dandy
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lunedì 11 gennaio 2016
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lievemente diverso,in peggio.
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Il primo sequel del fortunato film del 2005 si limita a cambiare poche cose,come il sesso delle vittime.Questa volta abbiamo tre studentesse tutte americane(meno deficienti dei maschietti del primo film ma non meno antipatiche),che dopo una breve parentesi romana e un viaggio nel treno peggiore che possiate immaginare(con insulti sulle pareti e turisti molestatori da rastrellate sulla nuca)si ritrovano nella solita slovacchia mortale con un pizzico di folklore in più ma ugualmente zeppa di razzismo(ritornano pure i bambini crminali,peggiori che nel primo film).L'altra novità sta nel fatto che qui viene dato spazio anche ai torturatori.Ma gli spunti interessanti in questo senso vengono sprecati nella banalità più assoluta:quello che si crede un cattivo nato apre gli occhi(un insopportabile ed esaltato Richard Burgi),e il timido riluttante invece.
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Il primo sequel del fortunato film del 2005 si limita a cambiare poche cose,come il sesso delle vittime.Questa volta abbiamo tre studentesse tutte americane(meno deficienti dei maschietti del primo film ma non meno antipatiche),che dopo una breve parentesi romana e un viaggio nel treno peggiore che possiate immaginare(con insulti sulle pareti e turisti molestatori da rastrellate sulla nuca)si ritrovano nella solita slovacchia mortale con un pizzico di folklore in più ma ugualmente zeppa di razzismo(ritornano pure i bambini crminali,peggiori che nel primo film).L'altra novità sta nel fatto che qui viene dato spazio anche ai torturatori.Ma gli spunti interessanti in questo senso vengono sprecati nella banalità più assoluta:quello che si crede un cattivo nato apre gli occhi(un insopportabile ed esaltato Richard Burgi),e il timido riluttante invece....indovinate un pò?Ma state tranquilli,anche qui naturalmente non poteva mancare il ribaltamento vittima-carnefice,con l'aggiunta di un bieco messaggio sociale perdipiù(i ricchi possono sempre salvarsi grazie ai soldi).Lo splatter è aumentato e ben servito,ma il tono serio e cupo del primo film ha lasciato il posto al trash(la "partitina" finale),e ci si annoia pure quando non succede niente.Superficiale l'episodio inziale che vede protagonista il superstite del primo "Hostel".Tarantino è sempre produttore,e di nuovo in tv c'è una scena di "Pulp Fiction".Inutili comparse per alcuni miti nostrani del regista:Luc Merdenda(il poliziotto),Edwige Fenech(la professoressa d'arte)e Ruggero "Cannibal Holocaust"Deodato(ovviamente nel ruolo di un cannibale).
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vale_rio
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venerdì 3 luglio 2015
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Io credo che chiunque con un briciolo di intelligenza e sensibilità possa rimanere traumatizzato da hostel.
Bastano certe scene per farci riflettere di brutto dopo lo shock.. Poi ognuno la prendere a modo suo.
Io stesso dopo averlo visto ho cominciato a sviluppare un sesto senso per cercar di capire certi sconosciuti loschi. Paranoie si ma a volte necessarie.
Hostel in un certo senso apre gli occhi..
D' altra parte invece sono sicuro che c'è gente che guarda il film e riscopre dentro di se un bisogno sadoerotico/perverso.
Per esempio in hostel 2, la scena terribile della ragazza appesa a testa in giu.. non lo nego in un certo senso fa godere il senso di potere che ha la Bathory... L'ho riguardata piu volte.
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Io credo che chiunque con un briciolo di intelligenza e sensibilità possa rimanere traumatizzato da hostel.
Bastano certe scene per farci riflettere di brutto dopo lo shock.. Poi ognuno la prendere a modo suo.
Io stesso dopo averlo visto ho cominciato a sviluppare un sesto senso per cercar di capire certi sconosciuti loschi. Paranoie si ma a volte necessarie.
Hostel in un certo senso apre gli occhi..
D' altra parte invece sono sicuro che c'è gente che guarda il film e riscopre dentro di se un bisogno sadoerotico/perverso.
