
Anno | 2024 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Francia |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Thierry Frémaux |
Attori | Valerio Mastandrea, Thierry Frémaux . |
Uscita | giovedì 3 aprile 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Cineteca di Bologna |
MYmonetro | 4,11 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 1 aprile 2025
Un film che raccoglie circa cento opere restaurate dei fratelli Lumière. In Italia al Box Office Lumière - L'avventura del cinema ha incassato nelle prime 10 settimane di programmazione 17,2 mila euro e 14,6 mila euro nel primo weekend.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Chi credeva di conoscere i Fratelli Lumière solo perché ha contezza delle loro più famose "vedute" - L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat, L'uscita dalle officine Lumière, La battaglia di palle di neve - dovrà ricredersi davanti ai 120 brevissimi film inediti firmati dai padri del cinema, restaurati dal laboratorio "L'immagine ritrovata" della Cineteca di Bologna e presentati da Thierry Fremaux, Direttore artistico del Festival del cinema di Cannes e dell'Institut Lumière di Lione, che riprende il suo viaggio iniziato nel 2017 con Lumière! La scoperta del cinema. La voce narrante in francese di Lumière - L'avventura del cinema è proprio quella di Fremaux (in italiano quella di Valerio Mastandrea, che purtroppo non rende giustizia all'originale): ma quel che conta sono soprattutto le immagini, sorprendentemente moderne e ricche di suggestioni per la contemporaneità.
Le "vedute" dei Lumière ci raccontano non solo un modo di intendere il cinema nel suo divenire iniziale, il coraggio e l'inventiva con cui i fratelli Louis e Auguste si sono gettati nell'impresa di catturare il reale con la loro cinepresa a manovella, ma anche un mondo scomparso, un'epoca di grandi fermenti e di grandi sommovimenti sociali, e una serie di città (fra cui anche Napoli e Venezia) com'erano fra la fine dell'800 e gli inizi del secolo scorso.
Se, come dice Fremaux, i Lumière e Georges Méliès stanno al cinema delle origini come Rossellini e Fellini a quello del Dopoguerra, il suo documentario dimostra che i primi (come del resto Rossellini) non erano meri documentaristi del reale, ma sapevano inserire importanti elementi di narrazione all'interno di quei primi frammenti di cinema da 50 secondi ciascuno, anche intervenendo sulla messa in scena e sull'azione da far compiere ai propri "attori".
Di più: Lumière - L'avventura del cinema "ci fa riflettere sull'importanza delle immagini e sull'assunzione di responsabilità di ciò che si vuole raccontare che comporta la loro rappresentazione per ogni cineasta. Il cinema è un'arte etica, e deve essere uno strumento di pace", dice Fremaux, inserendo il lavoro dei Lumière nella "conversazione" politica attuale.
È però soprattutto un'emozione scoprire quali e quanti soggetti siano stati raccontati dai due registi (e scoprire, grazie ad un'unica veduta girata da Auguste, che forse era lui il vero talento registico, anche se dietro la cinepresa c'è praticamente sempre stato Louis), e come i fratelli avessero capito fin da subito il valore di un'inquadratura, di una profondità di campo, di un'angolazione di ripresa, di un carrello avanti e indietro (anche nel tempo), di un ralenti o una velocizzazione dell'azione, del movimento inverso, delle panoramiche verticali, o degli effetti speciali ante litteram.
C'è tanta grazia in queste immagini, tanto entusiasmo per quel nuovo giocattolo capace di rivelare verità nascoste, e tanto umorismo, dalle scenette come "L'innaffiatore innaffiato" ai quadretti famigliari in cui i bambini, soggetto privilegiato dai Lumière anche per la loro capacità di compiere azioni imprevedibili in scena, non fanno mai quello che il regista ha loro suggerito.
Fra le più memorabili c'è la "veduta" che inquadra una famiglia giapponese durante l'ora de tè, con un'eleganza compositiva (e un "taglio basso" che richiama la messa in scena di Yasujiro Ozu) da pittura Sumi-e. Si sente che nel restauro "non è stata usata l'intelligenza artificiale, solo quella umana", per il modo empatico e "caldo" con cui vengono trattate le immagini, senza forzarle con colorazioni improprie o virtuosismi tecnici che non appartengono al mondo antico immortalato dai due pionieri.
