felicity
|
sabato 18 marzo 2023
|
splendido ed emozionante
|
|
|
|
Pinocchio nasce dal dolore e dalla rabbia di un uomo che non riesce ad accettare il vuoto di un lutto. Questo passaggio trasforma la pellicola di Del Toro in una grande riflessione sulle tortuose vie per dare un senso alla vita, in tutte le sue imperfezioni.
Lo dice anche il grillo parlante, che questa è una storia di padri e di figli imperfetti. Cos’è la vita per una marionetta che non può morire? Se si è immortali, come Pinocchio, si può afferrarne il senso? Del Toro sembra suggerire che la vita è una continua esperienza sul dolore, sull’affrontare il male e sul coraggio di rimanere buoni là dove tutto sembra precipitare in un baratro oscuro dove etica e morale sono concetti rarefatti.
[+]
Pinocchio nasce dal dolore e dalla rabbia di un uomo che non riesce ad accettare il vuoto di un lutto. Questo passaggio trasforma la pellicola di Del Toro in una grande riflessione sulle tortuose vie per dare un senso alla vita, in tutte le sue imperfezioni.
Lo dice anche il grillo parlante, che questa è una storia di padri e di figli imperfetti. Cos’è la vita per una marionetta che non può morire? Se si è immortali, come Pinocchio, si può afferrarne il senso? Del Toro sembra suggerire che la vita è una continua esperienza sul dolore, sull’affrontare il male e sul coraggio di rimanere buoni là dove tutto sembra precipitare in un baratro oscuro dove etica e morale sono concetti rarefatti. I personaggi che gravitano attorno a Pinocchio e Geppetto sono la rappresentazione di un male intrinseco alla società, un male che si può combattere con l’arma della gentilezza.
Del Toro inoltre è riuscito nell’ardua impresa di far convogliare le sue ossessioni estetico-narrative trovando un perfetto equilibrio. A partire dalla elaborata animazione a passo uno fino a una precisa scelta fotografica fatta di chiaroscuri e tinte cromatiche contrastanti.
In una vicenda che vorrebbe essere favola ma che è tragicamente realistica, Del Toro ha dosato con cura gli elementi fantastici, ancor meglio che in altre sue opere, optando talvolta per un certo gusto orrorifico. Il cinema di Del Toro è una creatura dal cuore nero che sa sciogliersi in dolci carezze di rara poesia, supportate da una splendida musica. Pinocchio è uno dei suoi migliori risultati, forte del coinvolgimento emotivo e visuale di un’opera capace di parlare a grandi e piccini del grande mistero della vita.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a felicity »
[ - ] lascia un commento a felicity »
|
|
d'accordo? |
|
giovanni_b_southern
|
martedì 27 dicembre 2022
|
tentato dal mettere 5 stelle. ottimo
|
|
|
|
Ottimo Film. Bella ri-lettura. Riabilitato Lucigliolo. Tutto in una gradevole salsa anti-fascista. Che non guasta mai. Consigliato
[+] pandoro e maionese
(di emmeci)
[ - ] pandoro e maionese
|
|
[+] lascia un commento a giovanni_b_southern »
[ - ] lascia un commento a giovanni_b_southern »
|
|
d'accordo? |
|
giovanni_b_southern
|
martedì 27 dicembre 2022
|
ottimo
|
|
|
|
Tentato dal mettere 5 stelle. Ottima ri-lettura. Con un Lucignolo altamente riqualificato. Tutto in chiave anti-fascista. Consigliato assai
|
|
[+] lascia un commento a giovanni_b_southern »
[ - ] lascia un commento a giovanni_b_southern »
|
|
d'accordo? |
|
eugenio
|
mercoledì 14 dicembre 2022
|
il burattino di del toro
|
|
|
|
Un Pinocchio che farà molto discutere l’ultima lunga fatica, in stop-motion del premio Oscar Guillermo del Toro. Un Pinocchio sognato dal regista dal lontano 2008, iniziato nel 2018 e terminato quattro anni dopo, nel 2022. Un Pinocchio materico con personaggi ricchi ed evocativi, fotogramma per fotogramma a restituire una favola oscura tutt’altro che collodiana, cupa e intrigante. Visionaria alla Tim Burton, la pellicola (uscita su Netflix il quattro dicembre), risulta iperreale nei dettagli e nella resa scenica dei personaggi delineati, con creature spuntate fuori da qualche favola dark come le divinità simil-pagane a forma di chimera che sostituiscono la Fata Turchina, passando per i custodi dell'aldilà a forma di lepre, fino a un grillo parlante aspirante scrittore “romanziere” mai così incerto e che alberga proprio nel pino che Geppetto decide di intagliare.
