elgatoloco
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domenica 9 luglio 2017
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film barocco
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Su Vidocq, come noto, si sa tutto e il contrario di tutto. personaggio romanzesco, sul crinale tra criminalità e legge, notoriamente "assunto"quale "body-gard"(o quasi)del re, all'inizio dell'Ottocento, eroe(antieroe, più che altro)romantico, "vidocq"è qui interpretato da un Depardieu ancora"in forma"/era il 2001), in un film che Pitof, responsabile degli effetti speciali "vulcanizza"in chiave iperbarocca, con ipetrofia, appunto, di scoppi, filmini, luci varie e "strane". L'immagine, potremmo dire, scavalca in modo assoluto quanto si vorrebbe dire/ esprimere, i significati e il senso. Anche il fatto che poi scopi e motivazioni intriseche dei personaggi non siano così esplicite né esplicitate dall'autore ha un senso(non -sense che produce senso, Deleuze rimane valido anche in questo caso)propio per lasciare spazio alle letture e interpretazioni varie che ogni spettaore e spettatrice può produrre.
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Su Vidocq, come noto, si sa tutto e il contrario di tutto. personaggio romanzesco, sul crinale tra criminalità e legge, notoriamente "assunto"quale "body-gard"(o quasi)del re, all'inizio dell'Ottocento, eroe(antieroe, più che altro)romantico, "vidocq"è qui interpretato da un Depardieu ancora"in forma"/era il 2001), in un film che Pitof, responsabile degli effetti speciali "vulcanizza"in chiave iperbarocca, con ipetrofia, appunto, di scoppi, filmini, luci varie e "strane". L'immagine, potremmo dire, scavalca in modo assoluto quanto si vorrebbe dire/ esprimere, i significati e il senso. Anche il fatto che poi scopi e motivazioni intriseche dei personaggi non siano così esplicite né esplicitate dall'autore ha un senso(non -sense che produce senso, Deleuze rimane valido anche in questo caso)propio per lasciare spazio alle letture e interpretazioni varie che ogni spettaore e spettatrice può produrre... QUi si tratta di scegliere: o si vuole la logica e la razionalità assolute à la Sherlock Holmes e allora un film come questo"non va bene"oppure ci si lascia andare, à la Nerval-Guathier8cito non a caso i romantici francesi, coevi di Vidocq...)e allle loro"fumisterie"(anche in senso proprio, non necessariamente solo metaforico...)oppure terza opzione non si rinuncia alla logica ma si lascia aperta la finestra(o la porta, volendo)al sogno. Credo che questa terza opzione, quella della"compossibilità"sia la più interessante, ma, ovviamente, è un'opinione; la bellezza scenica, tra teatro barocco e (almeno a tratti)Circo Barnum stupisce e colpisce, il che segna comunque un approccio particolare, condivisibile o meno, al cinema e in particolare a un film come questo. Al di là di Depardieu, che è adatto al ruolo, per la sua abitudine alle"smargiassate", Ines Sastre è incantevole quanto enigmatica nel ruolo di "artista del trucco e dell'inganno"/chanteuse, anzi di più e in altri ruoli i personaggi sono ben caratterizzati. Un film da respingere o da accettare, per così dire: tertium non datur. Sarà limitativo, sarà troppo tranchant, ma, almeno in deifnitiva è cos^. Un certo tipo di cinema, che non è fantastico ma al fantastico si avvicina, che è tra la detection e l'"'oltre-la-detection", può trovae fatalmente trova fans e detrattori, a seconda dell'impostazione"di pensiero". Eugen Galasso
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elgatoloco
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domenica 9 luglio 2017
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film barocco
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Su Vidocq, come noto, si sa tutto e il contrario di tutto. personaggio romanzesco, sul crinale tra criminalità e legge, notoriamente "assunto"quale "body-gard"(o quasi)del re, all'inizio dell'Ottocento, eroe(antieroe, più che altro)romantico, "vidocq"è qui interpretato da un Depardieu ancora"in forma"/era il 2001), in un film che Pitof, responsabile degli effetti speciali "vulcanizza"in chiave iperbarocca, con ipetrofia, appunto, di scoppi, filmini, luci varie e "strane". L'immagine, potremmo dire, scavalca in modo assoluto quanto si vorrebbe dire/ esprimere, i significati e il senso. Anche il fatto che poi scopi e motivazioni intriseche dei personaggi non siano così esplicite né esplicitate dall'autore ha un senso(non -sense che produce senso, Deleuze rimane valido anche in questo caso)propio per lasciare spazio alle letture e interpretazioni varie che ogni spettaore e spettatrice può produrre.
