montefalcone antonio
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venerdì 30 giugno 2023
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l''ultima commovente corsa di indy jones...
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La pellicola è il quinto capitolo della mitica serie sull’archeologo più famoso del Cinema, e la chiude in bellezza.
Per la prima volta non c’è più Steven Spielberg alla regia, così come è assente George Lucas nell’ideazione e scrittura del soggetto, della storia (ma entrambi sono ancora i produttori esecutivi).
La coinvolgente e interessante sceneggiatura, scritta da Mangold insieme a Jez Butterworth, John-Henry Butterworth e David Koepp, è un esatto dosaggio di azione e introspezione.
Nonostante questo film esca 42 anni dopo “I predatori dell'arca perduta”, è ambientato nel 1969, 33 anni dopo la storia del 1936 e riprende le vicende 12 anni dopo “Il regno del teschio di cristallo”.
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La pellicola è il quinto capitolo della mitica serie sull’archeologo più famoso del Cinema, e la chiude in bellezza.
Per la prima volta non c’è più Steven Spielberg alla regia, così come è assente George Lucas nell’ideazione e scrittura del soggetto, della storia (ma entrambi sono ancora i produttori esecutivi).
La coinvolgente e interessante sceneggiatura, scritta da Mangold insieme a Jez Butterworth, John-Henry Butterworth e David Koepp, è un esatto dosaggio di azione e introspezione.
Nonostante questo film esca 42 anni dopo “I predatori dell'arca perduta”, è ambientato nel 1969, 33 anni dopo la storia del 1936 e riprende le vicende 12 anni dopo “Il regno del teschio di cristallo”.
Si può ritenere un episodio migliore del precedente film del 2008, sebbene inferiore al primo e al terzo.
La regia di James Mangold funziona, è efficace, e non fa rimpiangere più di tanto Spielberg nell’infondere all’opera la giusta dose di passione, senso dello spettacolo e ironia, sulle note iconiche di John Williams.
Formalmente è impeccabile: lo stile mozzafiato delle sequenze – soprattutto quelle di inseguimento – si sposa bene col comparto tecnico-visivo di qualità (scenografia, fotografia, montaggio accurati; ma ottimi anche gli effetti speciali visivi che “ringiovaniscono” il protagonista).
L’ottantenne (ma in forma smagliante) Harrison Ford non risente del tempo che passa, anzi, col suo personaggio ci viaggia attraverso; mentre i suoi duetti con la figlioccia colorano il racconto di un'umanità fragile e imprevista (Indy stavolta è colto in una nuova prospettiva, quella malinconica e crepuscolare della parte finale della sua vita e del suo ritiro dalla vita accademica, ma anche quella che lo vede a disagio in un mondo che inizia a scorrere diversamente e in cui non sa se è pronto ad affrontare ancora un’ultima corsa).
Il resto del cast è tutto in parte (Mads Mikkelsen come villain è convincente. Phoebe Waller-Bridge riesce brillantemente ad interpretare Helena, rendendola scaltra e grintosa – con la sua autosufficienza, audacia e intraprendenza, porta un’eco del passato, riaccende l’entusiasmo per l’avventura e ridona nuova linfa a Indiana Jones. Infine, Ethann Isidore, che da il volto al giovanissimo Teddy, non può non far pensare al Ke Huy Quan presente in “Indiana Jones e il Tempio Maledetto”), e i loro personaggi mostrano una fragilità umana molto toccante (Sallah, interpretato da John Rhys-Davies, accompagnando Indy all’aeroporto, gli dice che gli manca svegliarsi ogni mattina chiedendosi quale avventura porterà la giornata).
Associata al tema dell’inevitabile passare degli anni è anche l’idea del “viaggio nel tempo” (non si possono cancellare i propri problemi cambiando il passato, ma si può sempre ricordare quel bene che una persona ha donato e ha vissuto…).
Il mistero archeologico legato alla macchina di Anticitera costruita da Archimede è davvero intrigante e da un senso anche all’ultima (?) avventura di un Indiana Jones che ha vissuto a lungo nel passato e ora deve riscoprire se stesso e l'importanza del presente.
A livello di costruzione narrativa e di messinscena forse latita di autentico e intenso fascino (senso di meraviglia, respiro epico e trovate originali), ma il film, che si muove tra nostalgia e vitalità, è comunque molto godibile e piacevole.
La pellicola è un’avventura avvincente ed emozionante, che, tra evocative atmosfere e grande spettacolo, buon ritmo e commozione finale, saluta con rispetto e affetto la saga. Voto: 7.50
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samanta
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domenica 9 luglio 2023
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antikytera o morte
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Con questo film sono 5 gli episodi della saga di Indiana Jones iniziata nel 1982. L'ultimo sequel risaliva al 2009 e con quest'ultimo film le avventure di "Indi" appaiono conluse. Certamente i primi 4 film ebbero un grande successo nati da un idea di Lucas e diretti da Steven Spielberg, non tutti i film ebbero lo stesso livello qualitativo, metto in graduatoria al primo posto il primo: I.J. e l'Arca dell'Alleanza e subito dopo il terzo: I.J. e la cerca del Graal con l'accoppiata vincente, Harrison Ford e Sean Connery, a mio avviso non molto riuscito il secondo episodio: I.J. e il tempio maledetto, meglio l'ultimo: I.