Geppetto ubriacone che crea Pinocchio in un impeto di rabbia per la morte del figlio Carlo ucciso da una bomba durante la Prima guerra mondiale, rabbioso, disperato, vive in un contesto storico preciso, l’Italia vessata dalle due guerre. Guerre che uccidono, al contrario di quanto la suggestione macabro-grottesca vorrebbe lasciare intendere. Il totalitarismo copre ogni raziocinio pubblico (anche ecclesiastico) e in fondo è ciò che Pinocchio, la cui vita è il dono delle divinità del bosco, impietosite da questo gesto di dolorosa impotenza di Geppetto, scardina con la sua ingenuità spontanea. Che è poi quella di un bambino disubbidiente come nella favola di Collodi.
Credere, obbedire e combattere, i dettami del fascismo che Del Toro con il suo anarchico Pinocchio, sberleffa in un intento non migliorativo o catartico per dirla come un vecchio sketch di Flavio Oreglio da Zelig, scandiscono le tappe di un anti-racconto collodiano. La mutazione in meglio di un bambino educato e giudizioso non avviene ma diviene inno alla libertà del “diverso” in un regime che lo bandisce e che il burattino negli spettacoli di Mangiafoco (villain che incarna i principi peggiori dell'opera tutt'altro che cialtroneschi mussoliniani), esplicita sino alla farsa con Mussolini protagonista che non esiterà ad ucciderlo.
Ma Pinocchio non può morire. Porta il peso della dolorosa caducità secondo i dettami di una favola nera, dove Lucignolo è figlio del podestà e il paese dei balocchi un campo di formazione per la nuova gioventù fascista. Ed è così che allora il film assume una connotazione nuova, cosa difficile nelle sue innumerevoli trasposizioni, riuscendo con una notevole cura negli effetti speciali coadiuvati da un messaggio di fondo umanamente riconoscibile e condivisibile a farci sorridere, amare e commuoverci in un elogio originale scanzonato e serissimo di un classico di centotrenta anni, nobile e saggio come l'ultimo degli umani.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eugenio »
[ - ] lascia un commento a eugenio »
|
|
d'accordo? |
|
emmeci
|
domenica 11 dicembre 2022
|
“finalmente”
|
|
|
|
Non so in quanti stavano aspettando la riscrittura di Pinocchio, ma il “finalmente” mi sembra a dir poco fuori luogo. Se io riscrivessi “finalmente” la sua recensione come la prenderebbe? Al di là della mancanza ingiustificabile di rispetto e di sensibilità artistica, l’operazione è completamente priva di una qualsiasi traccia di intelligenza. Pinocchio per chi avesse dubbi vive in un mondo immaginario ed è proprio lì che ha un senso e grazie a questo sopravvive nel tempo. Dare una collocazione storica al racconto di Collodi significa non aver capito ciò che i bambini colgono immediatamente. Pura ignoranza nei confronti dell’opera letteraria, del personaggio, del semplice concetto di rispetto e di libertà creativa.
