mariano m.
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venerdì 20 agosto 2010
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il vortice del potere che attrae e poi avvelena
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Un ottimo Elio Germano incarna l'anima dell'uomo comune, animato da sete di riscatto,ideali e buoni propositi che però nulla può contro il potere. Il giovane maestro Martino,convinto di immolarsi per la libertà,è certo di riuscire ad uccidere Napoleone,ma dal primo momento in cui lo incontra ne resta stregato così come il pubblico che,per quasi tutto il film,subisce il fascino del tiranno triste e malinconico che arriva ad inginocchiarsi di fronte alla sua vecchia balia. Ma proprio quando sembra potersi configurare il riscatto dell'uomo,o almeno il perdono,all'improvviso l'incantesimo finisce e nella fucilazione a tradimento del maestro di Martino, la bestia del potere riappare in tutta la sua ferocia e il suo cinismo: gli ex allievi della vittima sono confusi e deboli ("schiavi") e senza capire quello che fanno la uccidono,la baronessa Emilia (amante di Martino) cede a Napoleone al punto di partire con lui che comicerà di nuovo a spargere morte per il mondo.
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Un ottimo Elio Germano incarna l'anima dell'uomo comune, animato da sete di riscatto,ideali e buoni propositi che però nulla può contro il potere. Il giovane maestro Martino,convinto di immolarsi per la libertà,è certo di riuscire ad uccidere Napoleone,ma dal primo momento in cui lo incontra ne resta stregato così come il pubblico che,per quasi tutto il film,subisce il fascino del tiranno triste e malinconico che arriva ad inginocchiarsi di fronte alla sua vecchia balia. Ma proprio quando sembra potersi configurare il riscatto dell'uomo,o almeno il perdono,all'improvviso l'incantesimo finisce e nella fucilazione a tradimento del maestro di Martino, la bestia del potere riappare in tutta la sua ferocia e il suo cinismo: gli ex allievi della vittima sono confusi e deboli ("schiavi") e senza capire quello che fanno la uccidono,la baronessa Emilia (amante di Martino) cede a Napoleone al punto di partire con lui che comicerà di nuovo a spargere morte per il mondo. Il potere è strisciante,è un serpente che sa essere silenzioso e attraente,ma al momento giusto colpisce in modo letale. Ma vittima è anche colui che lo ha detenuto,che resta destinato all'inevitabile Sant'Elena mentre il corso della quotidianità ricomincia,tutto preso dalla famiglia e dai prezzi del mercato,troppo distante dalle trame delle stanze del potere e sempre in ritardo sul momento giusto dell'azione,eternamente rimandato mentre la vita passa. Da segnalare,oltre agli indiscutibili protagonisti,la gran prova di Sabrina Impacciatore e Francesca Inaudi,poetiche e dinamiche,così come di Massimo Ceccherini.
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pelaverga
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mercoledì 24 marzo 2010
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armi sbagliate
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ho visti il film ieri sera,carino e piacevole fino ad un certo punto, cioè fino a quando il maestrino ha aperto una cassetta per prendere una pistola. Una cosa abominevole tanto era falsa ! La cassetta rifatta da cani, con delle sculture sul coperchio ,inverosimili; la fiaschetta falsa di produzione recente (Pedersoli) la pistola rifatta che cosi' falsa non ne avevo mai viste.E' stato un pugno nello stomaco! Non parliamo poi della battuta di caccia: non uno con un'arma coeva,i civili armati di falsi tromboni da briganti,gli altri con armi da decorazione.E veniamo al plotone che doveva fucilare il maestro , c'era di tutto dal fucile austriaco mod 1842 in poi.
Mi chiedo era cosi' difficile chiedere un parere sulle armi ad un intenditore vero , in questo modo non avreste rovinato la serata ad un appassionato di storia e di armi.
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studentessa
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lunedì 1 dicembre 2008
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ciao
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questo film fa schifo!!!!!io l'ho visto a scuola e nn ci ho capito nulla!!!!ditemi per favore la trama perkè ho da fare un compito per favore è urgenteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!
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okkiazzurri
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lunedì 25 agosto 2008
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davvero inutile
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Al di là di tutto quello che si può dire e non dire su questio film impera solo una frase: film davvero inutile
[+] niente è inutile....
(di silvio)
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paride
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venerdì 20 giugno 2008
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napoleone a doppio taglio
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Il taglio del film non è molto preciso...è una commedia? Un film drammatico? C'è un significato profondo? Boh! Però si lascia guardare con piacere. Bravi tutti gli attori, anche la Bellucci! Bellissime le ambientazioni.
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riki
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sabato 14 giugno 2008
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è un film storico fatto molto bene
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è un film veramente bellissimo. con attori bravissimi e costumi fantastici. e daniel auteuil è uguale al vero napoleone. insomma ve lo consiglio tantissimo.
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davidz
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giovedì 1 maggio 2008
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eccezionale
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Bello e divertente allo stesso tempo, attori perfetti per i ruoli che interpretano! L'ho visto al cinema e ho comprato subito il dvd appena uscito!
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flower86
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martedì 11 marzo 2008
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una n astratta
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“Purtroppo e’ vero. I soli veri momenti felici sono quelli dell’infanzia, ma ricordarli e’ cosa molto triste. Il giorno che perdiamo l’amore per i gusci di conchiglia, arriva la passione per noi stessi, che ci porta verso la vanita’, fino alla morte.”