Per esempio in hostel 2, la scena terribile della ragazza appesa a testa in giu.. non lo nego in un certo senso fa godere il senso di potere che ha la Bathory... L'ho riguardata piu volte.. E' una scena fatta benissimo.
Sono sicuramente film da fare, ti fanno capire molte cose, chi siamo e cosa possiamo arrivare a fare. Come un documentario di storie che potrebbero essere vere. Poi sicuramente sia Roth che Taranntino godono nel farlo.. Chiaro.
Trovo un pò irresponsabile farne altri.. Vabene uno.. con uno capisci.. Ma Continuare a fare film cosi e a proporre quel contenuto insano alla gente, fa capire quanto le industrie cinematografiche se ne fregano di noi pur di fare soldi. Diventa poi una droga per certa gente continuare a guardare quel genere.
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gigigante
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giovedì 27 giugno 2013
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imbarazzo
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Il film, sempre che così si possa definire, è assolutamente imbarazzante e fuori luogo sotto qualsiasi punto di vista. La trama è inesistente e le "idee" apportate rispetto al primo Hostel sono pacchiane e assolutamente scontate.
L'idea di fondo, quella di creare un film estremo e psicologicamente massacrante, può esprimere potenziale ma il pessimo stile di regia/recitazioni varie non fanno altro che plasmare un orribile splatter da macellai americani. Ogni tanto si intravede qualche barlume di speranza all'interno di scene bestialmente geniali di umorismo nero firmate Tarantino (vedi il cameo di Deodato e la scena finale) ma è veramente poca roba in confronto al resto.
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Il film, sempre che così si possa definire, è assolutamente imbarazzante e fuori luogo sotto qualsiasi punto di vista. La trama è inesistente e le "idee" apportate rispetto al primo Hostel sono pacchiane e assolutamente scontate.
L'idea di fondo, quella di creare un film estremo e psicologicamente massacrante, può esprimere potenziale ma il pessimo stile di regia/recitazioni varie non fanno altro che plasmare un orribile splatter da macellai americani. Ogni tanto si intravede qualche barlume di speranza all'interno di scene bestialmente geniali di umorismo nero firmate Tarantino (vedi il cameo di Deodato e la scena finale) ma è veramente poca roba in confronto al resto.
Infangato il nome di Roth e Tarantino, entrambi cresciuti col mito del cinema Horror italiano, che creano un film con i classici italiani non ha ssolutamente niente a che vedere.
Hostel II non è altro che un carnaio commerciale che vive della rendita e degli incassi del primo, sperando che la gente leggendone il titolo ne sia invogliata.
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tarantinofan96
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venerdì 31 maggio 2013
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hostel part ii
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Hostel ritorna con un cast femminile, ma non manca di splatter e violenza anzi forse ce n'è di più che nel primo capitolo. Partecipazioni straordinarie di Edwige Fenech, che interpreta un' insegnante di arte, e del regista italiano Ruggero Deodato che non poteva che interpretare un torturatore cannibale italiano. Eli Roth fa centro un'altra volta creando un seguito che oltre allo splatter punta anche alla psicologia dei torturatori (mentre nel primo no) soprattuto anche con le parti dei due americani che decidono di andare in Slovacchia proprio per questo. Hostel 2 è migliore del primo capitolo, ma si possono quasi contare come un unico film horror, uno dei migliori del decennio.
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amandagriss
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sabato 20 aprile 2013
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venghino signori,venghino!
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Continuano i massacri nel famigerato ostello della lontana Slovacchia.Eli Roth nel rispetto dell'intelligenza e memoria degli spettatori,non ci propone un sequel-fotocopia del capostipite ma ne sviluppa la trama originale,amplificandola negli spazi,nelle dinamiche e negli effetti: scopriamo che lo sperduto ostello/esca e la fabbrica/mattatoio dismessa non sono quei circoscritti ed elitari inferni sulla terra così remoti e sconosciuti come si credeva,bensì posseggono agganci e ramificazioni in tutto il mondo,con a capo un'azienda che intasca miliardi sulla pelle degli esseri umani e che trova in internet -mostro dal multiforme aspetto- la sua linfa vitale,la via per arrivare ovunque,il modo più sicuro per mimetizzarsi e continuare ad agire indisturbata.