[+]
Non so in quanti stavano aspettando la riscrittura di Pinocchio, ma il “finalmente” mi sembra a dir poco fuori luogo. Se io riscrivessi “finalmente” la sua recensione come la prenderebbe? Al di là della mancanza ingiustificabile di rispetto e di sensibilità artistica, l’operazione è completamente priva di una qualsiasi traccia di intelligenza. Pinocchio per chi avesse dubbi vive in un mondo immaginario ed è proprio lì che ha un senso e grazie a questo sopravvive nel tempo. Dare una collocazione storica al racconto di Collodi significa non aver capito ciò che i bambini colgono immediatamente. Pura ignoranza nei confronti dell’opera letteraria, del personaggio, del semplice concetto di rispetto e di libertà creativa. Sarebbe il caso di rivedere “finalmente” la versione di Comencini prima che qualcuno riscriva anche l’Odissea.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a emmeci »
[ - ] lascia un commento a emmeci »
|
|
d'accordo? |
|
emmeci
|
domenica 11 dicembre 2022
|
insulto a collodi
|
|
|
|
Esterno, notte.
Una macchina anni ‘80 piena di tubi e apparecchiature elettroniche improvvisate sfreccia in un parcheggio deserto con a bordo Benito Mussolini.
All’improvviso un lampo. L’auto scompare.
Stacco. Toscana 1880.
Uno scrittore viene quasi travolto da un oggetto meccanico che non aveva mai visto prima: avvolto da una nuvola di vapore un uomo calvo esce dallo strano veicolo. Scandisce “Italiani!” con voce ferma.
Questo potrebbe essere il prologo della mostruosità che plagia il racconto di Collodi: si intitolasse "Johnny" o "Mario" non avrei nulla da dire tranne che è un film d'animazione mediocre in stop motion che non si avvicina nemmeno ai lavori di Tim Burton, il problema è che si intitola "Pinocchio".
[+]
Esterno, notte.
Una macchina anni ‘80 piena di tubi e apparecchiature elettroniche improvvisate sfreccia in un parcheggio deserto con a bordo Benito Mussolini.
All’improvviso un lampo. L’auto scompare.
Stacco. Toscana 1880.
Uno scrittore viene quasi travolto da un oggetto meccanico che non aveva mai visto prima: avvolto da una nuvola di vapore un uomo calvo esce dallo strano veicolo. Scandisce “Italiani!” con voce ferma.
Questo potrebbe essere il prologo della mostruosità che plagia il racconto di Collodi: si intitolasse "Johnny" o "Mario" non avrei nulla da dire tranne che è un film d'animazione mediocre in stop motion che non si avvicina nemmeno ai lavori di Tim Burton, il problema è che si intitola "Pinocchio".
Ammiravo G. del Toro che aveva già rubato parecchio in giro ma con stile e intelligenza, ma qui non è una furba mossa da scaltro regista, si tratta di vera e propria violenza. Quindi Pinocchio è un antifascista, Mangiafuoco è un impresario fedele al regime, Geppetto un alcolista e oltre non vado per pietà verso il povero Collodi... paragonato a questo insulto verso un'opera italiana bche con tutti i suoi limiti rimane comunque una delle più famose nel mondo, la versione con Benigni nella parte del fanciullo cinquantenne che giudicavo grottesca diventa un capolavoro assoluto, quella di Comencini assume la forma di un dono divino all'umanità.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a emmeci »
[ - ] lascia un commento a emmeci »
|
|
d'accordo? |
|
|
sabato 10 dicembre 2022
|
finalmente?
|
|
|
|
Perché “finalmente riscritto”? Perché se non ci si mette un cattivo fascista o ancora meglio un nazista non si può raccontare lo stesso una storia di “irriducibile dissidenza”? Perché si deve stuprare un racconto che nasce in tempi dove il concetto di educazione era radicalmente diverso? È per caso vergognoso ai giorni nostri raccontare una storia con un padre amorevole e un bambino che impara sbagliando? Le ricordo che Pinocchio pur essendo un burattino di legno non è mai “discriminato”, i suoi problemi non nascono dal fascismo o dall’intolleranza, perché raccontare a ragazzi che non hanno letto l’originale questa indecente invenzione? Collodi non merita un po’ di rispetto? Se nel 1881 non si trovavano tanti fascisti a cui ispirarsi che colpa ne ha? Allora “finalmente” si potrà anche riscrivere la storia di Ulisse transgender perseguitato da ciclopi ultra nazionalisti e intitolarlo comunque Odissea… Le consiglio di rivedere la versione di Comencini (insieme a Nightmare before Christmas) e “finalmente” riscrivere la recensione.
