radiopinki
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sabato 6 dicembre 2008
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omaggio alla semplicità....
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ottimo, l'ho trovato un film che esprime l'esaltazione della semplicità.
l'eroe che non affronta 100 nemici superarmati a mani nude, ma che diventa eroe perchè riesce a vivere ogni giorno insieme alla sua famiglia e al suo lavoro, in una situazione di periferia.
arrivano i grandi sel-service ma nella stazione di benzina di famiglia c'è di più che una semplice attività da portare avanti, c'è la vita di tutti i personaggi che ci ruotno attorno con le loro storie i loro tic, i loro modi, le loro filosofie, situazioni che ricordano il paesello oil quartiere nel quale tutti sono cresciuti.
la colonna sonora è di ottima fattura, ovviamente più facilmente apprezzabile da chi ama il blues!
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simone di atene
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mercoledì 29 giugno 2005
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storie di vite vere. un film per pochi.
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Lontanto dagli standard dei film di successo di questi ultimi anni"Gaz Bar Blues"è un film profondo, senza tuttavia risultare tedioso, è un film delicato, sussurrato, un film per pochi capaci di ascoltare anche ciò che non viene detto. Una storia vera, per questo forse così normale, senza episodi eccessivamente coinvolgenti, storia di vite vere, trascorse e spese intorno ad un distributore di benzina come pochi ne sono rimasti. Un distributore che assurge a simbolo di una realtà intima e sociale che si va perdendo, travolti come siamo, dal progresso tecnologico e dal regresso culturale. Memorabile l'episodio del figlio maggiore che,andato a Berlino il giorno stesso della notizia del crollo del muro, viene sorpreso qualche mese dopo mentre tenta di ricostruire lo stesso.
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Lontanto dagli standard dei film di successo di questi ultimi anni"Gaz Bar Blues"è un film profondo, senza tuttavia risultare tedioso, è un film delicato, sussurrato, un film per pochi capaci di ascoltare anche ciò che non viene detto. Una storia vera, per questo forse così normale, senza episodi eccessivamente coinvolgenti, storia di vite vere, trascorse e spese intorno ad un distributore di benzina come pochi ne sono rimasti. Un distributore che assurge a simbolo di una realtà intima e sociale che si va perdendo, travolti come siamo, dal progresso tecnologico e dal regresso culturale. Memorabile l'episodio del figlio maggiore che,andato a Berlino il giorno stesso della notizia del crollo del muro, viene sorpreso qualche mese dopo mentre tenta di ricostruire lo stesso. Anche questo, inutile a dirsi, è soltanto un nostalgico riferimento a quella dimensione intima, privata, familiare che l'occidente più progressita tende a cancellare in funzione di realtà alienanti e spesso finalizzate unicamente alla produzione e al consumo. Un film che non potrà non piacere a chi ha amato"Le invasioni barbariche" o ancor prima "Il crollo dell'impero americano".
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