N: un uomo, intelligente e astuto, certo, ma nella sua grandezza, semplice.
Se poi identifichiamo in questa N anonima e solitaria, un nome storico e potente come quello di Napoleone, si apre il sipario su di una piccola isola, teatro di un accenno storico, che qui prende vita.
L’ossessiva brama di uccidere colui che sparge sangue senza pentimenti, impossessa nell’animo Martino, macchiandone anche i sogni notturni. Non basteranno i favorevoli intenti del destino (o dei suoi cari) a farlo desistere, soprattutto poiché a suo parere, è proprio un’altra volontà, e non la sua, a farlo muovere verso quella direzione, verso questa particolare impresa, che si concluderà in un crescendo finale sostenuto dalle note dell’Inno alla gioia, dalla 9th Sinfonia di Beethoven.
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“Purtroppo e’ vero. I soli veri momenti felici sono quelli dell’infanzia, ma ricordarli e’ cosa molto triste. Il giorno che perdiamo l’amore per i gusci di conchiglia, arriva la passione per noi stessi, che ci porta verso la vanita’, fino alla morte.”
N: un uomo, intelligente e astuto, certo, ma nella sua grandezza, semplice.
Se poi identifichiamo in questa N anonima e solitaria, un nome storico e potente come quello di Napoleone, si apre il sipario su di una piccola isola, teatro di un accenno storico, che qui prende vita.
L’ossessiva brama di uccidere colui che sparge sangue senza pentimenti, impossessa nell’animo Martino, macchiandone anche i sogni notturni. Non basteranno i favorevoli intenti del destino (o dei suoi cari) a farlo desistere, soprattutto poiché a suo parere, è proprio un’altra volontà, e non la sua, a farlo muovere verso quella direzione, verso questa particolare impresa, che si concluderà in un crescendo finale sostenuto dalle note dell’Inno alla gioia, dalla 9th Sinfonia di Beethoven.
Così niente è a caso, niente accade senza una profonda motivazione all’origine, niente.
Il destino, il fato, la sorte, portano ad un’unica via da percorrere, e per quanto inaspettata appaia, è proprio quella, che le circostanze ci porteranno a seguire. Ed è per questo motivo che lui si ritrova, suo malgrado, a servire riverentemente proprio il suo più grande nemico.
La stretta (voluta in fin dei conti) vicinanza, riesce a toccare il ragazzo, il quale finisce per subire di riflesso una sorta di fascinazione, che l’oggetto del suo odio emana; fino a che la furia non si impossesserà nuovamente del suo animo.
Ma ancora il destino mobilita gli eventi.
Merito facendo all’astuzia e alla sua innata scaltrezza, Napoleone riesce a pianificare un’ideale fuga, all’ombra di quella che doveva essere una ristrutturazione dell’isola. Così quella che in realtà era ed è un esilio, appare ai nostri occhi più come una sorta di vacanza atta ad esaltare la magnificenza, nell’immaginario collettivo, di quella N astratta, quella N che altro non è che il riflesso de “l’immagine di loro stessi, e della loro ansia di riscatto”, quella N di Napoleone.
Divincolandosi da una trama, a tratti piacevole commedia, Virzì riesce ad estrapolare un ottimo lavoro sul romanzo di Ernesto Ferrero, ricostruendo la sceneggiatura grazie all’apporto di Furio e Giacomo Scarpelli, e di Francesco Bruni.
Tra il cast, diretto con maestria, spicca Elio Germano dalle notevoli qualità attoriali. La sua mimica facciale e la sua avveduta capacità, lo fanno padrone tra le scene. A sostenerlo troviamo Daniel Auteuil, che rivisita in modo singolare uno degli uomini più autorevoli del passato, donandogli una duplice personalità: perfetto malinconico da un lato, spietato tiranno dall’altro. Monica Bellocci, Sabrina Impacciatore, Valerio Mastrandrea, e Massimo Ceccherini fanno da contorno, dando luogo a sottotrame intriganti, divertenti e ben sviluppate. Il dialettismo, qui livornese, riesce a contestualizzare e attualizzare maggiormente la vicenda, dandole così maggiori capacità di coinvolgimento nello spettatore, ed aiutata da una fotografia sublime, riesce ad integrare il nostro “sguardo” su di un’ottocentesca Isola d’Elba.
Per finire, ad amalgamare in modo uniforme il testo filmico, ci pensa la colonna sonora, che con la supervisone di Paolo Buonvino e Juan Bardem, trova soprattutto nei pezzi di Beethoven e Prokofiev, un ampio respiro, rendono il tutto propriamente autentico.
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nicola
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martedì 15 gennaio 2008
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un film imbarazzante
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Un film di merda, INCOMPRENSIBILE E SBAGIALTO PRORPRIO Là DOVE IL LIVORNESE E', O MEGLIO CREDE DI ESSER BRAVO: LA SCRITTURA. Pomposo e oltremisura pompato. Costato una cifra vergognosa, nonostante Bellucci Auteuil (con un'Impacciatore IMBARAZZANTE, che parlava un toscano vergognoso) ha incassato ciò che si meritava. Il costo di un caffè.
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