La terra

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Un film di Sergio Rubini. Con Fabrizio Bentivoglio, Paolo Briguglia, Emilio Solfrizzi, Massimo Venturiello.
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Thriller, durata 112 min. - Italia 2006. uscita venerdì 24 febbraio 2006. MYMONETRO La terra * * 1/2 - - valutazione media: 2,74 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
raffa s. domenica 26 febbraio 2006
saga familiare tinta di giallo, Valutazione 4 stelle su cinque
69%
No
31%

“La terra” è un ulteriore omaggio che il regista di Grumo (Bari), romano d’adozione, rende alla sua terra, e, in generale, alla “memoria” d’ognuno. Cose e paesaggi sono un tripudio di pugliesità (uliveti sterminati, masserie, mare cristallino, mandorle e primitivo), ma quella che Rubini racconta è una storia universale, o, perlomeno, molto italiana. Stazione di Mesagne, Brindisi. È pieno giorno, eppure non c’è un’anima. Un treno si ferma. Scende un uomo. Entrambi pare abbiano fretta di ripartire: il treno lo farà subito, l’altro dovrà attendere. Più del previsto. L’uomo in questione è il professore di filosofia Luigi Di Santo (un Fabrizio Bentivoglio, che, come ne L’amore ritorna, veste benissimo i panni del “pugliese di ritorno”), originario di quei luoghi, emigrato a Milano. [+]

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davide di finizio lunedì 28 dicembre 2009
rubini e la dostoevskijana terra Valutazione 4 stelle su cinque
69%
No
31%

Sarebbe davvero interessante chiedere a S. Rubini se teneva presente I fratelli Karamazov quando si avventurò nella regia di questo film, che mostra diversi punti di contatto col capolavoro di Dostoevskij: tre fratelli, un fratellastro, un uomo morto, un dramma familiare che si tinge di giallo, ma con più vaste ambizioni. Peraltro Luigi, il professore di filosofia che arriva da Milano per vendere la tenuta di famiglia può essere suggestivamente associato ad Ivan, per l'appunto il "filosofo". Curiose anche le analogie tra Mario e Alesa, nella loro controversa religiosità, e tra Aldo e Dmitrij, temperamenti passionali che contendono entrambi una donna all' "antipatico" di turno: nel romanzo era Fedor, il padre dissoluto, cui l'autore russo prestava il suo nome; qui è Tonino, un losco individuo estraneo alla famiglia, cui il regista italiano presta invece il suo volto. [+]

[+] chapeau al recensore, ma anche a rubini. (di virea)
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giux scorpio giovedì 25 gennaio 2007
un capolavoro per un pubblico esperto! Valutazione 5 stelle su cinque
62%
No
38%

Come sempre il nostro Rubini non si smentisce mai, ogni film che tocca si trasforma in una apoteosi di verità, avvolte cruda e spicciola ma assolutamente non esecrabile. Il film si rivela scena per scena ritraendo con minuziosità una famiglia e i suoi personaggi, nel dettaglio assoluto, la regia è impeccabile e la trama è affascinante e tremendamente attuale per le nostre pagine di cronaca. Quello che la fa da padrone, nel fim, è la rivalsa e l'orgoglio, ed entrambi questi sentimenti sfociano come la conclusione ridondante di un opera orchestrata, nella scena della lotta nella TERRA, dove i due uomini lottano contorcendosi per arrivare alla vittoria, sfogandosi affannosi. Una delle scene più magiche del film, assolutamente più magiche! Il film è meraviglioso, i colori della pellicola sono del sud, caldi e viscerali, gli attori assieme danno vita ad un raccordo straordinario, nel quale Bentivoglio resiste ed entusiasma, trasudando fascino estremo, e seducendo con classe ogni singolo cinespettatore. [+]

[+] finalmente! (di rexi)
[+] w rubini (di alex)
[+] neanke1 (di guido20)
[+] mah... (di federica)
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weach giovedì 28 ottobre 2010
terra di trasformazione Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