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Su Vidocq, come noto, si sa tutto e il contrario di tutto. personaggio romanzesco, sul crinale tra criminalità e legge, notoriamente "assunto"quale "body-gard"(o quasi)del re, all'inizio dell'Ottocento, eroe(antieroe, più che altro)romantico, "vidocq"è qui interpretato da un Depardieu ancora"in forma"/era il 2001), in un film che Pitof, responsabile degli effetti speciali "vulcanizza"in chiave iperbarocca, con ipetrofia, appunto, di scoppi, filmini, luci varie e "strane". L'immagine, potremmo dire, scavalca in modo assoluto quanto si vorrebbe dire/ esprimere, i significati e il senso. Anche il fatto che poi scopi e motivazioni intriseche dei personaggi non siano così esplicite né esplicitate dall'autore ha un senso(non -sense che produce senso, Deleuze rimane valido anche in questo caso)propio per lasciare spazio alle letture e interpretazioni varie che ogni spettaore e spettatrice può produrre... QUi si tratta di scegliere: o si vuole la logica e la razionalità assolute à la Sherlock Holmes e allora un film come questo"non va bene"oppure ci si lascia andare, à la Nerval-Guathier8cito non a caso i romantici francesi, coevi di Vidocq...)e allle loro"fumisterie"(anche in senso proprio, non necessariamente solo metaforico...)oppure terza opzione non si rinuncia alla logica ma si lascia aperta la finestra(o la porta, volendo)al sogno. Credo che questa terza opzione, quella della"compossibilità"sia la più interessante, ma, ovviamente, è un'opinione; la bellezza scenica, tra teatro barocco e (almeno a tratti)Circo Barnum stupisce e colpisce, il che segna comunque un approccio particolare, condivisibile o meno, al cinema e in particolare a un film come questo. Al di là di Depardieu, che è adatto al ruolo, per la sua abitudine alle"smargiassate", Ines Sastre è incantevole quanto enigmatica nel ruolo di "artista del trucco e dell'inganno"/chanteuse, anzi di più e in altri ruoli i personaggi sono ben caratterizzati. Un film da respingere o da accettare, per così dire: tertium non datur. Sarà limitativo, sarà troppo tranchant, ma, almeno in deifnitiva è cos^. Un certo tipo di cinema, che non è fantastico ma al fantastico si avvicina, che è tra la detection e l'"'oltre-la-detection", può trovae fatalmente trova fans e detrattori, a seconda dell'impostazione"di pensiero". Eugen Galasso
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onufrio
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mercoledì 6 luglio 2016
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volutamente sopra le righe
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Il regista Pitof si diverte a rompere gli schemi girando un film che sembra quasi un continuo spot pubblicitario, un misto fra cartone animato ed un insieme di trailer. La storia è comunque interessante e vede Vidocq alla prese con l'alchimista, una sorta di fantasma che si aggira nella Francia in epoca di Rivoluzione, indossa una maschera a specchio e usa macabri rituali per acquisire maggiore forza. Non è un film da prendere sul serio, è solo per passare un'ora e mezza, ma una volta finito allo spettatore non lascia impresso niente.
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dario
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domenica 16 agosto 2015
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fracassone
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Buone le immagini, sin troppo gotiche. Ma la storia è improponibie, sciocca. regia discreta, troppo attenta agli effetti speciali. Lungaggini. recitazione modesta.
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(di minipuppy)
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toty bottalla
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sabato 19 aprile 2014
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tanto spettacolo e finale da signora in giallo!
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Dal punto di vista spettacolare, inteso come: ambientazione, location e un'ottima fotografia, il film è godibile e suggestivo nonostante le scene d'azione in stile cartoon, la storia col suo mistero è trattata ambiguamente: un poliziesco vestito da horror con fase thriller deludente, mi sbaglierò ma credo che forse si sarebbe potuto fare di meglio. Saluti.
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fabal
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giovedì 29 novembre 2012
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piacevolmente esagerato.
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Parigi. All'interno di una fonderia, il detective Vidocq si lancia all'inseguimento del misterioso "Alchimista", un criminale la cui identità è celata da una maschera a specchio. Tra i due inizia un duello in cui il "buono" ha la peggio e chiede, come ultimo desiderio, che l'assalitore gli mostri il suo volto. Poi la storia riprende da principio, innescando un'avvincente serie di flashback contacatenati.
Sin dal primo secondo lo spettatore è crivellato da effetti visivi marcati, in cui i giochi di luce neanche si contano. Bellissimo il cielo plumbeo su "Les Invalides" al bagliore crepuscolare. La fotografia stravolge le immagini con distorsioni di sorprendente nitidezza, che passano dal gotico all'action movie, fino al fiabesco in falsariga burtoniana.
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Parigi. All'interno di una fonderia, il detective Vidocq si lancia all'inseguimento del misterioso "Alchimista", un criminale la cui identità è celata da una maschera a specchio. Tra i due inizia un duello in cui il "buono" ha la peggio e chiede, come ultimo desiderio, che l'assalitore gli mostri il suo volto. Poi la storia riprende da principio, innescando un'avvincente serie di flashback contacatenati.
