fedeleto
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martedì 12 aprile 2016
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il giudizio desichiano...
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Alle 18 incomincia il giudizio universale! Questa è la frase che nel cielo di Napoli e delle altre città di tutto il mondo si sente continuamente.Arrivate le 18 il giudizio inizia,all'inizio molti sembrano pentiti e hanno voglia di cambiare,ma dopo quando finisce tutto si ritorna come prima.Vittorio De Sica(la ciociara, Umberto D.) dirige un film interessante,lasciando ormai lo spunto del neorealismo, si muove verso un territorio ricco di simbolismi e metafore.Scritto dal grande Cesare Zavattini, la storia si incentra dunque sul tema della fine del mondo, su un giudizio divino verdo la vita umana,e le cose da condannare sono parecchie,da un mercante di bambini (interpretato da un ottimo Alberto Sordi), a borghesi che si sono arricchiti con truffe,estorsioni,e criminalità di ogni genere,ecc.
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Alle 18 incomincia il giudizio universale! Questa è la frase che nel cielo di Napoli e delle altre città di tutto il mondo si sente continuamente.Arrivate le 18 il giudizio inizia,all'inizio molti sembrano pentiti e hanno voglia di cambiare,ma dopo quando finisce tutto si ritorna come prima.Vittorio De Sica(la ciociara, Umberto D.) dirige un film interessante,lasciando ormai lo spunto del neorealismo, si muove verso un territorio ricco di simbolismi e metafore.Scritto dal grande Cesare Zavattini, la storia si incentra dunque sul tema della fine del mondo, su un giudizio divino verdo la vita umana,e le cose da condannare sono parecchie,da un mercante di bambini (interpretato da un ottimo Alberto Sordi), a borghesi che si sono arricchiti con truffe,estorsioni,e criminalità di ogni genere,ecc..Eppure questo giudizio universale finisce come una farsa dove alla fine tutti ballano e il film da bianco e nero diventa a colori per evidenziare la vita e non più la morte precedente che stavano provando tutti gli uomini.De Sica non trascura nessuna scena, da quella di Gassman,un nobiluomo vittima dell'immagine e dunque di invidie accecati degli altri come gli confessa il suo presunto amico,la famiglia borghese aricchita grazie ad eccidi e dunque alla povertà di qualcuno(e qui è forte la poetica desichiana che evidenzia da sempre l'apologia verso i poveri),il mercante di bambini venditore e mistificatore dell'innocenza,l'uomo appena vedovo che tenta l'approccio con una bella ragazza chiaro esempio di non fedeltà nel corpo e nello spirito, uomo colpevole davanti ad una giuria di determinati reati relativi all'immagine.In ogni modo ce ne sono parecchi di casi che non vanno,ma tutto si risolve con un laccio intorno al collo del povero cane che gironzola come un anima persa,così l'uomo pronto a stringere quel collo come un gesto di superiorità razziale (o meglio di classe).Indimenticabile la scena finale a colori con il megafono che annuncia il nome scambiato per il ritorno del giudizio universale (e non a caso i due ragazzi ballano poiché l"innocenza non ha paura del giudizio universale).Forse non il migliore di De sica,ma senza dubbio interessante.
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great steven
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martedì 29 giugno 2021
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farsa malriuscita e troppo pretenziosa.
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IL GIUDIZIO UNIVERSALE (IT, 1961) diretto da VITTORIO DE SICA. Interpretato da NICOLA ROSSI-LEMENI (voce), PAOLO STOPPA, ALBERTO SORDI, VITTORIO GASSMAN, MELINA MERCOURI, SILVANA MANGANO, JACK PALANCE, ERNEST BORGNINE, FERNANDEL, ANOUK AIMéE, LINO VENTURA, VITTORIO DE SICA, RENATO RASCEL, NINO MANFREDI, FRANCO FRANCHI, CICCIO INGRASSIA, ANDREINA PAGNANI, ELISA CEGANI, JIMMY DURANTE, MARISA MERLINI, DOMENICO MODUGNO, MIKE BONGIORNO ● Una voce tonante (Nicola Rossi-Lemeni) annuncia, in una normale giornata a Napoli, che alle 18 comincia il giorno del giudizio universale. L’annuncio si ripete in modo sempre più insistente, ma all’inizio nessuno lo prende sul serio, ma quando l’orario si avvicina, la preoccupazione aumenta a vista d’occhio.
