Almodovar - Lo sguardo insolente

Film 2023 | Documentario, +13 62 min.

Titolo originaleAlmodovar, l'insolent de la Mancha
Anno2023
GenereDocumentario,
ProduzioneFrancia
Durata62 minuti
Regia diCatherine Ulmer Lopez
AttoriOlivia Ruiz .
Uscitagiovedì 17 ottobre 2024
TagDa vedere 2023
DistribuzioneExitMedia
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Regia di Catherine Ulmer Lopez. Un film Da vedere 2023 con Olivia Ruiz. Titolo originale: Almodovar, l'insolent de la Mancha. Genere Documentario, - Francia, 2023, durata 62 minuti. Uscita cinema giovedì 17 ottobre 2024 distribuito da ExitMedia. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 4 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

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Ultimo aggiornamento giovedì 17 ottobre 2024

Un inedito ed evocativo viaggio nel cuore di Pedro Almodovar. In Italia al Box Office Almodovar - Lo sguardo insolente ha incassato 6,9 mila euro .

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO
ASSOLUTAMENTE SÌ
Tra provocazione e consapevolezza, un'analisi puntuale del senso politico nelle opere del regista Almodóvar.
Recensione di Raffaella Giancristofaro
mercoledì 16 ottobre 2024
Recensione di Raffaella Giancristofaro
mercoledì 16 ottobre 2024

Pochi autori delimitano così nettamente il proprio universo da identificare il proprio nome con una cifra, uno stile. Almodóvar, senza il nome davanti, è in quel ristretto numero. Un traguardo conquistato dal basso, lentamente, attraverso un progressivo affinamento, più che dei suoi strumenti analitico-speculativi, della conoscenza delle tecniche del cinema. Fino a raggiungere un apice che il regista stesso qui indica in tre opere: Tutto su mia madre, Parla con lei e La mala educación. Tre tappe di una filmografia dal fascino ascendente e dalla forte presa popolare, costruita su un'eccezionale capacità di ascoltare, recepire e interpretare lo spirito del proprio tempo. Dote legata alla lunga esperienza da dipendente della compagnia telefonica nazionale, che si riflette nella naturale fluidità e vivacità dei suoi dialoghi. E, come rileva il critico Frédéric Strauss, uno dei suoi analisti più sottili, nella frequenza delle conversazioni tra due capi del filo.

Questo puntuale approfondimento della sua opera, prodotto per la televisione ma perfettamente adatto anche a schermi più ampi, prende le mosse da Calzada de Calatrava, il paese natale del regista, nella regione di Castiglia - La Mancia, che lo spettatore ha imparato a conoscere da alcune divagazioni dei suoi film, in particolare Volver.

Nell'infanzia del regista, nell'ambiente rurale e tradizionale in cui è cresciuto, affondano le radici tutti i tratti che fanno di Almodóvar un mondo a sé: un pragmatismo esistenziale ("mi hanno educato al terrore della miseria"); la folgorazione infantile per il technicolor e il divismo delle figurine (in spagnolo, cromos) sui cataloghi di vendita per corrispondenza (rievocati nella parte anni Sessanta di Dolor y gloria) che si esprimeranno in una ricerca cromatica ossessiva e sorprendente; l'attaccamento riverente alla figura materna, nume tutelare per una ricca galleria di memorabili protagoniste.

La regista Catherine Ulmer Lopez individua, anche grazie tramite le dichiarazioni dirette dell'autore, molti dati biografici essenziali alla comprensione della sua opera. Per esempio, il momento preciso in cui Pedro, non ancora maggiorenne, annuncia categorico ai genitori l'intenzione di trasferirsi a Madrid.

Un gesto di autodeterminazione che poi riverbera nei suoi personaggi, in un percorso di emancipazione che corre non solo in parallelo ma sempre un passo più avanti rispetto alla società spagnola. Quello in cui Almodóvar inizia a esprimersi come filmmaker è infatti un Paese annichilito dalla dittatura militare di Francisco Franco. Antxón Gómez, scenografo di molti suoi film, ricorda come la Spagna abbia vissuto, più che una transizione, una "traslazione", cioè una chiusura non netta col passato (nemmeno oggi, come attesta in Madres paralelas l'ingresso delle non ancora avvenute sepolture dei desaparecidos).

In questo difficile processo storico, il contributo di Almodóvar è costante, programmatico e decisivo, dentro e fuori i confini nazionali. In tal senso quell'"insolente" del titolo esprime non tanto una tendenza a offendere o prevaricare, quanto piuttosto a lanciare, anche nella maturità, gioiose provocazioni. Come se quel contesto conservatore, ipercattolico, maschilista, omofobo, di cui si faceva beffe soprattutto nella prima parte della sua opera, non fosse mai esistito. Non sono dichiarazioni di intenti ma attestazioni di realtà (il mondo di Almodóvar, con le sue anarchiche regole), sempre a difesa dell'autonomia dell'individuo.

Ammirabile esempio di misura, concisione e pertinenza, Almodóvar - Lo sguardo insolente è costruito su una struttura che ogni monografia dovrebbe avere come modello: non interpella intervistati per spenderli in inutili commemorazioni, tautologie o scambi di complimenti ma mette in fila e fa parlare tra loro testimoni vicini all'autore, con densità di informazioni, inserta rimandi precisi alle sequenze, collegate al senso della trattazione, dà il giusto rilievo a materiali inediti: qui soprattutto relativi al periodo più punk, quello della scena artistica madrilena anni Ottanta, in cui Almodóvar si esibiva con Fabio McNamara al Rock-Ola en travesti, in pezzi sfacciati come Suck It to Me, in assonanza ludica di sacate de mi ("esci da me"). Cogliendo l'essenza della cifra Almodóvar: un'etica (non una morale) di riferimento che non dimentica mai, anche se l'ha progressivamente contenuto, il gusto per il graffio, anche sbracato: in un'intervista d'archivio il regista ricorda una definizione di un critico che avrebbe voluto scrivere come biglietto da visita: "spesso di cattivo gusto, ma mai noioso".

Preziosissimo anche il consiglio finale ad aspiranti registi: "Non pensate a una risposta immediata in termini di successo, ascoltate molto le madri e le loro amiche, ascoltate senza essere notati e poi raccontate una storia non identica, ma che parli di ciò che fa loro paura".

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RECENSIONI DELLA CRITICA
giovedì 17 ottobre 2024
Fabrizio Croce
Close-up

Pedro prima di essere solo Almodovar, il corpo performante che diventa opera/sguardo sul mondo proprio ed altrui prima dello status di regista iconico, di portatore di una poetica marcata e riconoscibile : cosa si intende e come si è arrivati alla definizione di almodovariano?. Almodovar- lo sguardo insolente , il documentario che la regista francese Catherine Ullmer Lopez ha realizzato con un' impronta [...] Vai alla recensione »

giovedì 10 ottobre 2024
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Forse in un'ora scarsa non è facile riassumere la parabola artistica e la vita personale di un regista non solo eccentrico e trasgressivo, ma anche inevitabilmente rappresentativo di un paese - passato negli anni della sua gioventù dalla dittatura franchista a un desiderio incontenibile di libertà - che nel tempo ha mostrato anche le sue illusioni. Pedro Almodóvar Caballero, poi in arte Pedro Almodóvar [...] Vai alla recensione »

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lunedì 14 ottobre 2024
 

Regia di Catherine Ulmer Lopez. Un film con Olivia Ruiz. Da giovedì 17 ottobre al cinema. Guarda il trailer »

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