Lumière - L'avventura del cinema è un documento indispensabile non solo per i cinefili puri, che andranno in brodo di giuggiole davanti a questa cornucopia di immagini inedite, ma per il pubblico che vuole ricordare un mondo e un'epoca forgiatori di quelli attuali, carichi di energia innovativa, di speranza e assertività, diversamente dagli attuali tempi di rassegnazione ed impotenza.
Parigi 1895: ritorno al futuro. Anche fosse una provocazione, di certo è la più sensata e gratificante rispetto alla storia della Settima Arte. Perché nel "gesto cinematografico" di Auguste e Louis Lumière c'era già tutto il futuro della loro mirabolante invenzione, ovvero il nostro presente, i "nostri" social media. È questo il concetto principale che Thierry Frémaux ha voluto infondere nel suo Lumière. L [...] Vai alla recensione »
La vita com'era. Sotto la Tour Eiffel passeggiano signori con la bombetta o il cappello di paglia. Le signore sono in lungo, qualcuna con l'ombrellino parasole. Cappellini eleganti, ma c'è chi osa la paglietta con il nastro attorno. Il signore accanto a lei, sembra un corteggiatore, ha baffi e papillon. "L'avventura del cinema" è il titolo del documentario - ormai il secondo di una serie, il primo [...] Vai alla recensione »
Thierry Frémaux, il grande capo del Festival di Cannes, ci guida alla riscoperta del cinema dei fratelli Lumière. Alle origini del cinema. Centoventi film, anzi 120 vedute - questo il termine utilizzato dai fratelli - restaurate in collaborazione con la Cineteca di Bologna. Durata, 50 secondi ognuna. Cinquanta secondi di vero cinema, i Lumière, a differenza di Edison, avevano senso estetico, sapevano [...] Vai alla recensione »
Realizzato da Thierry Frémaux, direttore generale dell'Institut Lumière di Lione e direttore del Festival di Cannes, il documentario Lumière - L'avventura del cinema, ci conduce alla scoperta di una invenzione che ha cambiato il nostro modo di guardare il mondo e di rappresentare la vita, offrendo allo spettatore il posto che non aveva mai occupato prima.
Nel 1895 i fratelli Auguste e Louis Lumière inventano il cinematografo, la macchina capace di riprendere il mondo. I loro operatori, inviati ai quattro angoli della terra, diedero inizio alla più grande avventura della modernità: catturare la vita, interpretarla, raccontarla. Filmare il mondo vuol dire per i Lumière fermare nelle immagini in movimento la storia del loro tempo: La nostra storia.
Non c'era probabilmente modo migliore di continuare a raccontare il cinema alle suo origini se non quello di rivolgersi ancora una volta al vastissimo e ricchissimo catalogo di vedute realizzate da Auguste e Louis Lumière: dopo aver realizzato Lumière-La scoperta del cinema (2016) , che conteneva 114 film , Thierry Frémaux, delegato generale del Festival di Cannes ma soprattutto profondo studioso [...] Vai alla recensione »
"Quando questi apparecchi saranno a disposizione del pubblico, quando ognuno potrà fotografare i propri cari nei loro movimenti, nel loro azioni, nei loro gesti familiari, con le parole sulle labbra, la morte non sarà più assoluta". Così il primo critico cinematografico della storia scrisse il 30 dicembre 1895, due giorni dopo la prima proiezione cinematografica a pagamento organizzata dai fratelli [...] Vai alla recensione »
Per i 130 anni dalla nascita del cinema, in Lumière - L'avventura del cinema, Thierry Frémaux assembla 120 "vedute" dei fratelli Lumière, piccoli film di una sola inquadratura, restaurati dalla Cineteca di Bologna. Nell'edizione italiana, la voce dello stesso Frémaux è sostituita da quella di Valerio Mastandrea: con il giusto distacco e l'opportuna comprensione, racconta e commenta l'opera dei Lumière, [...] Vai alla recensione »
La Sortie des usines Lumière (per molti e per convenzione, il battesimo del cinema con la proiezione parigina del 28 dicembre 1985) certo, poi L'arrivo di un treno alla stazione di Ciotat (1896) e come dimenticare La colazione del bimbo o L'innaffiatore innaffiato. Fondamenta della Settima Arte. Ma ad Auguste e Louis Lumiére, imprenditori, pionieri, visionari, metteur en scene, autentici cineasti, [...] Vai alla recensione »