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Con questo film sono 5 gli episodi della saga di Indiana Jones iniziata nel 1982. L'ultimo sequel risaliva al 2009 e con quest'ultimo film le avventure di "Indi" appaiono conluse. Certamente i primi 4 film ebbero un grande successo nati da un idea di Lucas e diretti da Steven Spielberg, non tutti i film ebbero lo stesso livello qualitativo, metto in graduatoria al primo posto il primo: I.J. e l'Arca dell'Alleanza e subito dopo il terzo: I.J. e la cerca del Graal con l'accoppiata vincente, Harrison Ford e Sean Connery, a mio avviso non molto riuscito il secondo episodio: I.J. e il tempio maledetto, meglio l'ultimo: I.J. e il regno del teschio di cristallo, in quest'ultimo episodio la regia è di James Mengold discreto mestierante di Hollywood (Kate&Leopold, Quel treno per Yuma), Lucas e Spielberg appaiono in questo film come produttori esecutivi, in cui si vede Indiana Jones lottare contro i nazisti come nel primo e terzo episodio, nel secondo il nemico erano i Thugs e nel quarto l'URSS.
[Elementi spoiler] Il film inizia con un prologo ambientato alla fine del 1944 sul fronte occidentale mentre la vicenda successiva si svolge nell'estate del 1969 in varie location (New York, Marocco, Egeo, Sicilia), all'inizio il fido collaboratore Marcus non c'è più, sostituito da un professore di Oxford: Basil Show (Toby Jones: La talpa, Atomica Bionda), altrettanto impacciato e di fine intelligenza, ucciso il suo posto viene preso nel 1969 dalla figlia Helena (Phoebe Waller-Bridge, The Iron lady, Solo: A star wars story) che per tutto il film si scontra con Indiana Jones entrambi alla ricerca dell'Antikytera meccanismo meccanico effettivamente creato nel 150 a.C. per calcolare le fasi lunari, il sorgere del sole e altri dati, ritrovato in fondo al mare negli anni'60 nel film diventa uno strumento creato da Pitagora che serve a esplorare il tempo. Il loro nemico è uno scienzato nazista Jurgen Voeller (Mads Mikkelsen attore danese: I 3 moschettieri, Rogue one).
Il film utilizza ampiamente gli effetti speciali digitali sia nel prologo: Harrison Ford ringiovanito di 40 anni, la corsa del treno pieno di tesori trafugati dai nazisti che nel prosieguo della vicenda come nella parata a New York o l'assedio di Siracusa. Onestamente si prova un pò di nostalgia del primo film in cuigli effetti speciali erano, se si può dire, a misura d'uomo. In ogni caso la storia scorre bene, il ritmo è più che veloce anzi forsennato, certamente non mancano le sorprese anche se il finale appare un pò sdolcinato, aggiungete che non ci sono parolacce, scene di sesso, ed è assente il politycally correct. La recitazione è più che buona, Harrison Ford è un Indiana Jones che ormai si è così immedesimato nella parte che non sarebbe concepibile un attore diverso, ottima anche la prestazione di Phoebe Waller-Bridge una convincente "furfantella" simpatica. In un piccolo ruolo appare Antonio Banderas che "gigioneggia" nelle vesti improbabili di un pescatore greco.
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fabal
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sabato 26 agosto 2023
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non il miglior indy, ma non si resta delusi
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E' ormai il 1969 e New York è euforica per lo sbarco sulla Luna. Il professor Henry Jones jr., che non condivide tutto questo entusiasmo, vive tra casa e università con il dolore per la morte del figlio e l'ansia del prossimo divorzio da Marion. Il cappello e la frusta sembrano ormai definitivamente appesi al chiodo, quando l'inaspettata visita di Helena cambia le carte in tavola. La donna è difatti la figlia di un vecchio amico di Indy con il quale, nel lontano 1944, aveva sottratto la metà dell'Antikytera ai nazisti... E ora, dopo anni di distanza, qualcuno sembra determinato a reperire anche l'altra metà del marchingegno di Archimede che sembra in grado di far viaggiare nel tempo.
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E' ormai il 1969 e New York è euforica per lo sbarco sulla Luna. Il professor Henry Jones jr., che non condivide tutto questo entusiasmo, vive tra casa e università con il dolore per la morte del figlio e l'ansia del prossimo divorzio da Marion. Il cappello e la frusta sembrano ormai definitivamente appesi al chiodo, quando l'inaspettata visita di Helena cambia le carte in tavola. La donna è difatti la figlia di un vecchio amico di Indy con il quale, nel lontano 1944, aveva sottratto la metà dell'Antikytera ai nazisti... E ora, dopo anni di distanza, qualcuno sembra determinato a reperire anche l'altra metà del marchingegno di Archimede che sembra in grado di far viaggiare nel tempo...