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|
sabato 10 dicembre 2022
|
finalmente?
|
|
|
|
Perché “finalmente riscritto”? Perché se non ci si mette un cattivo fascista o ancora meglio un nazista non si può raccontare lo stesso una storia di “irriducibile dissidenza”? Perché si deve stuprare un racconto che nasce in tempi dove il concetto di educazione era radicalmente diverso? È per caso vergognoso ai giorni nostri raccontare una storia con un padre amorevole e un bambino che impara sbagliando? Le ricordo che Pinocchio pur essendo un burattino di legno non è mai “discriminato”, i suoi problemi non nascono dal fascismo o dall’intolleranza, perché raccontare a ragazzi che non hanno letto l’originale questa indecente invenzione? Collodi non merita un po’ di rispetto? Se nel 1881 non si trovavano tanti fascisti a cui ispirarsi che colpa ne ha? Allora “finalmente” si potrà anche riscrivere la storia di Ulisse transgender perseguitato da ciclopi ultra nazionalisti e intitolarlo comunque Odissea… Le consiglio di rivedere la versione di Comencini (insieme a Nightmare before Christmas) e “finalmente” riscrivere la recensione.
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
fabrizio friuli
|
sabato 10 dicembre 2022
|
c''era una volta, il burattino...
|
|
|
|
Un falegname conosciuto come Geppetto conduceva una vita felice e armoniosa grazie all' esistenza del figlio Carlo , che lo aiutava nel suo mestiere, ma una notte, una bomba ha devastato una chiesa dove si trovava lo sventurato bambino e il corso della sua vita è cessato permanentemente, e lo sventurato padre ha sofferto atrocemente a causa della morte di suo figlio, che era l' unica persona che rendeva la sua vita meno solitaria. Una sera , l' infelice Geppetto abbatte un pino e lo usa per costruire un bambino di legno e mentre lui era assopito, una misteriosa figura gli dona la vita ed affida ad un grillo erudito il compito di giudarlo e istruirlo, e ovviamente, quando Geppetto scopre che Pinocchio ha preso vita, era spaventato da lui ma nel corso degli eventi, Geppetto imparerà ad amare la sagoma di legno come amava il figlio perduto.
[+]
Un falegname conosciuto come Geppetto conduceva una vita felice e armoniosa grazie all' esistenza del figlio Carlo , che lo aiutava nel suo mestiere, ma una notte, una bomba ha devastato una chiesa dove si trovava lo sventurato bambino e il corso della sua vita è cessato permanentemente, e lo sventurato padre ha sofferto atrocemente a causa della morte di suo figlio, che era l' unica persona che rendeva la sua vita meno solitaria. Una sera , l' infelice Geppetto abbatte un pino e lo usa per costruire un bambino di legno e mentre lui era assopito, una misteriosa figura gli dona la vita ed affida ad un grillo erudito il compito di giudarlo e istruirlo, e ovviamente, quando Geppetto scopre che Pinocchio ha preso vita, era spaventato da lui ma nel corso degli eventi, Geppetto imparerà ad amare la sagoma di legno come amava il figlio perduto.
