso indecisa ed indecifrabile.
[+]
“Cane di paglia” è un film del 1971 diretto da Sam Peckinpah. David Sumner è un matematico americano che si trasferisce assieme alla moglie Amy in un piccolo paesino inglese di cui quest’ultima è originaria. La coppia ha deciso di stabilirsi in questo luogo in quanto David, a seguito dell’assegnazione di un’importante borsa di studio, deve effettuare delle ricerche e ritiene che la tranquillità del posto possa giovargli per il prosieguo del suo lavoro. Amy è una donna affascinante e avvenente e chiede aiuto ad un suo vecchio amico e ad altre tre persone affinché costruiscano un garage vicino alla loro abitazione. David è un uomo metodico, preciso e concentrato quasi esclusivamente sulla sua professione e si dimostra una persona spesso indecisa ed indecifrabile. Amy invece appare come una donna dalla personalità infantile in quanto ha sempre la necessità di ricevere continue attenzioni dal marito, chiedendogli anche di essere più intraprendente e deciso. Gli operai che lavorano nell’abitazione di David sono attratti fortemente da Amy la quale, sentendosi trascurata da David, non disdegna i continui apprezzamenti ricevuti assumendo anche atteggiamenti provocanti. Questa situazione ridicolizza e umilia David, il quale viene deriso e denigrato dall’intera comunità. Col tempo sono sempre più frequenti i comportamenti irridenti che sfociano addirittura in gesti intimidatori quali l’uccisione della gatta appartenente ad Amy. A seguito delle forti pressioni della moglie David cerca di farsi rispettare ma la sua indole è fondamentalmente pacifica e timida. Un giorno viene invitato dai quattro lavoratori a partecipare ad una battuta di caccia. David accetta ma, mentre è intento a cacciare le anatre, in due si recano presso la sua abitazione abusando e violentando Amy in maniera crudele ad insaputa del marito. David viene lasciato solo dagli altri e, indispettito dal loro comportamento, il giorno seguente decide di licenziarli tutti quanti. La sera, a seguito dell’invito del reverendo del paese, partecipano ad una festa organizzata dalla parrocchia alla quale partecipano tutti i paesani. Amy è visibilmente sconvolta e scossa da quanto accaduto. Durante la festa una giovane ragazza, figlia di un anziano del paese e invaghita di David, avvicina Henry Niles, un uomo affetto da disturbi psichici e denigrato dalla società, chiedendogli di accompagnarla a fare un giro. Il padre preoccupato per le sorti della figlia si mobilita per le ricerche e Henry, spaventato, uccide inconsapevolmente la ragazza. Nel frattempo David e Amy mentre si recano in macchina verso casa investono Henry a causa della forte nebbia causandogli delle ferite. David decide di accogliere Henry in casa in attesa dell’arrivo di un dottore. Il padre della ragazza assieme ai quattro operai, ormai del tutto ubriachi, non trovando la figlia e sapendo che Henry è ospitato nella casa di David, si dirigono prepotentemente verso la sua abitazione per prelevare e maltrattare Henry affinché dia spiegazioni su quanto avvenuto. David però non fa entrare in casa quelle persone e cerca di proteggere Henry per evitare che si consumi una tragedia. Il gruppo di scalmanati cerca in tutti i modi di entrare nell’abitazione, sono armati e distruggono tutte le finestre della casa lanciando dei massi. Per David sarà quasi impossibile controllare la situazione e, nonostante l’insistenza della moglie nel consegnare Henry, lui vuole a tutti i costi salvaguardare la sua abitazione. La pellicola ruota attorno al tema della violenza che, nel corso della narrazione, viene esplicata in tutte le sue forme. L’uomo per natura è un essere che tende ad esternare la sua crudeltà e la sua malvagità insite nel proprio animo. Ciò che ci distingue dagli animali dovrebbe essere la razionalità ma, in determinate circostanze, prevale la bestialità sull’autocontrollo. La violenza non è semplicemente quella sessuale e fisica ma molto spesso si rivela ancora più spietata quella psicologica che si consuma attraverso atteggiamenti denigratori tendenti a ridicolizzare e intimorire gli altri. David è un uomo indifeso che si trova catapultato in una piccola realtà costellata dalla falsità, dalla brutalità e dalla meschinità. E’ come se questo piccolo paesino fosse l’emblema della disumanità e della malignità dell’uomo, il quale è sempre propenso a violare le regole e a cercare lo scontro e la lotta con i suoi simili. Quando non si riesce ad ottenere ciò che si desidera purtroppo prevalgono l’irrazionalità e l’insensatezza che portano a commettere