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Un film su un film tratto da una commedia tratta da un racconto tratto dalla realtà... Omicidio nel West end è una giostra su cui è piacevolissimo salire e sulla quale si torna a emozionarsi e sorridere come quando c'era un volta il cinema. Il regista per primo ne è consapevole e nel muovere la macchina non può che prendersi gioco, con garbo e un po' di malinconia, innanzitutto di se stesso. Ormai tutto è stato filmato e raccontato, che altro dire? Piccolo capolavoro del cinema post-post-moderno, Omicidio nel West End (ma il titolo originale è molto più intrigante e allusivo) risponde alla domanda accettando e facendo propria la premessa: nulla di nuovo può essere fatto, d'accordo, ma perché dolersene? Proprio come alle giostre, ogni giro è in fondo uguale al precedente eppure può sempre riservare nuove sorprese. Ecco allora un giallo che, riesumando cliché, riesce alla fine a spiazzarti. Ecco una commedia che, senza inventarsi nulla, sa strappare risate. Ecco un linguaggio, che senza stravolgere il codice del controcampo o del montaggio alternato, sa renderlo più attuale. Ecco un film, ben scritto, diretto, fotografato, recitato, che nella sua ottima fattura rende al cinema un omaggio così affettuoso da farti venire un insospettabile pensiero: sta a vedere che il cinema di una volta può anche essere quello di adesso.
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antonio montefalcone
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venerdì 18 novembre 2022
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il giallo classico e la commedia moderna
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Opera prima per il cinema sia per il regista Tom George che per lo sceneggiatore Mark Chappell, ''Omicidio nel West End'' funziona a tratti, malgrado sia un film di ottima fattura. Lo stile e parte del cast richiamano il ''Grand Budapest Hotel'' di Anderson, la trama Agatha Christie e ''Knives Out''. E'' una piacevole pellicola dal plot intrigante che, risultando coinvolgente e divertente, riesce in sé a declinare il divertissement in chiave meta-cinematografica. La storia si articola su un vero omicidio, anzi, su una coppia di omicidi, avvenuti in un teatro del West End londinese negli anni ''50. Il confine tra realtà e fantasia letteraria si fonde e si viene a creare un divertente gioco di rimandi fra l''opera teatrale e la trama fittizia cinematografica, in un lavoro che mescola letteratura, teatro e cinema in maniera perfettamente bilanciata.
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Opera prima per il cinema sia per il regista Tom George che per lo sceneggiatore Mark Chappell, ''Omicidio nel West End'' funziona a tratti, malgrado sia un film di ottima fattura. Lo stile e parte del cast richiamano il ''Grand Budapest Hotel'' di Anderson, la trama Agatha Christie e ''Knives Out''. E'' una piacevole pellicola dal plot intrigante che, risultando coinvolgente e divertente, riesce in sé a declinare il divertissement in chiave meta-cinematografica. La storia si articola su un vero omicidio, anzi, su una coppia di omicidi, avvenuti in un teatro del West End londinese negli anni ''50. Il confine tra realtà e fantasia letteraria si fonde e si viene a creare un divertente gioco di rimandi fra l''opera teatrale e la trama fittizia cinematografica, in un lavoro che mescola letteratura, teatro e cinema in maniera perfettamente bilanciata. Ottimo intrattenimento intellettuale e popolare dunque, che si lascia vedere grazie alla sua interessante rivisitazione del genere giallo classico in chiave commedia, omaggiato tramite una parodia elegante e accuratamente confezionata.
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