Nonostante questo film sia basato sull' opera letteraria di Carlo Collodi , il lungometraggio animato in stop motion del talentuoso e geniale regista Guillermo Del Toro è decisamente superiore del remake in live action del lungometraggio della Disney dell' anno 1940. Innanzitutto, il film fa comprendere quanto la perdita di un figlio faccia soffrire un genitore ed anche che la guerra non si limita solo a causare la morte , la guerra contamina il presente e il futuro dei giovani ( che dovrebbero studiare, imparare ed essere felici ed avere un ' infanzia, e non impugnare i fucili, uccidere ed essere uccisi ) infatti, nel film Pinocchio e Lucignolo non finiscono nel Paese dei Balocchi, ma in un campo di addestramento dove dovranno rinunciare all' istruzione, ai sogni e alle speranze per diventare dei soldati, piuttosto che degli asini da vendere , in entrambi i casi, i loro fati saranno infelici. Oltre a ciò, uno degli antagonisti del film : Il Conte Volpe ( un personaggio che è stato assemblato unendo il Gatto e La Volpe con Mangiafuoco ) in una scena maltratta spietatamente la povera scimmia a cui ha dato un nome ignobile: Spazzatura , quella scena va rammentata perché lui maltratta un animale e Pinocchio reagisce proteggendola, e la nobile azione di Pinocchio fa comprendere che lui , pur essendo una marionetta di legno è molto più umano di Conte Volpe , ed è lui ad essere Spazzatura, anche perché lui ha in mente di racimolare tutto il denaro ( pur avendo promesso a Pinocchio di dare una parte dei suoi guadagni a lui per sostenere il suo caro padre , ovvero Geppetto ). È necessario aggiungere che il film presenta degli elementi che rovinano il film stesso : La rappresentazione della Fata e della Morte , l' idea di rappresentare La Fata come una curiosa creatura mistica è buona, ma sarebbe stato sicuramente meglio rappresentare il personaggio come una vera fata ( una creatura che ha l' aspetto di una donna bellissima, dotata di orecchie a punta e le ali di una farfalla ) mentre La Morte ( che non dovrebbe avere rapporti di parentela con La Fata ) nel film ha l' aspetto di una chimera o di una manticora ( un animale mitologico a quattro zampe con il volto umano ) e tale figura dovrebbe apparire come uno scheletro vivente avvolto da una tunica nera e con una falce, inoltre, sarebbe stato decisamente meglio far apparire La Morte in un cimitero con delle lapidi, e non all' interno di una strana stanza dove niente sembra essere associato alla morte, esclusi i quattro conigli neri che appaiono nell' opera originale di Collodi. Altre due pecche del film sono l ' aspetto del Duce e la conclusione : Benito Mussolini appare come un uomo alto come uno dei sette nani o come Lord Farquaad ( il bassissimo antagonista del film Shrek ) e quindi il personaggio ( storico ) potrebbe sfociare nel ridicolo anche per via della voce che non è adeguata ( anche se è stato doppiato da Massimiliano Alto, un bravissimo doppiatore italiano che ha perfino diretto il doppiaggio del film ). La conclusione del film , pur essendo suggestiva, può essere considerata eccessivamente tragica, perché Pinocchio ritorna in vita rimanendo un burattino ed assiste alla morte di Geppetto, suo padre , alla morte di Sebastian il Grillo, la sua saggia guida, e alla morte di Spazzatura, che ha rischiato la sua vita per salvare Pinocchio dalle grinfie dell' infido Conte Volpe, ed è rimasto da solo , senza nessuno accanto , magari potrebbe incontrare nuovamente Lucignolo, ma ciò non è garantito.
[-]
[+] assistente di guillermo
(di emmeci)
[ - ] assistente di guillermo
|
|
[+] lascia un commento a fabrizio friuli »
[ - ] lascia un commento a fabrizio friuli »
|
|
d'accordo? |
|
montefalcone antonio
|
venerdì 9 dicembre 2022
|
rivisitazione più realistica e dark di pinocchio
|
|
|
|
“Pinocchio” è il dodicesimo lungometraggio per il cinema di Guillermo del Toro, un film d’animazione in stop-motion, che il regista premio Oscar per “La forma dell’acqua” ha diretto assieme a Mark Gustafson e sceneggiato con Patrick McHale.
La pellicola è una delle più riuscite nella filmografia del regista messicano. In quest’opera veniamo catapultati nel tenebroso contesto sociale/storico/politico dell’Italia nell’epoca del regime fascista tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, e dunque, a livello cinematografico, in linea con la poetica e con le atmosfere buie, cupe e crude(li) che hanno caratterizzato le passate pellicole realizzate brillantemente da Guillermo del Toro: “Il labirinto del Fauno” e “La spina del diavolo”.