azioni inquietanti, surreali e paradossali. La violenza purtroppo genera altra violenza e questo circolo vizioso appare inarrestabile. In situazioni di difficoltà anche coloro che appaiono moralmente corretti e pervasi da un senso di civiltà esternano il loro istinto ribelle e sono protagonisti di comportamenti disdicevoli. Solo quando si prova un dramma in prima persona si è indignati e si tende a condannare determinati comportamenti. Ma è troppo facile essere i predicatori di regole morali o etiche che vengono spesso e puntualmente trasgredite. Alla fine nessuno di noi può dire di conoscere pienamente sé stesso perché in un modo o nell’altro tutti quanti, se messi alla prova in circostanze estreme, scopriamo di essere feroci, spregevoli e abominevoli. Ci si interroga quindi su quale sia la nostra vera personalità e su quale sia realmente la caratterizzazione di un uomo. Anche David inevitabilmente subirà un cambiamento drastico della sua personalità a causa del susseguirsi dei drammatici eventi che lo coinvolgono in prima persona. Henry invece, considerato matto e psicopatico, nonostante le sue problematiche a livello psicologico paradossalmente rappresenta l’unico barlume di umanità rimasto perché comunque è l’unico a risultare spontaneo e il suo animo non è dominato dall’odio e dalla crudeltà. Il rapporto con la legge e con la religione viene delineato attraverso le figure del reverendo e del giudice, rispettivamente rappresentanti di Dio e della legge. Quando manca un punto di riferimento a livello giudiziario l’uomo tende ad attuare una forma di giustizia privata che risulta controproducente e pericolosa perché priva di regolamentazioni e delimitazioni. uando Per un senso di rassegnazione che li attanaglia sono incapaci di intervenire smuovendo le coscienze delle persone e in particolare il reverendo sembra adeguarsi e adagiarsi a questa realtà per non incorrere in rischi troppo elevati. Invece i minimi sforzi del giudice sono vani e privi di risultati. Inoltre il regista focalizza l’attenzione anche sul rapporto di coppia che spesso risulta complesso e difficoltoso. David e Amy non vivono nella serenità e le rispettive personalità risultano totalmente incompatibili. In questi casi è fondamentale attuare uno sforzo per riuscire a comprendere le esigenze del partner affinché non si raggiunga un punto di non ritorno dove la monotonia e la noia prevalgono sul sentimento e sulla passione. Amy sente il bisogno di provare nuove emozioni e David vorrebbe trovare una pace interiore. Amy è una moglie irresponsabile che, pur di vedere il marito più presente e rispettabile, cerca di ingelosirlo attraverso atteggiamenti volti ad accendere negli animi di certe persone istinti sessuali e primordiali incontrollabili. David invece non comprende che in un rapporto di coppia è fondamentale essere sempre partecipi e affettuosi riuscendo ad accantonare i propri interessi personali e avendo la capacità di condividerne altri con la persona amata. Purtroppo però l’egoismo prende il sopravvento e bisogna saper accettare le conseguenze di ogni azione, anche quelle più dolorose, senza autocommiserarsi o pentirsi successivamente quando ormai è troppo tardi. La maestria del regista a mio avviso consiste nel riuscire a trasmettere allo spettatore quel perenne senso di disagio e di tormento interiore che invade incessantemente la coppia. La narrazione rispecchia l’incertezza di David e le inquietudini di Amy. La tensione è costante e accresce sempre di più con il susseguirsi di ogni singola sequenza. Il film descrive la parabola discendente dell’uomo mettendo a nudo la sua spregevolezza che non conosce limiti. Un bel film che vede nel grande Dustin Hoffman, nei panni di David Sumner, e nella brillante Susan George, in quelli di Amy Sumner, due eccezionali interpreti per due ruoli davvero complessi a causa dell’enigmaticità dei rispettivi personaggi. Un film da vedere perché attraverso la descrizione di scene molto crude e violente riesce a far riflettere lo spettatore, creando sensazioni di disprezzo, disgusto e rigetto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a andrejuve »
[ - ] lascia un commento a andrejuve »
|
|
d'accordo? |
|
c�guglielmo
|
mercoledì 5 giugno 2013
|
hoffman e susan george di conseguenza : un cult
|
|
|
|
Ennesima pellicola targata Hoffman, diventata un Cult; il regista tocca, con un pizzico di provocazione, svariate tematiche che tutt'ora a distanza di 40 anni( il film è uscito nelle sale nel 1971) si confondono con la vita reale e toccano la sensibilità del pubblico.
