Chi ha paura delle streghe |
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Un film di Nicolas Roeg.
Con Mai Zetterling, Anjelica Huston, Bill Paterson, Brenda Blethyn.
continua»
Titolo originale The Witches.
Fantastico,
Ratings: Kids+13,
durata 91 min.
- Gran Bretagna 1990.
- Warner Bros Italia
uscita domenica 23 novembre 1997.
MYMONETRO
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Streghe in Cornovaglia
di Tom CineFeedback: 4381 | altri commenti e recensioni di Tom Cine |
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sabato 1 maggio 2021 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Chi sono e che cosa fanno, nell’immaginario popolare e fiabesco, le streghe? Nelle fiabe, l’obiettivo delle streghe è quello di distruggere l’eroe o l’eroina. Non di rado, in questi racconti, prendono di mira le ragazze ingenue e i bambini (e la conseguente distruzione della loro infanzia): le streghe fiabesche hanno spesso questa caratterizzazione perché rappresentano, per i protagonisti delle fiabe, prove da superare per riconoscere la cattiveria umana (nella sua derivazione femminile anziché maschile come avviene, invece, con gli orchi) per fare un passo verso l’età adulta. Nel caso di questa deliziosa fiaba nera diretta dal compianto e visionario Nicolas Roeg (regista di quell’altra perla che è “A Venezia … un dicembre rosso shocking”), tratta da un romanzo di Roald Dahl, viene messa in campo un’intera congrega di megere che, in quanto a cattiveria, rischiano di essere seconde, sul piano cinematografico, solo a quelle di “Suspiria” (mi riferisco a quello di Dario Argento). Però non preoccupatevi: “Chi ha paura delle streghe?” è un film indirizzato soprattutto ai bambini e la cattiveria delle streghe è caratterizzata anche da un pizzico di satirica e divertente ironia. Queste crudeli fattucchiere nascondono le loro fattezze mostruose (simboli della loro cattiveria nascosta) con le maschere, le parrucche, i guanti e le scarpe. Inoltre, fanno parte di un’associazione per l’infanzia abbandonata e si riuniscono, annualmente, in un grande albergo, nel Sud-Ovest dell’Inghilterra (tutte la parte ambientata nell’albergo e nei suoi dintorni è stata girata in Cornovaglia), dove tramano, in gran segreto, per distruggere i bambini. Il nuovo piano, ideato dalla “Strega Suprema” (una fantastica Anjelica Huston), include l’utilizzo di una pozione da inserire nei pasticcini dei negozi inglesi per trasformare tutti i bambini d’Inghilterra in topi. Il diabolico piano viene scoperto casualmente dal piccolo Luke, un bambino orfano di entrambi i genitori e che è in vacanza, insieme alla nonna, nel medesimo albergo. Catturato dalle streghe, Luke viene costretto a bere la pozione e a trasformarsi in topo, ma riesce a scampare alla morte. Insieme ad un altro bambino che ha subìto la medesima sorte, Luke raggiunge la nonna. L’anziana signora (che è a conoscenza dell’esistenza delle streghe e sa come riconoscerle) ed il nipote, trasformato in un topo parlante, tenteranno di sventare il sadico complotto. Rispetto alla versione cartacea, il film addolcisce alcuni risvolti della storia nella parte finale ma, nello stesso tempo, riesce ad esserle fedele nella poetica restituendone benissimo molti temi, in modo chiaro e senza mai essere didascalico: la scoperta del male e del dolore (il lutto per la morte dei genitori), l’ingordigia (rappresentata dal piccolo Bruno che ricorda, non si sa quanto volontariamente, un personaggio simile presente in un’altra storia di Dahl, “La fabbrica di cioccolato”), il contrasto tra le apparenze e la realtà e l’affetto che può intercorrere tra una nonna e un nipote. Il film, grazie ad un’ottima sceneggiatura e all’azzeccata scelta di Mai Zetterling per il ruolo della nonna, riesce a far risaltare soprattutto quest’ultimo tema, con tutte le sfumature presenti nel racconto originario e mettendo in evidenza la complicità tra nonna e nipote. Animali (qui ci sono i topolini allevati dal piccolo Luke), bambini e anziani sono elementi che rischiano sempre di immergere un film in una melassa zuccherosa e patetica ma, in questo caso, la “trappola” non scatta: le streghe equilibrano il tono generale, aggiungendo al tutto un pizzico di satira sociale ed un tocco di calibrato horror a cui contribuiscono i superbi (per l’epoca) effetti speciali del team di Jim Henson (uno per tutti: il make-up riguardante il vero aspetto della strega principale). Il risultato finale è un intelligente film per famiglie che riesce ad essere divertente, veloce, spettacolare, fantasioso e non privo di atmosfera. Anzi, qui domina un’atmosfera nordica decisamente pregnante, resa memorabile dall’ottima fotografia, dalla regia visionaria di Roeg e dallo sfondo naturale della costa inglese. Infine è da rilevare la presenza, nel cast, di Rowan Atkinson nel ruolo del direttore dell’albergo ossessionato dai topi: è impossibile non sorridere, col senno di poi, ogni volta che compare il futuro mister Bean.
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