Cane di paglia

Acquista su Ibs.it   Dvd Cane di paglia   Blu-Ray Cane di paglia  
Un film di Sam Peckinpah. Con Dustin Hoffman, Peter Vaughan, David Warner, Susan George, Jim Norton Titolo originale Straw Dogs. Drammatico, durata 113 min. - USA 1971. - Dear International uscita giovedì 3 febbraio 1972. - VM 18 - MYMONETRO Cane di paglia * * * - - valutazione media: 3,19 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Matematico diventa omicida per proteggere casa sua Valutazione 3 stelle su cinque

di Great Steven


Feedback: 70013 | altri commenti e recensioni di Great Steven
mercoledì 21 dicembre 2016

 

CANE DI PAGLIA (USA, 1971) diretto da SAM PECKINPAH. Interpretato da DUSTIN HOFFMAN, SUSAN GEORGE, PETER VAUGHAN, T. P. MCKENNA, DAVID WARNER, DEL HENNEY, JIM NORTON

Nelle brughiere della Scozia, arrivano i coniugi Sumner, David e Amy, con la moglie che è originaria proprio di quella zona. Lui è un matematico che ha ricevuto una borsa di studio per la quale è stato incaricato di scrivere un volume inerente al movimento degli astri nello spazio. Mentre David è troppo occupato con lo studio nella loro villetta isolata dal resto del villaggio, Amy si annoia e vorrebbe ricevere dal marito più attenzioni anche sul piano affettivo ma, constatato che egli non si può assolutamente concedere distrazioni dal denso lavoro, comincia a lanciare messaggi provocanti ai poco raccomandabili abitanti maschili del luogo, contadini e operai di dubbia moralità inclini alle sbronze e alle perdite di tempo. Questi arrivano a prendere sempre più confidenza con la moglie del professore, che considerano uno sprovveduto, e per dimostrargli che possono entrare nella sua casa come e quando vogliono, gli strangolano la gatta e l’appendono nell’armadio. Amy vorrebbe che David li punisse severamente per questo imperdonabile affronto, ma l’unica soluzione che David prende è quella di licenziare quei mascalzoni perché bivaccano e cincischiano troppo invece di riparargli il tetto, lavoro per il quale erano stati incaricati dallo stesso David. Un giorno, approfittando di una battuta di caccia in cui coinvolgono l’uomo allontanandolo appositamente da casa, i delinquenti entrano e stuprano Amy, mentre il marito è costretto a tornarsene a casa a piedi perché questi l’hanno piantato in asso. Sconvolta e spaventata, Amy non confessa niente al marito dell’accaduto. Ad un ricevimento festoso cui i due coniugi prendono parte, lo scemo del villaggio, Niles, fondamentalmente buono ma con un debole inguaribile per le donne, vien portato fuori da Janice, la figlia dello scorbutico capo-villaggio Tom, e involontariamente la uccide. Inseguito da Tom con la sua banda di tagliagole, Niles viene investito dalla macchina di David che, insieme alla moglie, era andato via dalla cerimonia per un malessere improvviso di lei. Barricato nella casa dei Sumner, Niles è reclamato a viva voce da Tom e compagni, che vorrebbero linciarlo per l’omicidio di Janice. David, intuendo il pericolo che corre il ragazzo e vedendo che gli uomini sono ubriachi e per giunta armati, rifiuta di consegnarlo finché non sopraggiungerà un dottore o la polizia. Interviene il maggiore Scott, ma viene ucciso a sangue freddo dai criminali. Ma quando essi tentano di introdursi con la forza in casa di David per mettere a pro il loro sanguinoso intento, il pacifico e tranquillo matematico si trasforma in un genio del massacro. Ricorrendo a tagliole, bastoni, coltelli, fil di ferro e olio bollente, ammazza uno per uno gli invasori e riesce a salvare la vita della consorte, del mentecatto e la sua. Accompagna poi Niles a casa e "forse" medita di andare a costituirsi dalle forze dell’ordine. Famosa fu l’intervista in cui Peckinpah, praticamente l’unico cineasta statunitense a poter vantare discendenze direttamente dai nativi americani, spiegò ad un giornalista che non comprendeva quella fetta di pubblico che si rifiutava di vedere esposta la violenza nei suoi film, adducendo a prova decisiva della sua argomentazione il fatto che la violenza costituisce una parte integrante nella vita di ogni essere umano e pertanto, al pari delle restanti componenti, merita una sua raffigurazione artistica, fosse anche nell’ambito della settima arte. Il suo pensiero si ritrova espresso appieno in questo thriller carico di suspense e odor di morte nel quale Peckinpah riassume molto significativamente due dei punti-cardine del suo repertorio: la violenza come unico metodo d’incontro delle passioni umane e lo stupro come solo mezzo veicolare della sessualità, tingendo di un’acida misoginia questo secondo aspetto, ma avendo cura di farlo trasparire esclusivamente da un sottotesto, sottile ed evanescente ma più che mai presente e lampante. Da sottolineare anche l’apprendimento della teoria di Thomas Hobbes del cosiddetto Homo Homini Lupus: il mite uomo dedito allo studio e apparentemente alieno agli spargimenti di sangue che diventa un killer spietato e invincibile è un lupo contro altri suoi simili, ma più astuto dei lupi stessi, e tuttavia se ne distingue per l’utilizzo conscio, ragionato e consapevole della violenza, mentre i suoi avversari la intendono soltanto come fine a sé stessa e la impiegano in una maniera che ne compara abilmente la bestialità all’inutilità. Una fotografia soave e artigianale descrive con maestria impareggiabile i paesaggi brulli, freddi e ventosi della Scozia, creando un habitat tecnicamente perfetto per l’ambientazione di una storia fuori dal comune, la cui definitiva originalità risiede nel discorso sociologico e psicologico che affronta il tema del male necessario, chiedendosi con una punta di ossessiva cattiveria se la società non sia ancora comandata sotto silenzio dalle leggi tribali. Il regista non fornisce una risposta, ma si autocompiace di suggerirla ritraendo con furbissima arguzia un prototipo di civiltà il cui dominio è portato avanti dal bisogno di aggredire il proprio simile per ottenere rispetto e, quel che più conta, la medesima sopravvivenza. Un D. Hoffman occhialuto che contrappone il suo aspetto ingannevolmente pacifista e mansueto alla capacità di sfoderare, in un’estrema occorrenza, impensabili doti di massacratore e insuperabile stratega contro la morte che bussa con prepotenza alla sua porta, accompagnato da S. George, rivelazione del film, che interpreta una donna civettuola, birichina e solare che, pur salvandosi in un finale carichissimo di tensione drammatica e lotte sul filo del rasoio, rimane intrappolata nei suoi stessi, perversi giochetti amorosi al fine di sentirsi considerata e, perché no?, amata.

