aristoteles
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sabato 30 luglio 2016
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thriller pugliese
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A tratti leggermente caotico ma ben fatto.
Tra aneddoti del passato, un presente molto ingarbugliato ed un misterioso omicidio,si riunisce una famiglia pugliese.
La storia raccontata è interessante,ottima la fotografia e bravi tutti gli attori.
Su tutti un gran Bentivoglio, vero mattatore della pellicola che con il passare dei minuti riassapora e riscopre le proprie origini,la polvere della propria terra.
La Famiglia viene prima di tutto.
Anche il finale non mi è dispiaciuto,pertanto un plauso a Rubini autore di un'ottima commedia italiana.
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carmen belarducci
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venerdì 8 novembre 2013
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macchinoso
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E' la mancanza di un vero punto di vista il vero problema del film. Troppi personaggi si intrecciano e si confondono tra di loro. Il film risulta quindi macchinoso ed anche un pò noioso. Il personaggio migliore è quello di Bentivoglio, forse il meno caricaturale. Rubini oltre a non aver dato prova di una buona regia, appare anche nella recitazione molto in difficoltà, imprigionato in un personaggio troppo distante da lui.
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fabian t.
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martedì 14 maggio 2013
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un film solido e curato
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Girato con tanta passione e una certa attenzione ai particolari, "La terra" è un film lodevole per la solidità della sceneggiatura e l'evidente impegno recitativo e registico. Il richiamo alle proprie irrinunciabili origini, le dialettiche familiari, l'inevitabile alternarsi di dramma e commedia, oltre che i suggestivi luoghi scelti per l'ambientazione, sono i punti forti del film, capace di ridare dignità e serietà a un modo di fare cinema che grazie a registi come Rubini sta forse a piano a piano riemergendo.
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virea
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sabato 30 giugno 2012
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notevole con riserva
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Mi ha colpito la recensione di Mario Conti, che trovo particolarmente robusta ed esauriente : posso sapere che lavoro fa?
Solo una precisazione, tanto per cavillare: la filosofia della Magna Grecia non mi sembra da liquidare con una concessiva..
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weach
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giovedì 28 ottobre 2010
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terra di trasformazione
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Un viaggio di ritorno nel sud , alla ricerca delle proprie radici, ma con delle motivazioni economiche .
E’ un problema di terra,si terra da vendere ,di famiglia ,che per opposte vicende familiari ,c’è chi vuole vendere e chi no.
È storia di vecchi condizionamenti con possibilità di emancipazione, una sorta di percorso a tappe nel quale viene offerta la possibilità di modificare gli aggregati psichici e realizzare qualcosa di imprevisto, un cambiamento,o se volete, qualcosa di diverso.
Sergio Rubini sorprende sempre , la sua capacità di trasformazione è prodigiosa, ed il regista -attore incarna il personaggio più sgradevole della sua storia ,colui che ricatta, che ha in se rancori profondi, che è capace di qualsiasi cosa pur di ottenere un vantaggio materiale.
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Un viaggio di ritorno nel sud , alla ricerca delle proprie radici, ma con delle motivazioni economiche .
E’ un problema di terra,si terra da vendere ,di famiglia ,che per opposte vicende familiari ,c’è chi vuole vendere e chi no.
È storia di vecchi condizionamenti con possibilità di emancipazione, una sorta di percorso a tappe nel quale viene offerta la possibilità di modificare gli aggregati psichici e realizzare qualcosa di imprevisto, un cambiamento,o se volete, qualcosa di diverso.
Sergio Rubini sorprende sempre , la sua capacità di trasformazione è prodigiosa, ed il regista -attore incarna il personaggio più sgradevole della sua storia ,colui che ricatta, che ha in se rancori profondi, che è capace di qualsiasi cosa pur di ottenere un vantaggio materiale.
Ma il centro del film resta “la terra”, la sudata terra del sud , che è in bilico fra la speculazione edilizia ed il profondo desiderio di tenere ben salde le radici nella tradizione di sempre.
Sullo sfondo di un thriller ,che rende più accessibile la storia , si consuma un dramma che trae le sue origini da un bagaglio ereditario di pensieri e desideri tipici di una cultura del silenzio e dell’ azione che è ma non deve apparire .
Alla fine tutto sembra immutabile ma non è così ; tutto è in movimento verso un cambiamento o trasformazione.
