Le voci di 14 migranti partiti dai loro paesi, passati dalla Libia e arrivati in Italia su un gommone.
di Silvia Guzzo
C’è chi ha lasciato la propria città dopo aver subito un assalto brutale in casa da parte di violenti e crudeli oppositori politici, chi per la povertà, chi per via del proprio stato di schiavitù o dei soprusi dovuti a una condizione fisica considerata inaccettabile e spaventosa. Le storie di Danielle, Fonfana, Moustapha, Joy, Bakary, Malick, Amadou e di altri sette migranti costretti a lasciare l’Africa per intraprendere un viaggio terribile verso l’Europa si uniscono in un racconto corale che ricostruisce le fasi di un cammino carico di terrore e indicibili sofferenze.
Un documentario che colpisce diritto al cuore mettendo al centro le testimonianze di quattordici sopravvissuti alla violenza, al deserto e al mare. Il ritmo è serrato tragico e coinvolgente, silenzioso e privo di retorica: la camera fissa inquadra i volti dei protagonisti, lo sfondo è nero. La scena è loro e noi non possiamo fare altro che ascoltare.