Peckinpah gioca con il personaggio femminile, la bella e provocante Amy,(Susan George) moglie del tranquillo David, professore di matematica(Dustin Hoffman); un velo di ambiguità traspare abbagliante dai comportamenti della donna, per tutta la durata del film. Amy nutre nei confonti dei "ragazzacci", che la corteggiano e minano la serenità della sua famiglia un sentimento di amore e odio, piu precisamente attrazione e repulsione; stesso atteggiamento nei confronti del marito di cui non sopporta il carattere troppo passivo,da "cane di paglia" e da cui si sente trascurata, per via degli impegni lavorativi di quest'ultimo.
[+]
Ennesima pellicola targata Hoffman, diventata un Cult; il regista tocca, con un pizzico di provocazione, svariate tematiche che tutt'ora a distanza di 40 anni( il film è uscito nelle sale nel 1971) si confondono con la vita reale e toccano la sensibilità del pubblico.
Peckinpah gioca con il personaggio femminile, la bella e provocante Amy,(Susan George) moglie del tranquillo David, professore di matematica(Dustin Hoffman); un velo di ambiguità traspare abbagliante dai comportamenti della donna, per tutta la durata del film. Amy nutre nei confonti dei "ragazzacci", che la corteggiano e minano la serenità della sua famiglia un sentimento di amore e odio, piu precisamente attrazione e repulsione; stesso atteggiamento nei confronti del marito di cui non sopporta il carattere troppo passivo,da "cane di paglia" e da cui si sente trascurata, per via degli impegni lavorativi di quest'ultimo. Apice dell'ambiguità che si raggiunge nella scena dello stupro, in cui la donna che in un primo momento sembra respingere l'uomo, si lascia poi prendere dall'atto e viene travolta dall'istinto animale che è in ognuno di noi: cessa cosi di respingere le avance e si gode il momento dal quale trae goduria( ansima di piacere ma nello stesso tempo le lacrime le fanno sbavare iltrucco).
Nella videoteca personale di un vero appassionato di cinema questo film non può assolutamente mancare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a c�guglielmo »
[ - ] lascia un commento a c�guglielmo »
|
|
d'accordo? |
|
renato c.
|
sabato 26 novembre 2016
|
violento ma interessante
|
|
|
|
Di stelle ne ho messe 3 ma andrebbe benissimo il voto dal 3 al 4! A Sam Peckimpah non dispiacevano le scene di violenza, già ne "Il mucchio sevaggio" si era sbizzarrito a flutti di sangue che uscivano dal corpo al rallentatore quando qualcuno veniva colpito da un propiettile! Violenza che oggi fa sorridere, ma che negli anni '60/70 faceva un po' senso. Qui, a parte la scena di stupro la violenza si fa molto forte nel finale: un accoppamento generale degli avversari! Notevole la figura del protagonista, magistralmente interpretato da Dustin Hoffman, del professore timido e un povigliaccheto, che si lascia portare ad una battuta di caccia dagli operai che gli stavano costruendo il garage, per poi lasciarlo solo ed andare a casa sua a violentargli la moglie, una bellissima Susan George, con un carattere opposto a quello del marito! La moglie si annoiava mentre il marito se ne stava chiuso in casa a fare le sue ricerche matematiche, e non disdegnava provocare gli operai (il capo dei quali era stato un suo ex!) mostrandosi a seno nudo alla finestra del bagno! E ne ha poi pagato le conseguenze; però non ha detto nulla al marito! Una sera, tornando a casa investono involontariamente un ritardato mentale che aveva involontariamente strozzato una ragazza che gli aveva fatto delle avances.