Sin dal primo secondo lo spettatore è crivellato da effetti visivi marcati, in cui i giochi di luce neanche si contano. Bellissimo il cielo plumbeo su "Les Invalides" al bagliore crepuscolare. La fotografia stravolge le immagini con distorsioni di sorprendente nitidezza, che passano dal gotico all'action movie, fino al fiabesco in falsariga burtoniana. Nessuno stile sfumato: il montaggio si regola di conseguenza pastrocchiando con sequenze velocizzate, cesure nette, ritmo narrativo esasperato. Il ricorso massiccio agli effetti speciali è dunque in linea con tutti questi elementi. Pitof orchestra questa esagerazione giochicchiando con la telecamera, sfornando tuttavia un prodotto di qualità ingiustamente sottovalutato.
Accostato al coetaneo "Il patto dei lupi" per le similitudini di realizzazione grafica, "Vidocq", tuttavia, se ne distanzia profondamente, azzerando da subito le pretese obbligate di realismo. Solo il finale, forse, sconfina troppo nel fantasy. Ma il prodotto resta gradevole, originale, piacevolmente eccessivo per circa un'ora e mezza: l'unico difetto è che di più non potrebbe proprio durare.
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ginger snaps
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giovedì 6 gennaio 2011
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molto surreale
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Molto belle le ambientazioni e molto fantasiose. Mi diverte molto il modo di sceneggiare dei francesi e devo dire che in questo come in molte altre pelliccole, devo ammettere che seppur si differenza molto dal cinema a cui siamo abituati, è di sicuro di grande effetto. Molto cartonesco senza davvero esserlo, le immaqgini parlano da sole. Riesce a essere incisivo ma non troppo raccapricciante. Le abitudini fanno brutti scherzi, ma è necessario prendere ogni tanto le distanze da ciò che vediamo sempre e riuscire ad apprezzare anche altri metodi. Si sono di sicuro ispirati ad altri film, il personaggio dell'alchimista evoca lontanamente il mitico " Belfagor". Ma visto che trattasi di romanzi francesi è più che plausibile.
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Molto belle le ambientazioni e molto fantasiose. Mi diverte molto il modo di sceneggiare dei francesi e devo dire che in questo come in molte altre pelliccole, devo ammettere che seppur si differenza molto dal cinema a cui siamo abituati, è di sicuro di grande effetto. Molto cartonesco senza davvero esserlo, le immaqgini parlano da sole. Riesce a essere incisivo ma non troppo raccapricciante. Le abitudini fanno brutti scherzi, ma è necessario prendere ogni tanto le distanze da ciò che vediamo sempre e riuscire ad apprezzare anche altri metodi. Si sono di sicuro ispirati ad altri film, il personaggio dell'alchimista evoca lontanamente il mitico " Belfagor". Ma visto che trattasi di romanzi francesi è più che plausibile. Chissà perchè non ha riscosso tanto successo. Mi è piaciuto molto...
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paride86
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giovedì 16 luglio 2009
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pessimo
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Ricordo di averlo visto qualche anno fa e di esserne rimasto negativamente impressionato.
I francesi dovrebbero rinunciare a questo tipo di cinema perché proprio non gli riesce. E Ines Sastre dovrebbe rinunciare a recitare!
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davide
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lunedì 17 novembre 2008
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nel complesso godibile
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Trovo di questo film molto interessante il gioco narcisistico che si instaura tra la maschera riflettente come mezzo che conferisce particolari doti di impalpabibilità ed evenescenza, con il ricorso alla tecnica del video per molte scene che permette colorazioni e ritocchi dal carattere surrealista e smaccatamente pittorico, con saturazioni dei colori talvolta esasperate. Così come la maschera conferisce ad un uomo superpoteri, così il video conferisce al cinema poteri di cui non dispone senza questo mezzo tecnico.
Nel complesso trovo il film non banale e godibile, sia dal punto di vista della costruzione drammaturgica che per la scelta delle ambientazioni dal tocco surrealista. Queste scelte però non sono abbastanza per rendere un film superiore.
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Trovo di questo film molto interessante il gioco narcisistico che si instaura tra la maschera riflettente come mezzo che conferisce particolari doti di impalpabibilità ed evenescenza, con il ricorso alla tecnica del video per molte scene che permette colorazioni e ritocchi dal carattere surrealista e smaccatamente pittorico, con saturazioni dei colori talvolta esasperate. Così come la maschera conferisce ad un uomo superpoteri, così il video conferisce al cinema poteri di cui non dispone senza questo mezzo tecnico.
Nel complesso trovo il film non banale e godibile, sia dal punto di vista della costruzione drammaturgica che per la scelta delle ambientazioni dal tocco surrealista. Queste scelte però non sono abbastanza per rendere un film superiore. Deludente il finale, con il classico happy end, anche se punta chiaramente a raggiungere una massa di pubblico media, la quale tuttavia non gli ha dato ragione.
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zenobia
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mercoledì 30 luglio 2008
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complimenti!
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Non è carino rivelare la fine del film. Grazie.
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(di vale '93)
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