Un viaggio di ritorno nel sud , alla ricerca delle proprie radici, ma con delle motivazioni economiche .
E’ un problema di  terra,si terra da vendere ,di famiglia ,che per opposte vicende familiari ,c’è chi vuole vendere e chi no.
È storia di vecchi condizionamenti con possibilità di emancipazione, una sorta di percorso a tappe nel quale  viene offerta la possibilità di modificare gli aggregati psichici e realizzare qualcosa di imprevisto, un cambiamento,o se volete,  qualcosa di diverso.
Sergio Rubini sorprende sempre , la sua capacità di trasformazione  è prodigiosa, ed il regista -attore incarna il personaggio più sgradevole della sua  storia ,colui che  ricatta, che ha in se rancori profondi, che è capace di qualsiasi cosa pur di ottenere un vantaggio materiale. [+]

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mario conti martedì 30 gennaio 2007
karamazov del tavoliere (o giù di lì)? Valutazione 3 stelle su cinque
56%
No
44%

La terra è un concetto metafisico, è uno scrigno dei ricordi, il fortino dei pensieri più segreti. La terra è la propria origine inevitabile che ritorna, ferisce, fa male, e riconduce i pensieri ad uno stato di ovattamento fetale. Rubini mostra di conoscere che il cordone ombelicale tra noi e il mondo è il posto dove siamo nati e che chi recide quel legame può anche precipitare verso altri lidi, altri agi; ma sempre con lo sguardo ben vigile alle proprie spalle. Ne deriva un film più complesso di quanto appaia, appena appesantito da rare concessioni al macchiettismo corrivo del cinema che strizza l'occhio alle masse. Ci sono buone caratterizzazioni dei personaggi, ognuno dei quali è inestricabile groviglio di passioni che erompono improvvise e poi si chetano (o viceversa). [+]

[+] commento magistrale (di lofamo)
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alberto86 lunedì 3 aprile 2006
un rubini maturo e consapevole Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

Nonostante non mi ritenga un grande ammiratore del cinema di Rubini pur essendo pugliese,devo ammettere che "La terra" è un'opera valida,che,nonostante qualche lunghezza di troppo e qualche non necessaria forzatura,offre una completa e matura radiografia del Sud pugliese,della sua mentalità,delle sue tradizioni e delle sue ipocrisie...Sfruttando attori bravi e dai personaggi ben caratterizzati,il film non cade in facili clichè o in volgarità gratuite,ma è a tratti parecchio originale(vedi ad esempio l'insolito finale),ricco,colorato,ben costruito tra noir,giallo,romanzo popolare e tragedia familiare.Uno dei pochi film italiani degni di attenzione in un contesto attuale non proprio florido e dominato da personalità "non proprio eccelse". [+]

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andrea lade martedì 28 febbraio 2006
un po' folkloristico ma molto toccante Valutazione 4 stelle su cinque
43%
No
57%

Un uomo allontanato per cause di forza maggiore dalla famiglia natia,torna dopo anni nel suo paese di origine e trova una situazione drammatica che riuscirà parzialmente a risolvere,ma non prima di essere entrato in contatto con il suo vero io lasciato sopire per anni dalla conformità di una nuova vita nel settentrione: innumerevoli sono gli spunti per godere di un film che già dalle prime scene mostra la sua vena giallistica che da molte recensioni gli ha valso il titolo di thiller.Lascio ad altri più competenti la denominazione del genere,ma vi dico che la tensione c'è e soprattutto per chi come me ha vissuto situazioni molto ambigue con personaggi di malaffare,molte scene sono particolarmente realistiche ai limiti dell'angosciante. [+]

[+] boh (di zanic)
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a.l. lunedì 6 marzo 2006
fratelli d'italia Valutazione 4 stelle su cinque
33%
No
67%

