thomas
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venerdì 8 settembre 2023
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il “grande freddo” all’italiana
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Prossima ai novanta anni ed inattiva nel cinema da oltre venti, Lilliana Cavani torna sul grande schermo regalandoci una storia bella e profonda. Tre coppie di amici, insieme a tre single e una colf, si ritrovano in una villa in riva al mare mentre si fanno sempre più concrete le probabilità che un asteroide colpisca nella notte la terra, con effetti nefasti per l’intera umanità. L’incredulità del mattino lascia il posto gradualmente all’accettazione della sera riguardo a ciò che appare sempre più ineluttabile e, mentre scorrono le ore, a prevalere non è la disperata emotività, bensì una quieta consapevolezza di se stessi e delle proprie vite: gli errori commessi, le fragilità nascoste, l’apparenza ingannatrice, l’importanza degli affetti, la considerazione del tempo sperperato diventano oggetto dei loro discorsi e, come se ognuno di loro diventasse sempre più chiaro a se stesso, la sincerità ha il sopravvento su tutto.
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Prossima ai novanta anni ed inattiva nel cinema da oltre venti, Lilliana Cavani torna sul grande schermo regalandoci una storia bella e profonda. Tre coppie di amici, insieme a tre single e una colf, si ritrovano in una villa in riva al mare mentre si fanno sempre più concrete le probabilità che un asteroide colpisca nella notte la terra, con effetti nefasti per l’intera umanità. L’incredulità del mattino lascia il posto gradualmente all’accettazione della sera riguardo a ciò che appare sempre più ineluttabile e, mentre scorrono le ore, a prevalere non è la disperata emotività, bensì una quieta consapevolezza di se stessi e delle proprie vite: gli errori commessi, le fragilità nascoste, l’apparenza ingannatrice, l’importanza degli affetti, la considerazione del tempo sperperato diventano oggetto dei loro discorsi e, come se ognuno di loro diventasse sempre più chiaro a se stesso, la sincerità ha il sopravvento su tutto. Nelle parole che si scambiano e che diventano il vero valore di questa storia, si mischiano richiami all’eroismo dei personaggi delle tragedie classiche greche (“Alcesti” di Euripide, su cui si innestano riflessioni davvero profonde) e teorie della fisica quantistica (la concezione del tempo che si dilata e dello spazio che si curva), riflessioni sull’esistenza di Dio (bellissimo il dialogo tra Francesca Inaudi e Angela Molina) e tesi sul presunto primato della finanza rispetto a tutto il resto (ma la reazione finale del magnate della finanza è chiarificatrice), rimpianti su ciò a cui si è rinunciato nel corso della vita e rimorsi per gli errori commessi. Soprattutto un concetto viene spesso ribadito: il tempo noi lo percepiamo in maniera relativa e, quanto più è intenso uno stato d'animo, tanto più il tempo è capace di dilatarsi o di ridursi nella nostra mente. E' proprio così, non si dice forse che "la felicità è un attimo?". La storia è dunque scandita da un ritmo sereno, quasi calmo, sono assenti i momenti adrenalinici di “Don’t Look Up”, che pure trattava della caduta imminente di un asteroide sulla terra, ma questo è un bene perché la profondità delle riflessioni rifugge dall’ansia o dall’emotività impulsiva. E qui è un altro punto di forza del film: oramai abituati ai ritmi concitati dei film d’oltreoceano, rischiamo di perdere la capacità della ferma riflessione, che dà significato alle cose che ci circondano ed aumenta la nostra attitudine all’arricchimento interiore. Il valore dell’opera di Liliana Cavani è anche nella sua capacità di rappresentare la differenza che c’è tra l’apparenza delle vite e ciò che invece spesso si cela dietro esse, avendo cura di spiegare che, spesso, quest’apparenza la si vive persino all’interno della coppia, nella quale capita che non si conoscano affatto stati d’animo o situazioni importanti dell’altra persona o, cosa ancora più grave, che si giri la testa altrove preferendo ignorarli. Gli attori sono tutti eccellenti, ognuno ha una luce negli occhi che ben si combina con l’attesa e la speranza, ma Francesca Inaudi riesce a dare sfumature eccezionali ad una donna che, pur nella relativa marginalità del suo personaggio, vive in maniera matura dubbi e consapevolezze. Come nel famoso “Grande freddo” di Lawrence Kasdan, al mattino gli amici troveranno cambiate per sempre le proprie vite: nuovi amori rinasceranno, nuove famiglie composite si formeranno e nuova linfa consoliderà convivenze prossime all’avvizzimento, il tutto mentre essi guardano sulla riva del mare le onde che li lambiscono.