A 15 anni di distanza dal deludente quarto capitolo, Harrison Ford torna a vestire i panni del celebre archeologo in un film decisamente migliore del Regno del Teschio di Cristallo. Un film che ha il coraggio di non cedere alla tentazione della retorica passatista fine a se stessa. James Mangold, invece, illustra una storia nuova nei contenuti ma con lo schematismo narrativo dei predecessori: una serie di quest successive che compongono, via via, il puzzle finale. Si tratta di un capitolo dichiaratamente conclcusivo (e non solo per l'età di Harrison Ford) e, considerando il periodo di una cinematografia particolarmente ossessionata nel tributo nostalgico agli anni '80 – proprio il periodo della trilogia originaria di Indiana Jones – le mie aspettative erano differenti. Pensavo ad un film più celebrativo, se non riassuntivo, con parecchie citazioni ai film precedenti e una storia che in qualche modo collegasse tutti i mcguffin trovati da Indy nelle sue passate avventure. Specialemente perché già L'ultima crociata aveva regalato il primo easter egg della saga, con la breve comparsa dell'Arca dell'Alleanza accompagnata dal noto tema di John Williams. Niente di tutto questo ne Il quadrante del destino che, a ben pensarci, non può fare a meno di svincolarsi da simbologie religiose che nel 2023 risulterebbero divisive e potrebbero sollevare polemiche. Nemmeno omaggia Sean Connery o Marcus Brody, ma introduce personaggi nuovi e una vicenda slegata dal passato. Non tutto però è nuovo: ritornano i nazisti come nemici, antagonisti ormai archetipici nella caccia ai tesori antichi. La vicenda scorre in modo quasi scolastico,con gli alti e bassi di uno svolgimento che non meraviglia né delude. Qualche sbuffo nel troppo lungo inseguimento in apecar tra le vie di Tangeri, un po' di delusione per lo scarso allestimento dell'orecchio di Dionisio e un ritmo non sempre sostenuto: al quadrante del Destino manca davvero tanto per essere all'altezza dei primi tre capitoli. Le locations meravigliano molto meno, anche la colonna sonora del maestro Williams non sembra incisiva come in passato. Il cast però regge, a partire da Harrison Ford che recita perfettamente in linea con la sua età: non si atteggia a eternamente giovane, sa di non potere e non dover strafare ma fa valere la sua esperienza in questa perfetta simbiosi tra attore e personaggio. Bene anche la Waller Bridge, fantastico Mikkelsen, un po' sprecato forse Banderas.
Lo svolgimento schematico viene però corretto da un finale discutibile, trash, ma che indubbiamente fa spalancare gli occhi e costituisce il vero colpo di scena della pellicola. Nell'ultima scena, l'unica vera concessione alla nostalgia della pellicola chiude bene il cerchio: forse questo non sarà il miglior Indiana Jones ma non si esce dal cinema delusi.
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gattoquatto
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giovedì 28 dicembre 2023
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del tutto inutile
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Un trionfo di effetti speciali digitali, nonsense e assurdità varie per l'ultimo (speriamo) capitolo della saga di Indiana Jones. Il film richiama più l'idea di un videogioco che quella di cinema. Ha una trama esile, dilatata in oltre due ore e mezzo di durata, ed è talmente infarcito di scene d'azione così irrealistiche, forzate e prevedibili da risultare per lunghi tratti noioso.
Il vecchio Indiana Jones (Harrison Ford aveva 79 anni durante le riprese..!) parla con l'affanno di un anziano ma ha la capacità atletica di un funambolo, tuttavia vederlo indossare la stessa giacca di pelle, il berretto e la frusta dei tempi migliori mette solo una gran malinconia.
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Un trionfo di effetti speciali digitali, nonsense e assurdità varie per l'ultimo (speriamo) capitolo della saga di Indiana Jones. Il film richiama più l'idea di un videogioco che quella di cinema. Ha una trama esile, dilatata in oltre due ore e mezzo di durata, ed è talmente infarcito di scene d'azione così irrealistiche, forzate e prevedibili da risultare per lunghi tratti noioso.
Il vecchio Indiana Jones (Harrison Ford aveva 79 anni durante le riprese..!) parla con l'affanno di un anziano ma ha la capacità atletica di un funambolo, tuttavia vederlo indossare la stessa giacca di pelle, il berretto e la frusta dei tempi migliori mette solo una gran malinconia. Forse avrebbe avuto più senso una sceneggiatura sviluppata attorno alla vecchiaia del protagonista, con tutti i relativi limiti ma anche le opportunità che l'età matura comporta.
Il film è stato un flop al botteghino (Disney ha perso oltre 100 milioni di $ rispetto ai costi di produzione) e in effetti il prodotto è accettabile solo per chi è di bocca buona.
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