[+]
Di stelle ne ho messe 3 ma andrebbe benissimo il voto dal 3 al 4! A Sam Peckimpah non dispiacevano le scene di violenza, già ne "Il mucchio sevaggio" si era sbizzarrito a flutti di sangue che uscivano dal corpo al rallentatore quando qualcuno veniva colpito da un propiettile! Violenza che oggi fa sorridere, ma che negli anni '60/70 faceva un po' senso. Qui, a parte la scena di stupro la violenza si fa molto forte nel finale: un accoppamento generale degli avversari! Notevole la figura del protagonista, magistralmente interpretato da Dustin Hoffman, del professore timido e un povigliaccheto, che si lascia portare ad una battuta di caccia dagli operai che gli stavano costruendo il garage, per poi lasciarlo solo ed andare a casa sua a violentargli la moglie, una bellissima Susan George, con un carattere opposto a quello del marito! La moglie si annoiava mentre il marito se ne stava chiuso in casa a fare le sue ricerche matematiche, e non disdegnava provocare gli operai (il capo dei quali era stato un suo ex!) mostrandosi a seno nudo alla finestra del bagno! E ne ha poi pagato le conseguenze; però non ha detto nulla al marito! Una sera, tornando a casa investono involontariamente un ritardato mentale che aveva involontariamente strozzato una ragazza che gli aveva fatto delle avances. Portatolo a casa e chiamato il medico, non avevano però fatto i conti con il padre della ragazza che torna agguerrito con gli operai a casa della coppia reclamando di consegnare loro l'assassino! E qui, il carattere del protagonista cambia completamente, diventa un ottico stratega della difesa della sua casa e si rifiuta di consegnare l'uomo del cui delitto non era minimamente a conoscenza! E' lì ecco che avviene la carneficina! Quando l'ho visto al cinema nel '72, all'uscita c'era qualcuno che diceva:"Gli violentano la moglie? Chi se ne frega! Gli toccano la proprietà? Ecco che accoppa tutti!" Forse mi sbaglierò ma questa è un po' una spiegazione semplicistica dovuta alla mentalità marxista di fine anni '60 ("La proprietà è furto!") Specialmente rivedendolo in televisione (in versione censurata di 5 minuti nelle scena dello stupro!) mi smbrerebbe di capire che questo personaggio mite e timido si scatena quando viene attaccato sui suoi principi! L'uomo che avea in casa non doveva essere consegnato a chi l'avrebbe linciato, ma essere consegnato alle autorità che avrebbero giudicato! E' per difendere questo principio si scatena la violenza del protagonista, disposto per questo a tutto, anche a perdere la moglie, che però rimane con lui perchè sotto sotto aveva ammirato il suo comportamento! Film interessante ma da evitare a chi si lascia troppo suggestionare ed essere portato all'emulazione!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a renato c. »
[ - ] lascia un commento a renato c. »
|
|
d'accordo? |
|
great steven
|
mercoledì 21 dicembre 2016
|
matematico diventa omicida per proteggere casa sua
|
|
|
|
CANE DI PAGLIA (USA, 1971) diretto da SAM PECKINPAH. Interpretato da DUSTIN HOFFMAN, SUSAN GEORGE, PETER VAUGHAN, T. P. MCKENNA, DAVID WARNER, DEL HENNEY, JIM NORTON
Nelle brughiere della Scozia, arrivano i coniugi Sumner, David e Amy, con la moglie che è originaria proprio di quella zona.
[+]
CANE DI PAGLIA (USA, 1971) diretto da SAM PECKINPAH. Interpretato da DUSTIN HOFFMAN, SUSAN GEORGE, PETER VAUGHAN, T. P. MCKENNA, DAVID WARNER, DEL HENNEY, JIM NORTON
Nelle brughiere della Scozia, arrivano i coniugi Sumner, David e Amy, con la moglie che è originaria proprio di quella zona. Lui è un matematico che ha ricevuto una borsa di studio per la quale è stato incaricato di scrivere un volume inerente al movimento degli astri nello spazio. Mentre David è troppo occupato con lo studio nella loro villetta isolata dal resto del villaggio, Amy si annoia e vorrebbe ricevere dal marito più attenzioni anche sul piano affettivo ma, constatato che egli non si può assolutamente concedere distrazioni dal denso lavoro, comincia a lanciare messaggi provocanti ai poco raccomandabili abitanti maschili del luogo, contadini e operai di dubbia moralità inclini alle sbronze e alle perdite di tempo. Questi arrivano a prendere sempre più confidenza con la moglie del professore, che considerano uno sprovveduto, e per dimostrargli che possono entrare nella sua casa come e quando vogliono, gli strangolano la gatta e l’appendono nell’armadio. Amy vorrebbe che David li punisse severamente per questo imperdonabile affronto, ma l’unica soluzione che David prende è quella di licenziare quei mascalzoni perché bivaccano e cincischiano troppo invece di riparargli il tetto, lavoro per il