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(di goldy)
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maramaldo
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lunedì 18 settembre 2023
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aspettando anaconda
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Il tempo è un'illusione (Einstein). Non passa, lo si passa. Ciascuno a modo suo, con le proprie sensazioni. Non tutti si divertono. Per es., a metà del racconto ho cominciato a spazientirmi: come? con quella gente lì, "l'impatto" ritarda? Un'attitudine impietosa che, temo, sia stata l'ispirazione originaria di Liliana Cavani.
Il tempo non migliora il carattere. Umori, livori, la vena sadomaso di chi s'inventò le bretelle sui capezzoli, ci sono tutti ma sbiaditi, diluiti nell'intrattenimento scioccherello che la legge del marketing ha voluto imporre. Solo una musichetta ha indotto un certo afflato di cordialità che si è realizzato in un fanciullesco girotondo.
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Il tempo è un'illusione (Einstein). Non passa, lo si passa. Ciascuno a modo suo, con le proprie sensazioni. Non tutti si divertono. Per es., a metà del racconto ho cominciato a spazientirmi: come? con quella gente lì, "l'impatto" ritarda? Un'attitudine impietosa che, temo, sia stata l'ispirazione originaria di Liliana Cavani.
Il tempo non migliora il carattere. Umori, livori, la vena sadomaso di chi s'inventò le bretelle sui capezzoli, ci sono tutti ma sbiaditi, diluiti nell'intrattenimento scioccherello che la legge del marketing ha voluto imporre. Solo una musichetta ha indotto un certo afflato di cordialità che si è realizzato in un fanciullesco girotondo. Messaggi, ovvero conati di comunicare una qualche idea sono stati contenuti al minimo. L'approccio intellettuale: nobiltà del mito, il sublime del sacrificio di sè, la catarsi della tragedia. Non si è andati lontano con vista sul mare e ingresso libero in spiaggia. L'angoscia metafisica nel dialogo tra carmelitana e laica. La monaca (Angela Molina), dapprima sconsolata in un luogo disadorno e sconsacrato, poi, con occhi di brace vuole convincere che, abolendo i tempi della vita e immergendosi nell'Eterno, la situazione migliora. Esce vittoriosa nel confronto con Giulia (Francesca Inaudi) che pur è vigile e vispa, qualche ormone ribolle, scienziata, il che vuol dire pretesa di voler conoscere causa ed effetto delle cose. Rimarrà preda dei dubbi, sarà mai felice? Si raffigurano così istanti perenni dello spirito quando s'interroga.
Tutto questo rispecchia un pensiero ancora indomito oppure è l'abbandono rassegnato al disprezzo di un'umanità riconosciuta come meschina e irrecuperabile?
Concepii una specie di culto per la spregiudicata Liliana, sicuramente aveva in mente modelli, icone, diciamo pure feticci, non comuni. Me ne ricordai (credo, solitario) quando uscì il film della tedesca Cordulia su Lou von Salomè (2016). Prima di "Al di là del bene e del male" avevo creduto che quella avventuriera del pensiero fosse soltanto uno di quegli infortuni con il gentil sesso che rattristarono il baffuto dissacratore. Mi accorsi, invece, che c'era un'ispirazione che trascendeva la narrazione di personalità interessanti. Quella donna era al di sopra del suo tempo, di ogni tempo, sovrastorica, davvero un "superuomo" in gonnella. Questo la Cavani l'intuì e lo fece intuire. Che le è rimasto adesso, di Lou? Ho l'impressione che non ci spera più.