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Continuano i massacri nel famigerato ostello della lontana Slovacchia.Eli Roth nel rispetto dell'intelligenza e memoria degli spettatori,non ci propone un sequel-fotocopia del capostipite ma ne sviluppa la trama originale,amplificandola negli spazi,nelle dinamiche e negli effetti: scopriamo che lo sperduto ostello/esca e la fabbrica/mattatoio dismessa non sono quei circoscritti ed elitari inferni sulla terra così remoti e sconosciuti come si credeva,bensì posseggono agganci e ramificazioni in tutto il mondo,con a capo un'azienda che intasca miliardi sulla pelle degli esseri umani e che trova in internet -mostro dal multiforme aspetto- la sua linfa vitale,la via per arrivare ovunque,il modo più sicuro per mimetizzarsi e continuare ad agire indisturbata.Così,chiunque nel mondo,munito di un considerevole conto in banca (in alternativa ci sono i debiti o l'ipoteca sulla casa) ma,soprattutto,marcio dentro al punto da provare piacere nel commettere le più nefande aberrazioni su un altro essere umano,si collega al sito della morte per prendere parte,da protagonista assoluto,al suo personale gioco per risvegliare i sensi,scuotersi dal torpore di una vita piatta e ordinaria,adagiata sui soffici guanciali del benessere,per saggiare gli istinti primordiali,testare i propri limiti (morali),svelare la propria natura.Il regista,partendo dall'horror iperrealista nudo e crudo dei '70 e contaminandolo pesantemente con il gore & splatter degli '80 aggiornato e potenziato qualitativamente -Splat Pack- costruisce un racconto esteticamente cruento,ambientandolo nella dura e atroce realtà di quelle zone dell’est del mondo sventrate dalla guerra,devastate dalla miseria,dove a contare è solo il dio danaro.Non si cura di apparire brutto,sporco e cattivo,porta in alto,orgoglioso,lo stendardo del b movie italiano e dei suoi storici rappresentanti: omaggia -e ringrazia nei titoli di coda- le muse nostrane Lucio Fulci,Aldo Lado, Umberto Lenzi,Ruggero Deodato,regista del feroce Cannibal Holocaust,al quale riserva il cameo del torturatore/cannibale,e si avvale delle illustri presenze di Edwige Fenech e Luc Merenda,due tra le tante icone del genere ‘di cassetta’.È violento,implacabile,estremo ma rigoroso: conosce bene le regole visive dell'horror e le rispetta,mostrandoci i massacri in tutta la loro evidenza,autocensurandosi dove la morte ne travalica i confini (il bimbo ucciso).Fintamente grezzo,riesce a lasciare il segno,a turbare,disgustare e raccapricciare.Se nel primo capitolo il punto di vista prevalente era quello delle vittime,qui questo si sdoppia in un interessante parallelismo tra vittime inconsapevoli e carnefici coscienti,con una particolare attenzione verso i secondi,le cui psicologie risultano più complesse ed indagate.La paura dell'ignoto più prossimo che permeava il primo capitolo adesso è superata (oramai conosciamo i fatti).Hostel part II è amaramente brutale,è la cassa di risonanza di Hostel: più cattivo e feroce,meno stilemi horror e più verosimiglianza,perché a far paura è la deriva dello spirito e dei suoi valori.Tra le vittime la brava e 'bruttina' Heather Matarazzo,vista in Scappo dalla scuola media,a cui è riservata la scena più bella,e facce-tv,viscide metà di disperate casalinghe destinate ad una fine degna del grande schermo.
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spacexion
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lunedì 3 dicembre 2012
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sequel privo di interesse.
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3 giovani studentesse americane di stanza a Roma partono in vacanza per la Slovacchia, in cerca di relax e cure termali. Si tramuterà invece nel loro peggior incubo.
Eli Roth riparte da dove Hostel part 1 finiva, riavvolge il nastro e ci ripropone lo stesso identico tema, rivisitandolo in chiave femminile. Meno genuino del primo, più ammiccante, la storia ci permette di comprendere meglio chi si cela dietro la fantomatica organizzazione mafiosa che offre ai suoi "clienti" giovani prede da tutto il mondo da torturare fino alla morte. Tuttavia svelare la psicologia dei clienti torturatori o della "mente" dietro a tutta l'organizzazione non offre allo spettatore nessuno spunto di interesse nuovo.