quale erano stati incaricati dallo stesso David. Un giorno, approfittando di una battuta di caccia in cui coinvolgono l’uomo allontanandolo appositamente da casa, i delinquenti entrano e stuprano Amy, mentre il marito è costretto a tornarsene a casa a piedi perché questi l’hanno piantato in asso. Sconvolta e spaventata, Amy non confessa niente al marito dell’accaduto. Ad un ricevimento festoso cui i due coniugi prendono parte, lo scemo del villaggio, Niles, fondamentalmente buono ma con un debole inguaribile per le donne, vien portato fuori da Janice, la figlia dello scorbutico capo-villaggio Tom, e involontariamente la uccide. Inseguito da Tom con la sua banda di tagliagole, Niles viene investito dalla macchina di David che, insieme alla moglie, era andato via dalla cerimonia per un malessere improvviso di lei. Barricato nella casa dei Sumner, Niles è reclamato a viva voce da Tom e compagni, che vorrebbero linciarlo per l’omicidio di Janice. David, intuendo il pericolo che corre il ragazzo e vedendo che gli uomini sono ubriachi e per giunta armati, rifiuta di consegnarlo finché non sopraggiungerà un dottore o la polizia. Interviene il maggiore Scott, ma viene ucciso a sangue freddo dai criminali. Ma quando essi tentano di introdursi con la forza in casa di David per mettere a pro il loro sanguinoso intento, il pacifico e tranquillo matematico si trasforma in un genio del massacro. Ricorrendo a tagliole, bastoni, coltelli, fil di ferro e olio bollente, ammazza uno per uno gli invasori e riesce a salvare la vita della consorte, del mentecatto e la sua. Accompagna poi Niles a casa e "forse" medita di andare a costituirsi dalle forze dell’ordine. Famosa fu l’intervista in cui Peckinpah, praticamente l’unico cineasta statunitense a poter vantare discendenze direttamente dai nativi americani, spiegò ad un giornalista che non comprendeva quella fetta di pubblico che si rifiutava di vedere esposta la violenza nei suoi film, adducendo a prova decisiva della sua argomentazione il fatto che la violenza costituisce una parte integrante nella vita di ogni essere umano e pertanto, al pari delle restanti componenti, merita una sua raffigurazione artistica, fosse anche nell’ambito della settima arte. Il suo pensiero si ritrova espresso appieno in questo thriller carico di suspense e odor di morte nel quale Peckinpah riassume molto significativamente due dei punti-cardine del suo repertorio: la violenza come unico metodo d’incontro delle passioni umane e lo stupro come solo mezzo veicolare della sessualità, tingendo di un’acida misoginia questo secondo aspetto, ma avendo cura di farlo trasparire esclusivamente da un sottotesto, sottile ed evanescente ma più che mai presente e lampante. Da sottolineare anche l’apprendimento della teoria di Thomas Hobbes del cosiddetto Homo Homini Lupus: il mite uomo dedito allo studio e apparentemente alieno agli spargimenti di sangue che diventa un killer spietato e invincibile è un lupo contro altri suoi simili, ma più astuto dei lupi stessi, e tuttavia se ne distingue per l’utilizzo conscio, ragionato e consapevole della violenza, mentre i suoi avversari la intendono soltanto come fine a sé stessa e la impiegano in una maniera che ne compara abilmente la bestialità all’inutilità. Una fotografia soave e artigianale descrive con maestria impareggiabile i paesaggi brulli, freddi e ventosi della Scozia, creando un habitat tecnicamente perfetto per l’ambientazione di una storia fuori dal comune, la cui definitiva originalità risiede nel discorso sociologico e psicologico che affronta il tema del male necessario, chiedendosi con una punta di ossessiva cattiveria se la società non sia ancora comandata sotto silenzio dalle leggi tribali. Il regista non fornisce una risposta, ma si autocompiace di suggerirla ritraendo con furbissima arguzia un prototipo di civiltà il cui dominio è portato avanti dal bisogno di aggredire il proprio simile per ottenere rispetto e, quel che più conta, la medesima sopravvivenza. Un D. Hoffman occhialuto che contrappone il suo aspetto ingannevolmente pacifista e mansueto alla capacità di sfoderare, in un’estrema occorrenza, impensabili doti di massacratore e insuperabile stratega contro la morte che bussa con prepotenza alla sua porta, accompagnato da S. George, rivelazione del film, che interpreta una donna civettuola, birichina e solare che, pur salvandosi in un finale carichissimo di tensione drammatica e lotte sul filo del rasoio, rimane intrappolata nei suoi stessi, perversi giochetti amorosi al fine di sentirsi considerata e, perché no?, amata.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
|