[+] lascia un commento a great steven »
Sei d'accordo con la recensione di Great Steven ?

Sì, sono d'accordo No, non sono d'accordo
0%
No
0%
Scrivi la tua recensione
Leggi i commenti del pubblico

Ultimi commenti e recensioni di Great Steven :

Vedi tutti i commenti di Great Steven »
Cane di paglia | Indice

Recensioni & Opinionisti Premi
Multimedia Shop & Showtime
MYmovies

Pubblico (per gradimento)
  1° | jmcmegamega
  2° | nico
  3° | chriss
  4° | gianni lucini
  5° | gianni lucini
  6° | anonimo
  7° | andrejuve
  8° | c�guglielmo
  9° | renato c.
10° | great steven
11° | ralphscott
12° | paride86
Rassegna stampa
Adelio Ferrero
Premio Oscar (1)


Articoli & News
Shop
DVD
Uscita nelle sale
giovedì 3 febbraio 1972
Scheda | Cast | News | Trailer | Foto | Frasi | Rassegna Stampa | Pubblico | Forum | Shop |
prossimamente al cinema Film al cinema Novità in dvd Film in tv
Altri prossimamente » Altri film al cinema » Altri film in dvd » Altri film in tv »
home | cinema | database | film | uscite | dvd | tv | box office | prossimamente | colonne sonore | Accedi | trailer | TROVASTREAMING |
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies® // Mo-Net All rights reserved. P.IVA: 05056400483 - Licenza Siae n. 2792/I/2742 - credits | contatti | redazione@mymovies.it
Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso
pubblicità