Weach illuminati
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davide di finizio
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lunedì 28 dicembre 2009
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rubini e la dostoevskijana terra
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Sarebbe davvero interessante chiedere a S. Rubini se teneva presente I fratelli Karamazov quando si avventurò nella regia di questo film, che mostra diversi punti di contatto col capolavoro di Dostoevskij: tre fratelli, un fratellastro, un uomo morto, un dramma familiare che si tinge di giallo, ma con più vaste ambizioni. Peraltro Luigi, il professore di filosofia che arriva da Milano per vendere la tenuta di famiglia può essere suggestivamente associato ad Ivan, per l'appunto il "filosofo". Curiose anche le analogie tra Mario e Alesa, nella loro controversa religiosità, e tra Aldo e Dmitrij, temperamenti passionali che contendono entrambi una donna all' "antipatico" di turno: nel romanzo era Fedor, il padre dissoluto, cui l'autore russo prestava il suo nome; qui è Tonino, un losco individuo estraneo alla famiglia, cui il regista italiano presta invece il suo volto.
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Sarebbe davvero interessante chiedere a S. Rubini se teneva presente I fratelli Karamazov quando si avventurò nella regia di questo film, che mostra diversi punti di contatto col capolavoro di Dostoevskij: tre fratelli, un fratellastro, un uomo morto, un dramma familiare che si tinge di giallo, ma con più vaste ambizioni. Peraltro Luigi, il professore di filosofia che arriva da Milano per vendere la tenuta di famiglia può essere suggestivamente associato ad Ivan, per l'appunto il "filosofo". Curiose anche le analogie tra Mario e Alesa, nella loro controversa religiosità, e tra Aldo e Dmitrij, temperamenti passionali che contendono entrambi una donna all' "antipatico" di turno: nel romanzo era Fedor, il padre dissoluto, cui l'autore russo prestava il suo nome; qui è Tonino, un losco individuo estraneo alla famiglia, cui il regista italiano presta invece il suo volto.
Ma La Terra, come si accennava, non è (o non solo) un film di genere: nell'involucro del "giallo" si nasconde la tormentata ricerca di una verità, che non è semplicemente lo smascheramento di un assassino. Anzi, da questo punto di vista, le aspettative comuni vengono sostanzialmente deluse, il che è senz'altro una prova della cifra stilistica del suo autore. Ma la verità di questo film (se di verità si può in fin dei conti parlare) è nella riscoperta della famiglia, delle radici, del passato, valori con cui Luigi, antieroe inquieto e passionale (e quindi tipicamente dostoevskijano) sarà costretto, come ognuno di noi, a fare i conti.
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[+] chapeau al recensore, ma anche a rubini.
(di virea)
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antrace
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mercoledì 9 dicembre 2009
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un sud scolpito nella pietra
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Terra pugliese, terra pietrosa e solatia, quasi disabitata, dove un boss violento ,camuso, ineffabile governa ogni cosa . In questa piccola enclave della malavita , quattro fratelli si incontrano allo scopo di concordare la vendita di alcuni poderi . Il loro contratto non sarà mai firmato , perchè prevarranno tensioni reciproche e diversi interessi . Il più colto e raffinato tra essi, residente in una città del nord , quello solo libero da ricatti mafiosi , arriva nel paese per dirimere le contese familiari , mettendo via via a fuoco il dissidio dei fratelli , le loro incerte condizioni economiche , la paura e l'omertà dietro i muri e gli sguardi .
Quando il boss verrà ucciso in una spettrale processione , scoprirà che la mano omicida , sicuramente vicina , non appartiene ai due fratelli indiziabili ma al più giovane , lontano da ogni affare .
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Terra pugliese, terra pietrosa e solatia, quasi disabitata, dove un boss violento ,camuso, ineffabile governa ogni cosa . In questa piccola enclave della malavita , quattro fratelli si incontrano allo scopo di concordare la vendita di alcuni poderi . Il loro contratto non sarà mai firmato , perchè prevarranno tensioni reciproche e diversi interessi . Il più colto e raffinato tra essi, residente in una città del nord , quello solo libero da ricatti mafiosi , arriva nel paese per dirimere le contese familiari , mettendo via via a fuoco il dissidio dei fratelli , le loro incerte condizioni economiche , la paura e l'omertà dietro i muri e gli sguardi .
Quando il boss verrà ucciso in una spettrale processione , scoprirà che la mano omicida , sicuramente vicina , non appartiene ai due fratelli indiziabili ma al più giovane , lontano da ogni affare .
Coinvolto nel clima di agguati e di vendette , partecipe ormai del
linguaggio crudo, atavico del luogo natio , troverà un'abile accordo con gli eredi del boss , che garantirà a quelli un ricco risarcimento, ed al fratello minore di evitare il carcere .
Il film ha pregi e difetti in dosi eque , prolisso e irrisolto nella sceneggiatura , sa preservare attraverso una acuta recitazione un contenuto freddo , quasi da piece teatrale , che ben descrive il pathos della vicenda ed i contorni lucidi in cui si svolge .