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IL GIUDIZIO UNIVERSALE (IT, 1961) diretto da VITTORIO DE SICA. Interpretato da NICOLA ROSSI-LEMENI (voce), PAOLO STOPPA, ALBERTO SORDI, VITTORIO GASSMAN, MELINA MERCOURI, SILVANA MANGANO, JACK PALANCE, ERNEST BORGNINE, FERNANDEL, ANOUK AIMéE, LINO VENTURA, VITTORIO DE SICA, RENATO RASCEL, NINO MANFREDI, FRANCO FRANCHI, CICCIO INGRASSIA, ANDREINA PAGNANI, ELISA CEGANI, JIMMY DURANTE, MARISA MERLINI, DOMENICO MODUGNO, MIKE BONGIORNO ● Una voce tonante (Nicola Rossi-Lemeni) annuncia, in una normale giornata a Napoli, che alle 18 comincia il giorno del giudizio universale. L’annuncio si ripete in modo sempre più insistente, ma all’inizio nessuno lo prende sul serio, ma quando l’orario si avvicina, la preoccupazione aumenta a vista d’occhio. E così le piccole vicende umane degli abitanti del capoluogo campano si dipanano su questa falsariga: si assiste ai preparativi per il grande ballo del Duca, a cui tutti i napoletani sono invitati; nei rioni più poveri, si lotta per cercare vestiti all’altezza per potervi partecipare; alcuni ricchi annoiati si corteggiano fra loro in un palazzo con vista sul mare; un marito scopre per caso la moglie con l’amante; un losco individuo vende bambini in America per sbarcare il lunario; un mite giovanotto della buona società è perseguitato dalle angherie del popolino feroce; un verboso avvocato è impegnato nell’improbabile difesa di un maneggione; mentre nel frattempo l’impatto della voce misteriosa calca sempre più la mano su questa varia umanità. C’è chi si pente troppo tardi, chi si sollazza, chi ostenta indifferenza… Quando scoccano le 18, il giudizio ha luogo: sulla città cade un immane diluvio, uomini e donne vengono chiamati in ordine alfabetico e la procedura è visibile a tutti, perfino dalla televisione… finché all’improvviso la pioggia cessa e tutto ritorna alla normalità altrettanto misteriosamente. Ci si precipita tutti al ballo del Duca e, dimentichi di quanto accaduto, i napoletani tornano alle proprie miserie umane e cattive abitudini.
Reduce dal successo mondiale de La ciociara, la coppia De Sica-Zavattini ebbe carta bianca da Dino De Laurentiis per realizzare, con un cast internazionale, un film in chiave farsesca sulla fine del mondo e soprattutto sul modello (più surreale che neorealista) di Miracolo a Milano. L’esperimento non è per niente riuscito. Al di là della richiesta del produttore di fare un film completamente diverso dall’adattamento cinematografico del libro di Moravia, ma con la stessa collaudata coppia regista/sceneggiatore, Il giudizio universale appare come una forzata estremizzazione del cinema a episodi, un tentativo di spingere questo genere ad un’esagerazione delle proprie conseguenze fino a trovarsi con un numero pressoché ingestibile di sketch e scenette più o meno fulminei o barzellettistici. Come spiegare, inoltre, un film su Napoli in cui gli attori partenopei sono virtualmente assenti? Dicasi altrettanto per i numerosi interpreti celebri che non fecero che una comparsata durante le riprese senza ben capire cosa De Sica volesse da loro. L’estro comico si nota qua e là e non mancano nemmeno alcune idee e trovate efficaci, ma è come se il tutto annaspasse in un lago melenso di moralismo e macchiettismo mascherato da folclore, peraltro con una descrizione dell’ambiente sottoproletario che non convince affatto. Infine, che c’entra il finale a colori? Un’opera minore nel repertorio di un grande cineasta che delude e provoca imbarazzo per come stona e per come non compie un’ambizione con un’altissima aspettativa, abortita troppo presto.
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luca scialò
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sabato 14 maggio 2011
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l'umanità alle prese col giudizio universale
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Una Napoli degli anni '50 viene scossa da una voce roboante, che annuncia il Giudizio Universale per le ore 18. Tutti si preoccupano, tormentati dai fantasmi dei propri peccati, errori, rimorsi, profonde paure. Ma c'è anche chi non fa una piega e continua la propria vita come niente fosse. La pioggia incessante arriva e c'è chi davvero cambia, ma c'è anche chi riprende a vivere come prima.
La premiata coppia De Sica-Zavattini può ormai permettersi anche esperimenti, l'utilizzo di un cast di attori italiani di primissimo livello per un film dalle pretese non certo eccelse. Nonostante l'aspetto fiabesco e surreale del film, De Sica non disdegna ancora una volta di criticare gli ipocriti, i moralisti, di salvare gli ultimi, o quanto meno, dargli una speranza.
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Una Napoli degli anni '50 viene scossa da una voce roboante, che annuncia il Giudizio Universale per le ore 18. Tutti si preoccupano, tormentati dai fantasmi dei propri peccati, errori, rimorsi, profonde paure. Ma c'è anche chi non fa una piega e continua la propria vita come niente fosse. La pioggia incessante arriva e c'è chi davvero cambia, ma c'è anche chi riprende a vivere come prima.
La premiata coppia De Sica-Zavattini può ormai permettersi anche esperimenti, l'utilizzo di un cast di attori italiani di primissimo livello per un film dalle pretese non certo eccelse. Nonostante l'aspetto fiabesco e surreale del film, De Sica non disdegna ancora una volta di criticare gli ipocriti, i moralisti, di salvare gli ultimi, o quanto meno, dargli una speranza. Il film alterna pecche stilistiche e carenze simil esordienti a scene esilaranti e geniali trovate. Su tutte, Dio che chiama il popolo della Terra in ordine alfabetico; da Napoli a Londra, da Parigi alla Siria, dalla Germania a Roma.
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