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Ultimo aggiornamento lunedì 7 aprile 2025
Le vicende di una piccola agenzia digital che sogna in grande ma alla fine sopravvive tra clienti stravaganti e le difficoltò di una modesta realtà di provincia.
CONSIGLIATO N.D.
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Dopo aver tirato uno schiaffo al testimonial Achille Lauro durante una riunione, la manager di un'agenzia di comunicazione viene declassata dalla sede centrale di Milano a quella periferica di Napoli, che si occupa di clienti minori e provinciali. Qui si ritrova alla guida di un gruppo di lavoro stravagante e sgangherato (lontano dagli alti standard di efficienza a cui è abituata), che si barcamena nel mondo digital e social, tra campagne pubblicitarie improbabili, influencer di vario tipo, budget ristretti e idee più o meno creative, vita tragicomica d'ufficio, incomprensioni e amicizie.
Recensione di a cura della redazione
L'agenzia pubblicitaria continua a crescere. Greta (Martina Tinnirello) spinge l'azienda verso sfide su scala nazionale con la complicità del producer Fabio. Aurora supera un addio e si concentra sulla sua carriera, Fru e Ciro affrontano i loro traumi imparando sempre più ad accettarsi. La seconda stagione di Pesci Piccoli si immerge nel racconto dei molteplici modi di accettare una vita diversa dai modelli di perfezione con cui i millennial sono cresciuti.
I The Jackal trovano la formula giusta per un divertente The Office all'italiana
Recensione
di Simone Granata
Dopo aver tirato uno schiaffo al testimonial Achille Lauro durante una riunione, la manager di un'agenzia di comunicazione viene declassata dalla sede centrale di Milano a quella periferica di Napoli, che si occupa di clienti minori e provinciali. Qui si ritrova alla guida di un gruppo di lavoro stravagante e sgangherato (lontano dagli alti standard di efficienza a cui è abituata), che si barcamena nel mondo digital e social, tra campagne pubblicitarie improbabili, influencer di vario tipo, budget ristretti e idee più o meno creative, vita tragicomica d'ufficio, incomprensioni e amicizie.
Ispirandosi ai modelli di sitcom più alti e in perfetto equilibrio tra risate e malinconia, i The Jackal ritraggono il mondo della comunicazione social e il disagio della generazione di trentenni.
Qualche anno fa i The Jackal avevano tentato il grande salto nel cinema con Addio fottuti musi verdi (2017), ma già la successiva serie Generazione 56k (2021), sempre diretta da Francesco Ebbasta (Francesco Capaldo), regista del collettivo comico napoletano, aveva chiarito come il formato seriale, e in particolare quello della sitcom, fosse più nelle loro corde. La felice conferma arriva da Pesci piccoli che recupera le origini dei The Jackal quali 'creator' del web, e racconta con divertimento e tono dolceamaro il disagio della generazione di trentenni in bilico tra presente disilluso e futuro incerto.
Nonostante l'innesco narrativo sia rappresentato dal trasferimento da Nord a Sud, la serie rifiuta intelligentemente qualsiasi stereotipo o luogo comune territoriale già spremuto dalla recente commedia italiana. E resiste anche alla tentazione di cavalcare l'onda azzurra (cinematografica, televisiva, calcistica...) di una città che sta vivendo il suo momento d'oro: Napoli in Pesci piccoli, dove si mangia la piadina e non la pizza, è tenuta fuori campo, salvo una brevissima parentesi di fuga al mare, e la storia rimane quasi sempre confinata all'interno dell'ufficio.
L'ispirazione alla serie cult The Office è evidente e persino dichiarata in modo esplicito nel quarto episodio, girato con lo stesso stile del mockumentary e delle finte interviste. Quella comicità surreale ed esilarante riecheggia in Pesci piccoli, mescolandosi con il gusto per il dietro le quinte alla Boris (omaggiato pure dalla presenza di un acquario) e con la 'napoletanità' dei The Jackal.
L'intesa tra i membri del gruppo funziona perfettamente: Fabio Balsamo (sempre più bravo e aderente al suo modello di riferimento Troisi), Ciro Priello (il più eccentrico, nella sua spassosa incapacità di dire di no agli altri), Gianluca Fru (il più cinico e dall'umorismo spietato) e Aurora Leone (sensibile e intrappolata nella friendzone con un collega) sono complementari, e dialogano bene anche con il resto del cast, a partire da Martina Tinnirello che nel ruolo della manager mostra i giusti spigoli per cozzare comicamente con il quartetto campano.
Dopo un inizio meno fluido, la regia di Francesco Ebbasta prende ritmo tra battute ficcanti ("Lo sai che fanno le persone adulte quando sono tristi? Lavorano") e una colonna sonora che attinge al meglio della musica leggera italiana ("L'appuntamento" di Ornella Vanoni, "Figli delle stelle" di Alan Sorrenti, "Giudizi universali" di Samuele Bersani, "A mano a mano" di Rino Gaetano...).
In equilibrio costante tra risate e malinconia, la serie non rinuncia al sentimento riuscendo a fermarsi sempre un attimo prima di cadere nel sentimentalismo. L'impressione è che ci siano ancora margini di miglioramento, e la speranza è allora di poter continuare a seguire in una seconda stagione le vicende di questi piccoli pesci, che sono loro e che siamo noi.
A Napoli la vita dei dipendenti di una piccola agenzia dedita a marketing e pubblicità, subisce un inatteso contraccolpo quando da Milano arriva Greta, una manager allontanata dalla sede centrale e spedita nella filiale quale punizione. Se non avete mai visto una delle numerose pubblicità con le quali occupano gli intermezzi pubblicitari televisivi e precedono, o spezzano, i video [...] Vai alla recensione »