[+]
“Pinocchio” è il dodicesimo lungometraggio per il cinema di Guillermo del Toro, un film d’animazione in stop-motion, che il regista premio Oscar per “La forma dell’acqua” ha diretto assieme a Mark Gustafson e sceneggiato con Patrick McHale.
La pellicola è una delle più riuscite nella filmografia del regista messicano. In quest’opera veniamo catapultati nel tenebroso contesto sociale/storico/politico dell’Italia nell’epoca del regime fascista tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, e dunque, a livello cinematografico, in linea con la poetica e con le atmosfere buie, cupe e crude(li) che hanno caratterizzato le passate pellicole realizzate brillantemente da Guillermo del Toro: “Il labirinto del Fauno” e “La spina del diavolo”.
Calata in quest’ambiente totalitario e minaccioso, ritroviamo la vicenda del più famoso burattino al mondo, quel Pinocchio del celebre libro di Carlo Collodi, ma troviamo anche una riscrittura quasi radicale, tratteggiata con sapiente libertà dal regista e sceneggiatore, dell’intero capolavoro collodiano, del qualelascia intatti i passaggi emblematici, i personaggi fulcro e un certo fascino che animava il libro, ma che usa come spunto iniziale per poi rielaborarlo dall’interno, sondando nuovi orizzonti, ribaltandone completamente il senso e la morale e arrivare fino a una vera e propria riflessione meta-cinematografica.
Pinocchio è infatti qui un personaggio ribelle, insofferente a dittatura e totalitarismi, regole proibitive e divieti, restrizioni e limitazioni di qualsiasi genere: un burattino che ad esempio rifiuta la partecipazione alla guerra e alle gerarchie militari, o che sbeffeggia il regime e addirittura lo stesso Duce. Insomma, vero simbolo di una pura, irriducibile dissidenza.
Il regista lo mette in scena nella maniera a lui più congeniale, seguendo il solco delle sue ossessioni e soprattutto la scelta stilistica dello stop-motion (è il suo esordio in questo tipo di animazione frame by frame)con dei veri e propri pupazzi di plastilina. La realizzazione in stop motion è eccellente e soprattutto ben funzionale alla resa visiva visionaria e spettacolare di certe scene già note o del tutto originali.
Dal cartoon Disney del 1940, Pinocchio è diventato il protagonista dei film di Giannetto Guardone, Roberto Benigni, Matteo Garrone e Robert Zemeckis, per citarne alcuni. Quello di Guillermo del Toro è una fiabadark di un’autenticità narrativa interessante e affascinante, che rinuncia al consueto elogio della morale insita nel libro di Collodi (non dire bugie, rispetta le regole) e umanizza ogni tipo di sentimento, soprattutto di quelli più dolorosi (Pinocchio è incapace di colmare la scomparsa del figlio di Geppetto, e quest’ultimo non riesce a vedere in lui il figlio perduto), ci fa riflettere sull’infanzia compromessa dagli orrori della guerra, e ben approfondisce tematiche universali o attuali, su tutte l’elogio dell’anticonformismo e non-omologazione praticati dal protagonista, come armi per avere autentica libertà di pensiero e di creatività.
A differenza di precedenti adattamenti, questa nuova versione è matura, più adulta, più dalla parte dei mostri, dei “diversi”, degli emarginati e di chi soffre.
Guillermo del Toro sa esaltare gli aspetti più strazianti e umanistici dell’intera vicenda (il potere unificante del dolore e della morte, ma anche dell’amore e della vita), e alla fine riesce ad immergere lo spettatore nella più grande e terribile delle avventure, che da sempre e per sempre è soltanto l’esistenza umana.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a montefalcone antonio »
[ - ] lascia un commento a montefalcone antonio »
|
|
d'accordo? |
|
|