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3 giovani studentesse americane di stanza a Roma partono in vacanza per la Slovacchia, in cerca di relax e cure termali. Si tramuterà invece nel loro peggior incubo.
Eli Roth riparte da dove Hostel part 1 finiva, riavvolge il nastro e ci ripropone lo stesso identico tema, rivisitandolo in chiave femminile. Meno genuino del primo, più ammiccante, la storia ci permette di comprendere meglio chi si cela dietro la fantomatica organizzazione mafiosa che offre ai suoi "clienti" giovani prede da tutto il mondo da torturare fino alla morte. Tuttavia svelare la psicologia dei clienti torturatori o della "mente" dietro a tutta l'organizzazione non offre allo spettatore nessuno spunto di interesse nuovo. Anzi, al contrario rende la storia più ovvia, scontata e, in definitiva, più noiosa. Il budget di produzione (più che raddoppiato rispetto al primo film della serie) permette a Roth di lanciarsi in riprese più ricche sul piano narrativo e decorativo, con scenografie più curate fino a realizzare alcune scene di discreto delirio estetico. Ma l'estetica qui si paga perdendo la spontaneità e l'immediatezza che caratterizzava invece Hostel 1 (e ne rappresentava uno dei suoi pochi punti di forza). Finale da buttare via. Film da dimenticare.
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sinphi
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venerdì 21 settembre 2012
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una parola
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davide chiappetta
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mercoledì 12 settembre 2012
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diverso e uguale al primo
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Sequel che ha un grave limite: vengono a mancare totalmente la suspence e il mistero. Non potendo contare sulla sorpresa, Roth decide di farci entrare nel mondo dell'organizzazione che procaccia le vittime, in questo modo lo spettatore non vede più il film dalla parte delle vittime ma entra egli stesso nel ruolo del torturatore, anzi dei due torturatori, che verso la fine del film si scambiano i ruoli (come da copione). Purtroppo la trovata intelligente di avere il punto di vista dalla parte del carnefice, e l'abbondanza di ironia rispetto al film precedente, è affossata da una messa in scena patinata ed estetizzante quando non eroticizzata (vedi il bagno di sangue che si ispira alle torture perpetrate dalla contessa Bathory, con echi registici di Jean Rollin) facendoci perdere l'attrattiva dell'originale girato a basso costo ma con atmosfere più sinistre e cupe.
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Sequel che ha un grave limite: vengono a mancare totalmente la suspence e il mistero. Non potendo contare sulla sorpresa, Roth decide di farci entrare nel mondo dell'organizzazione che procaccia le vittime, in questo modo lo spettatore non vede più il film dalla parte delle vittime ma entra egli stesso nel ruolo del torturatore, anzi dei due torturatori, che verso la fine del film si scambiano i ruoli (come da copione). Purtroppo la trovata intelligente di avere il punto di vista dalla parte del carnefice, e l'abbondanza di ironia rispetto al film precedente, è affossata da una messa in scena patinata ed estetizzante quando non eroticizzata (vedi il bagno di sangue che si ispira alle torture perpetrate dalla contessa Bathory, con echi registici di Jean Rollin) facendoci perdere l'attrattiva dell'originale girato a basso costo ma con atmosfere più sinistre e cupe. Divertente e ritmicamente ben girata la scena dell'asta online delle tre ragazze. Camei di Fenech, Deodato che giusto per cambiare fa Lecter, e Merenda che cita una scena di 'Tutti i colori del buio'.
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battanic
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martedì 24 aprile 2012
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bando al facile moralismo... e' un film!
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...Che dire... fare discorsi moralistici e perbenisti su questo film sarebbe facile, ma totalmente fuori luogo ed inutile. Si sa che è un film, e quindi frutto della fantasia di un autore...
Venendo, poi, alla parte più tecnica della recensione, il film sconta l'identità della trama con l'uno, dal quale troppo poco si discosta. Rispetto al primo capitolo, però, lo stesso rappresenta un'evoluzione: la maggiore complessità della stessa trama,e le scenografia più variegata. Alla seconda parte va ,poi, reso merito del fatto che la stessa spiega più approfonditamente il "Meccanismo"; peraltro, rispetto all'1 e al 3 vi è un maggior spazio per il folklore locale: gradevole intermezzo.
