Talk To Me |
||||||||||||
Un film di Danny Philippou, Michael Philippou.
Con Sophie Wilde, Miranda Otto, Joe Bird, Otis Dhanji.
continua»
Horror,
Ratings: Kids+13,
durata 95 min.
- Australia 2022.
- Plaion Pictures
uscita giovedì 28 settembre 2023.
- VM 14 -
MYMONETRO
Talk To Me ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
||||||||||||
|
||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un horror intelligente e spiazzante
di Tom CineFeedback: 4381 | altri commenti e recensioni di Tom Cine |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
martedì 3 ottobre 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La storia dell’horror cinematografico ha una caratteristica ricorrente: il meglio viene spesso da piccole produzioni che prendono vita da zone che sono geograficamente o produttivamente, anche se spesso le due cose coincidono, lontane dagli studios delle grandi case di produzione. Ci sono le eccezioni (“L’esorcista”, per esempio), ma spesso i cult di questo genere nascono così ed è quello che è avvenuto per “Talk to me”. Il film dei fratelli Philippou è una piccola produzione che viene, addirittura, dall’Australia. E da lì è andata alla carica negli Stati Uniti per poi arrivare, dopo aver sbancato i botteghini statunitensi, in Italia. A cosa si deve il motivo di tale riuscita? La risposta è semplice: sa avvincere e sa spaventare, perché è fatto molto bene e non ricorre, perché non ne ha bisogno, a facili stratagemmi. E sa fondere, come pochi, elementi che derivano da paure antiche (in questo caso, gli spiriti e l’inferno, di cui il film ci propone una visione fuggevole ma talmente raccapricciante che ci si augura davvero che un posto del genere non esista) con altri generatori di angosce più moderne (il cinismo con cui, a volte, vengono usate le chat). E c’è di più, molto di più: l’horror, quando è al suo meglio, è un genere che può diventare il termometro dei malesseri della società e questo film sa affrontare il tema della solitudine delle nuove generazioni affondando il coltello nella piaga con perizia quasi chirurgica. E lo fa mettendo, al centro della storia, la giovane Mia (la promettente Sophie Wilde). La ragazza, che ha perso la madre da un anno e ha un rapporto conflittuale con il padre, viene ospitata in casa di un’amica, Jade, che vuole aiutarla. Qui stringe amicizia anche con il fratellino di Jade, Riley. Le due ragazze vengono a sapere, tramite Internet, di una strana challenge (una sfida diffusa tramite dei video immessi nella Rete) promossa da una loro amica, Hayley, insieme ad un altro personaggio: una sorta di seduta spiritica che si svolge tramite un antico manufatto (una mano imbalsamata e ricoperta di ceramica) e in cui alcuni ragazzi si alternano per fare da medium. Un pò per cercare di confutare le dicerie sull’effettiva efficacia del rito, un pò per divertirsi (ma la sceneggiatura è sottile nel suggerire che Mia è mossa dal desiderio inconscio di rivedere la madre morta), le due ragazze (a cui si aggiunge Riley) decidono di prendere accordi con Hayley e di assistere di persona ad una delle sedute. Nel corso della serata, Mia decide di fare da cavia e si sottopone al contatto con il mondo degli spiriti. Accettata nel gruppo, Mia reitera la pericolosa esperienza insieme agli altri. Peccato, però, che il termine “spiriti” include anche la categoria dei demoni e quando una delle “presenze” si presenta spacciandosi per la madre della ragazza, le conseguenze saranno terrificanti e dolorose. Con il riassunto della trama, mi fermo qui perché i colpi di scena non mancano e sono anche costruiti bene. “Talk to me” è un film spiazzante e lo spunto di partenza è sviluppato splendidamente e senza tentennare nei momenti di paura più intensa, chiamando in causa il malessere sociale e una caratterizzazione credibile dei personaggi che non sono statici e hanno tutti delle evoluzioni coerenti e verosimili. Sono tutti soltanto apparentemente uniti, perché sono immersi nelle loro solitudini, amplificate dall’uso delle chat e degli smartphone e questo permette al film di compiere brillantemente un feroce giro di boa a metà della narrazione, accelerandone anche il ritmo. Dopo un prologo molto violento (e su cui non si dovrebbe sapere nulla prima della visione), il film si presenta come il classico horror-movie per teenager: ci sono i giovani immaturi e quindi irresponsabili, l’elemento soprannaturale, le feste, la goliardia, il rapporto problematico con i genitori, eccetera. Si assiste perfino aduna parentesi ironica, quasi al limite della parodia, con le varie possessioni girate e montate come un videoclip. Perfino le presenze soprannaturali non inquietano più di tanto. Ma poi prende una piega inaspettatamente cupa e drammatica, dove la violenza grafica non è molta (ma le scene sanguinose ci sono e, anche se sono pochissime, sono piuttosto forti), ma dove impera quella psicologica e dove a creare disagio non sono soltanto le presenze diaboliche, che oltre ad essere visivamente laide agiscono anche con abnorme perfidia, ma soprattutto l’isolamento emotivo che stringe i personaggi e, ovviamente, la protagonista in particolare che rimane da sola con i suoi rimorsi, le sue insicurezze e le sue paure. Isolamento che viene reso magnificamente dalla fredda fotografia del film e dalla regia che sa creare un’atmosfera che lo amplifica anche attraverso le location che altro non sono se non fredde e anonime periferie urbane. “Talk to me”, come tutti gli horror davvero riusciti, usa il fantastico per parlare di qualcosa di molto più reale: apparentemente racconta soltanto una storia di spiriti diabolici, di possessioni e di sedute spiritiche, ma dice anche qualcosa sulle fragilità, usando le figure demoniache come pretesti. E lo fa magnificamente bene: quindi, tanto di cappello!
[+] lascia un commento a tom cine »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ultimi commenti e recensioni di Tom Cine:
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Recensioni & Opinionisti | Articoli & News | Multimedia | Shop & Showtime |
Link esterni
|