“La terra”, l’ottava fatica di Rubini, presenta due conclusioni, una convenzionale ed accomodante, l’altra, quella vera, più inquietante ed aperta: nella prima il colpevole del delitto viene trovato, l’intricata vicenda ha la sua soluzione nella classica tavolata pacificatrice, nella seconda, a ridosso dei titoli di coda, il protagonista, nel viaggio di ritorno in treno, forse svela alla compagna ignara la verità, ma le gallerie oscurano lo scompartimento, lo sferragliare disturba l’ascolto, si vedono le labbra di lui muoversi, raccontare, spiegare, ma le parole non si distinguono. Una luce ad intermittenza, sospesa tra realtà ed allucinazione, sfuma i contorni e rende inintelligibili persone e atmosfere: la sordida storia dei quattro fratelli in lite per l’eredità paterna, sospettati dell’assassinio di un bieco usuraio, è davvero avvenuta, o semplicemente l’intellettuale ha riferito all’amica il romanzo che tiene in mano, magari scritto da lui, magari autobiografico, una sorta di grottesca riscrittura in chiave contemporanea de “I fratelli Karamazov”, sapientemente amalgamati con altri modelli letterari e cinematografici, Verga, Visconti, Chabrol, Kurosava, Leone? E infine, si tratta del dramma particolare di una famiglia anomala o di una metafora lucida e spietata dell’Italia di oggi e di sempre? Il fatto è che qui Sergio Rubini, al contrario di molti suoi colleghi fortunatissimi al botteghino, in virtù dell’onestà doverosa per un autore serio( nonostante tutto, la specie non è in via di estinzione), rinuncia alle semplificazioni ipocrite e accattivanti, rivela sottintendendo, si nasconde nelle convenzioni del genere giallo, fa della stratificazione ambigua stile: non tutto funziona alla perfezione nello sforzo di uscire dai luoghi comuni relativamente all’immagine dei vizi e della virtù nazionali o nello sviluppo dell’intreccio, tuttavia basterebbe il labor limae nell’utilizzo delle fonti a portare “La terra” anni luce lontano rispetto a quanto offre in questi giorni il cinema italiano in sala. [+]

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viandante venerdì 17 marzo 2006
la passione di bentivoglio Valutazione 3 stelle su cinque
25%
No
75%

La sequenza della processione del venerdì santo, con l'indugiare della inquadratura sul corpo martoriato dalle torture del Cristo, e la parallela inquadratura del "Professore" Bentivoglio, stupito da tanta devozione (?), ammantante le poco pulite dinamiche del paese natio, evidenziano il parallelismo tra la figura di Gesù Cristo, che facendo carico dei peccati degli uomini, muore per togliere i peccati dal mondo, e il "Professore", che emerge quale guida di un gruppo di "apostoli" (i fratelli, Tania, e la ragazza del fratello più piccolo), facendosi non propriamente di sua sponte, carico dei "peccati" del piccolo mondo natio, e immolandosi nel finale del film come elemento di resurrezione del contesto familiare e in parte cittadino. [+]

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antrace mercoledì 9 dicembre 2009
un sud scolpito nella pietra Valutazione 2 stelle su cinque
25%
No
75%

Terra pugliese, terra pietrosa e solatia, quasi disabitata, dove un boss violento ,camuso, ineffabile governa ogni cosa . In questa piccola enclave della malavita , quattro fratelli si incontrano allo scopo di concordare la vendita di alcuni poderi . Il loro contratto non sarà mai firmato , perchè prevarranno tensioni reciproche e diversi interessi . Il più colto e raffinato tra essi, residente in una città del nord , quello solo libero da ricatti mafiosi , arriva nel paese per dirimere le contese familiari , mettendo via via a fuoco il dissidio dei fratelli , le loro incerte condizioni economiche , la paura e l'omertà dietro i muri e gli sguardi . Quando il boss verrà ucciso in una spettrale processione , scoprirà che la mano omicida , sicuramente vicina , non appartiene ai due fratelli indiziabili ma al più giovane , lontano da ogni affare . [+]

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