Venendo,invece,al significato del film,al di là di ciò che può sembrare e dell'esasperazione delle scene e della tematica,siamo alla scottante attualità: civiltà consumista,priva di valori e lussuriosa; mai contenta e sempre desiderosa di provare il di più! Non basta più la droga,il divertimento in tutte le sue manifestazioni, nemmeno più l'omosessualità sopravvenuta: abbiamo esempi di perfetti etero,che però, per provare il di più si danno ai travestiti! Non basta più nemmeno quello! Bisogna avere l'idea di possedere una persona a 360° fino a poterla uccidere nel modo che si ritiene,ovviamente il più pervertito possibile!
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...Che dire... fare discorsi moralistici e perbenisti su questo film sarebbe facile, ma totalmente fuori luogo ed inutile. Si sa che è un film, e quindi frutto della fantasia di un autore...
Venendo, poi, alla parte più tecnica della recensione, il film sconta l'identità della trama con l'uno, dal quale troppo poco si discosta. Rispetto al primo capitolo, però, lo stesso rappresenta un'evoluzione: la maggiore complessità della stessa trama,e le scenografia più variegata. Alla seconda parte va ,poi, reso merito del fatto che la stessa spiega più approfonditamente il "Meccanismo"; peraltro, rispetto all'1 e al 3 vi è un maggior spazio per il folklore locale: gradevole intermezzo.
Venendo,invece,al significato del film,al di là di ciò che può sembrare e dell'esasperazione delle scene e della tematica,siamo alla scottante attualità: civiltà consumista,priva di valori e lussuriosa; mai contenta e sempre desiderosa di provare il di più! Non basta più la droga,il divertimento in tutte le sue manifestazioni, nemmeno più l'omosessualità sopravvenuta: abbiamo esempi di perfetti etero,che però, per provare il di più si danno ai travestiti! Non basta più nemmeno quello! Bisogna avere l'idea di possedere una persona a 360° fino a poterla uccidere nel modo che si ritiene,ovviamente il più pervertito possibile!
...Ma siccome, tutti noi vogliamo,alla fine vedere vincere il bene, eccoci accontantati: il sopravvissuto c'è sempre, si salva, e vendica tutti!
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tecmec
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sabato 14 aprile 2012
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pensavo peggio
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Non amo affatto lo splatterpunk, quindi mi sono approcciato a questa pellicola molto prevenuto.
Invece, stranamente, forse perchè è prodotto da Quentin, il film scorre bene, risulta efficace, smuove la rabbia al punto giusto, insomma: funziona.
Ovviamente il sadismo insito nell'idea è a malapena celato dalla trama rudimentale ma nonostante questa ingenuità, forse anche voluta visto il target a cui si rivolge la pellicola, le emozioni per quanto spartane non mancano.
I cattivi sono odiosi e pericolosi al punto giusto e fanno una fine decisamente truculenta, anzi direi grandguignolesca.
I buoni fanno la stessa fine eccettuato ovviamente la protagonista che a sua volta.
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Non amo affatto lo splatterpunk, quindi mi sono approcciato a questa pellicola molto prevenuto.
Invece, stranamente, forse perchè è prodotto da Quentin, il film scorre bene, risulta efficace, smuove la rabbia al punto giusto, insomma: funziona.
Ovviamente il sadismo insito nell'idea è a malapena celato dalla trama rudimentale ma nonostante questa ingenuità, forse anche voluta visto il target a cui si rivolge la pellicola, le emozioni per quanto spartane non mancano.
I cattivi sono odiosi e pericolosi al punto giusto e fanno una fine decisamente truculenta, anzi direi grandguignolesca.
I buoni fanno la stessa fine eccettuato ovviamente la protagonista che a sua volta...
Interessante, anche molto disturbante a tratti, comunque convincente senza scadere nell'assurdo, come Planet Terror che tra l'altro mi è piaciuto.
ttenzione a quelli dalla volontà debole: non guardatelo o vi trasformerete in mostri-ammazzamostri a vostra volta!
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