Esaminiamo il film da un punto di vista scientifico-filosofico, giustamente derivato dall'analoga riflessione che lo ha suggerito. La questione di fondo: perchè mai non dovremmo estinguerci come i dinosauri? siamo migliori? Vorremmo doppiare quel milioncino di anni noi che in qualche decennio abbiamo inferto danni irreparabili ad uno dei pochi posti vivibili della galassia. Il cervello rettiliano affiora sempre più spesso. Tralasciamo altri fenomeni che ci riportano ad una nostra identità fisiologica. Una novantenne ci si può arrovellare su?
Anaconda. Nella parlata ispanica, nell'immaginario amerindio, nome di persona, femminile, senza plurale.
Sono sicuro che l'anziana signora l'ha scelto apposta. A lasciarla fare avrebbe ben saputo dirigere la "serpiente tragadora".
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goldy
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sabato 2 settembre 2023
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mutiamo lo sguardo
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Il tempo . Dicono i fisici che non c’è. Non serve a loro per studiare la fisica ma noi umani nonpossiano farne a meno. Il senso del tempo assume nel film della Cavani il ruolo di un livellatore capace di plasmare le nostre ignoranze, e lentamente imporre la logica che lo anima. Una logica così diversa da quella che noi privi di istruzioni per l’uso ci siamo dati. Tutte i nostri sforzi nella costruzione di una morale , di un’etica di una ricerca di sintonia con la grandezza che ci sovrasta, la lotta tra ragione e sentimento , l’imbrigliamento o degli stinti, la sottovalutazione del sentimento, sembra sempre più affieoevolersi per la sciare spazio alle verità che si fanno largo con l’approfondimento delle regole che ci pervengono dalla fisica quantistica.
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Il tempo . Dicono i fisici che non c’è. Non serve a loro per studiare la fisica ma noi umani nonpossiano farne a meno. Il senso del tempo assume nel film della Cavani il ruolo di un livellatore capace di plasmare le nostre ignoranze, e lentamente imporre la logica che lo anima. Una logica così diversa da quella che noi privi di istruzioni per l’uso ci siamo dati. Tutte i nostri sforzi nella costruzione di una morale , di un’etica di una ricerca di sintonia con la grandezza che ci sovrasta, la lotta tra ragione e sentimento , l’imbrigliamento o degli stinti, la sottovalutazione del sentimento, sembra sempre più affieoevolersi per la sciare spazio alle verità che si fanno largo con l’approfondimento delle regole che ci pervengono dalla fisica quantistica. Sembra dirci che capiremmo molto del nostro mondo se ribaltassimo di 360 gradi l’ammontare delle convinziuoni che che abbiamo accumulato. Questa è la funzione del tempo che non esiste ma che si fa sentire con forza travolgente e investe il gruppo di amici che stanno trascorrendo una vacanza dorata sul litorale laziale. Hanno vissuto momenti di “verità” ma che le convenzioni hanno impedito loro di accettare. L’amore più puro si scopre essere quello che scaturisce dalla scontilla di uno sguardo tra due ragazzine liceal; , l’omosessualità convive in ciascuno di noi, tradire la moglie che si ama è una realtà frequente che sarebbe magari meglio non tenere nascosta, convivere con il tormento per un amore non consumato da comunque dà sale alla vita e la scelta di una vita di preghiera non perde di senso in un mondo dove Dio non è più il punto di partenza e di arrivo . Il tempo ci dice che anche la ricerca di senso sembra aver perso significato. E’ nichilismo? No è un invito a cambiare il punto di vista su noi stessi e sulle regole dell’Universo in cui viviamo.
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