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preziosa
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lunedì 22 giugno 2009
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le verità scomode
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Giudizio globale più che discreto, anche se non lo trovo fra i suoi migliori. L'avevo già visto appena uscito nelle sale, ho voluto rivederlo qualche settimana scorsa.
Trovo molto belle le musiche, bene adeguate all’atmosfera noir. E' un dramma sui litigi fra fratelli che non si trovano da tempo, col colpo di scena verso la fine. Tra tutti i 4 fratelli, l'assassino è proprio il meno probabile, quello più insospettabile, perchè impegnato nel sociale e apparentemente quello con meno moventi fra tutti i fratelli.Ho l'impressione che sia stato scelto proprio Mario come a voler dire che le persone non sono come appiano e non si conoscono mai abbastanza, essendo uscito il suo lato nascosto ed è stato scelto anche per non dare un finale dato per certo.
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Giudizio globale più che discreto, anche se non lo trovo fra i suoi migliori. L'avevo già visto appena uscito nelle sale, ho voluto rivederlo qualche settimana scorsa.
Trovo molto belle le musiche, bene adeguate all’atmosfera noir. E' un dramma sui litigi fra fratelli che non si trovano da tempo, col colpo di scena verso la fine. Tra tutti i 4 fratelli, l'assassino è proprio il meno probabile, quello più insospettabile, perchè impegnato nel sociale e apparentemente quello con meno moventi fra tutti i fratelli.Ho l'impressione che sia stato scelto proprio Mario come a voler dire che le persone non sono come appiano e non si conoscono mai abbastanza, essendo uscito il suo lato nascosto ed è stato scelto anche per non dare un finale dato per certo. Mi è piaciuto il finale,Luigi il filosofo, si è dimostrato saggio nel trovare una soluzione accomodante per la sua famiglia e nel nascondere una verità troppo provocatoria e scomoda.
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marezia
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martedì 9 giugno 2009
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un po' distratta...
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Non vorrei sempre attaccare i famosi apripista ma anche questa volta mi corre l'obbligo di stigmatizzare l'esimia Luisa Ceretto non solo per le 2 stelle assegnate ma soprattutto perché riduce il ruolo di Rubini a semplice regista quando invece è UNA SPLENDIDA MASCHERA. Possibile che non se ne sia accorta? O, come io credo, alle volte non sottolineare in modo deciso la performance di un attore fa chic... Comunque, se Bentivoglio è da 10, Rubini è da bacio accademico. E che diamine!
[+] p.s.
(di marezia)
[ - ] p.s.
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gianmaria s
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lunedì 28 aprile 2008
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terra. che terra?
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E' divertente e ben congeniato, ma non tutto funziona nel film di Sergio Rubini che racconta l'incontro di quattro fratelli (uno emigrato a Milano, gli altri tre rimasti nel paesello del Sud) costretti a trovare un accordo per poter vendere un terreno di famiglia.
Un percorso lungo le tradizioni e la terra del sud, un viaggio dentro la famiglia, che non e' piu', o forse non e' mai stato, spazio protettivo e felice. Molto bravo Sergio Rubini nel ruolo del personaggio negativo e spiacevole. Il film regala molti momenti divertenti e appassionati.
Ovviamente non mancano le storie d'amore, che comunque non mostrano niente di nuovo o particolare, ma si limitano a seguire i canoni del cinema americano e dell'ultimo italiano (fuga al mare, casolare abbandonato in un pomeriggio di pioggia, ecc.
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E' divertente e ben congeniato, ma non tutto funziona nel film di Sergio Rubini che racconta l'incontro di quattro fratelli (uno emigrato a Milano, gli altri tre rimasti nel paesello del Sud) costretti a trovare un accordo per poter vendere un terreno di famiglia.
Un percorso lungo le tradizioni e la terra del sud, un viaggio dentro la famiglia, che non e' piu', o forse non e' mai stato, spazio protettivo e felice. Molto bravo Sergio Rubini nel ruolo del personaggio negativo e spiacevole. Il film regala molti momenti divertenti e appassionati.
Ovviamente non mancano le storie d'amore, che comunque non mostrano niente di nuovo o particolare, ma si limitano a seguire i canoni del cinema americano e dell'ultimo italiano (fuga al mare, casolare abbandonato in un pomeriggio di pioggia, ecc.).
La nota negativa piu' importante e' l'invasivita' e l'inadeguatezza della colonna sonora, irritante.
Oltre a questo il finale del film lascia aperte molte porte all'idea di vendetta fai da te (discutibilissima) e alla rassegnazione (anche se parziale) alle mafie.
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