Black Bits

Beth e Dora si conoscono in un locale e scatta subito il colpo di fulmine. Passano due anni. Le due ragazze sono ora in fuga. Hanno infatti raggirato e derubato la Black Bits, una società attiva nel dark web. Il loro bottino è di due neurochip di ultima generazione che valgono moltissimo e, per nasconderlo, vagano nel bosco prima di raggiungere una futuristica abitazione isolata che si apre con un codice, composta da vetrate che dovrebbero proteggerle da ogni pericolo esterno. Ben presto però si accorgono che lì fuori si nasconde una presenza inquietante, Hank, che diventa fin da subito un'incombente minaccia. Per Beth e Dora i problemi sono appena iniziati.

Possono sembrare le protagoniste di un videogame osservate e manipolate da una forza esterna. Oppure due personaggi ancora in carne ed ossa in fuga da una realtà virtuale. Beth e Dora, interpretate rispettivamente da Yvonne Mai e Jordan Alexandra, innescano l'azione in Black Bits dove Alessio Liguori rivisita le forme di un fanta-thriller dopo essersi confrontato con l'horror in In the Trap - Nella trappola e soprattutto in Shortcut che è stato nella top ten del box office statunitense per circa un mese.

Se in quel film erano evidenti le influenze del cinema americano degli anni '80 (da I Goonies poi filtrati attraverso Stranger Things), Black Bits sembra invece guardare alle molteplici realtà parallele di Matrix. Il bosco diventa un labirinto, luogo di caccia e di fuga, con l'apparizione di creature sinistre come il personaggio di Hank, potenziale reincarnazione del Male di Un tranquillo weekend di paura che è un'ombra opprimente di cui si sente la presenza nel fuori-campo anche quando non è inquadrata.

Forse inizialmente è apparsa troppo velocemente quando invece dei tempi più dilatati potevano far avvertire maggiormente i segni di un oscuro presagio soprattutto nella scena in cui Beth avverte che lì fuori c'è qualcosa che non va. Al tempo stesso però Black Bits riesce a mantenere discretamente serrato il livello di un action che si prende qualche pausa nei dialoghi più intimi tra le due protagoniste ("Non so nemmeno se vorrei stare con te per sempre") ma poi si riattiva.

Let's Play, come il gioco degli scacchi. Avanti e indietro nel tempo e nello spazio. Con il flashback, che ritorna, del primo incontro tra Beth e Dora nel locale tra seduzione e inganno (?) dove nel film entrano in gioco disordinati e affascinanti fasci di luce provenienti dal cinema di De Palma. Anche qui c'è qualche stacco di montaggio troppo rapido, soprattutto nel primo flashback che interrompe il climax o in quello di un bacio quasi spezzato.

A tratti Black Bits corre troppo veloce. Altre volte quella velocità invece riesce a diventare più dinamica come nella scena delle due protagoniste minacciate da frecce scagliate dall'alto. Il film di Liguori gestisce abilmente i tre personaggi (più la veloce apparizione di Nadine) ed evita il rischio di un film troppo concettuale. I modelli statunitensi sono ben presenti, incluso il gioco con la morte della saga di Saw, in particolare il primo, ma Black Bits suggerisce i suoi possibili spunti di riferimento ma non li fa diventare mai omaggi così dichiarati da essere troppo prevedibili. Per questo, pur con i suoi limiti, appare un'operazione interessante e lascia il segno della propria identità nella visione del genere. 