paolorol
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venerdì 30 giugno 2023
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eo ti vede
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Il geniale ottuagenario Skolimokski si avvicina al termine della sua avventura terrena e , come tutti i vecchi prossimi alla morte, sperimenta una visione panoramica dell'esistenza, E' il momento di tirare le somme e di riflettere su cosa si è stati e a contatto di chi si è stati. Il regista si fa prestare gli occhi dal tenero asinello Eo e ci descrive il mondo per quello che è, con le sue infinite sfaccettature, a volte, ma non spesso, dolci, tenere, rassicuranti e gradevoli, ben più sovente tristi, buie, crudeli e maligne. Eo è un'Ulisse che nel corso del suo casuale peregrinare incontra esseri umani così diversi fra di loro da far pensare che non appartengano a razze diverse ma addirittura a specie diverse.
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Il geniale ottuagenario Skolimokski si avvicina al termine della sua avventura terrena e , come tutti i vecchi prossimi alla morte, sperimenta una visione panoramica dell'esistenza, E' il momento di tirare le somme e di riflettere su cosa si è stati e a contatto di chi si è stati. Il regista si fa prestare gli occhi dal tenero asinello Eo e ci descrive il mondo per quello che è, con le sue infinite sfaccettature, a volte, ma non spesso, dolci, tenere, rassicuranti e gradevoli, ben più sovente tristi, buie, crudeli e maligne. Eo è un'Ulisse che nel corso del suo casuale peregrinare incontra esseri umani così diversi fra di loro da far pensare che non appartengano a razze diverse ma addirittura a specie diverse. Il male predomina sul bene in questo caleidoscopio di esseri che sembrano voler trasformare la terra in un posto orrendo Ci sono tenere e dolci fanciulle, animalisti isterici, hooligans barbari e primitivi, intellettuali raffinati, assassini senza scrupoli, mostri sadici e creature angeliche. Se Eo potesse parlare cosa direbbe del genere umano ? Forse nulla, direbbe che non ci ha capito nulla.. Che sono un'accozzaglia di esseri assurdi ed imprevedibili. A dispetto della sua veneranda età il regista usa la macchina da presa come un giovane sperimentatore del mezzo e ne sfrutta appieno le potenzialità creative più estreme.
Ne risulta un vortice visivo che rapisce ed affascina, a tratti può anche stordire ed estenuare. Un film che tutti dovrebbero vedere ma che in pochi sono in grado di capire.
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l''''imbecille
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giovedì 4 maggio 2023
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il protagonista principale: chi sarà??
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Confesso ed ammetto (o viceversa) di non essermi mai imbattuto in un film in cui il protagonista principale era un asino o somaro che dir si voglia.
Ebbene questa volta mi è successo!! Non sapevo di imbattermi in un’opera siffatta altrimenti, forse, avrei rinunciato. Ma andiamo con ordine. Detto ciò appare sicuramente chiaro l’eredità che mi ha lasciato, ma alcuni dubbi mi piacerebbe chiarirli.
Ad un certo punto l’asino viene talmente malmenato che ci si aspetta che –purtroppo- muoia. Invece no. Inspiegabilmente ricompare vivo e vegeto.
E poi, c’è dell’altro. Perché senza alcun motivo un autista qualunque di un furgoncino viene ucciso tagliandogli il collo?? Boh!!
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mauridal
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lunedì 9 gennaio 2023
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asino per caso.
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EO IHOH Un film di Jerzy Skolimowski.
Quando si sceglie di vedere un film, a cinema, di un regista ultraottantenne noto ai cinefili festivalieri, film che ha come protagonista un asinello, allora vuol proprio dire che si cerca il meglio, della produzione cinematografica, al di fuori di ogni svago, evasione e affini. Dunque, un film da pubblico no -pop corn, un film scelto per motivi precisi.
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EO IHOH Un film di Jerzy Skolimowski.
Quando si sceglie di vedere un film, a cinema, di un regista ultraottantenne noto ai cinefili festivalieri, film che ha come protagonista un asinello, allora vuol proprio dire che si cerca il meglio, della produzione cinematografica, al di fuori di ogni svago, evasione e affini. Dunque, un film da pubblico no -pop corn, un film scelto per motivi precisi. Lasciamo perdere i precedenti, pure importanti di film con asinelli e muli, protagonisti di storie umane, dopotutto, che in fondo raccontano le vicende umane attraverso l’insolito sguardo di un animale mite e forte, non domestico, ma neanche selvatico, appunto il mulo, o asino che a dispetto dello stereotipo è un animale intelligente e molto sensibile al lavoro utile che svolge al servizio dell’uomo che lo accudisce. Questo film dunque racconta inizialmente del rapporto di amicizia tra IH OH asinello, e la giovane padrona circense con cui lavora proprio in un circo. Intanto succede che, questo legame di affetto e di vita si interrompe per la chiusura del circo, e la dispersione degli animali. Il racconto si sviluppa a partire da qui, dalla libertà relativa dell’asinello, che perde ogni riferimento di sicuro affetto umano, per collezionare invece disavventure, alle prese con ogni possibile versione di malvagità umana. Tutti coloro che incontrano l’asino, avranno reazioni diverse, la più semplice è sfruttare il lavoro, fino alla violenza brutale, molto umana che alcuni infliggono all’animale. Dunque, il vecchio regista, si pone nello sguardo dell’asinello, e in visione soggettiva, ci porta per tutto il film, alla scoperta di una bestiale umanità, tranne rare eccezioni, tra quelle buone, quando alcuni volontari lo trovano, sempre solitario, e lo “ingaggiano” per fare da animatore ai bambini down portandoli in groppa a fare un giro. Dunque, un asino che vive la sua vita come viene dagli uomini, non avendo più nessuno che lo custodisce, in un mondo umano dove la vita degli animali non è certamente di tutto rispetto. Le vicende sfiorano la tragedia quando un gruppo di barbari tifosi, di una squadra di calcio polacca, lo scambiano per la mascotte della squadra avversaria, e quindi lo catturano per pestarlo a sangue fino alla morte. Ma il regista si ferma all’estremo e il povero asinello, non muore perché è più forte, e poi viene curato, preso in un ospedale veterinario e la sua storia continua a rappresentare una umanità controversa dove gli uomini, sono buoni o cattivi verso gli animali, verso la natura, e in fondo contro sé stessi, in contraddizione con la natura, l’ambiente e il sistema ecologico già compromesso. Dunque, un film ecologista? Non si può definirlo tale, per le molte variabili che assume il significato delle vicende vissute dal nostro eroe, Asino per caso, poiché si avverte una simbiosi tra animale e uomo e dunque si comprende il motivo del film, realizzato dal vecchio regista forse come ultimo messaggio al mondo, affinché si rispettino animali e natura. Intanto il protagonista si comporta benissimo come attore, attorniato raramente da attori veri come Isabella Huppert , in un ottimo cameo offerto al pubblico, in un raro film di qualità. (Mauridal)
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[+] l''umanità perduta nello sguardo dolce di un asino
(di antonio montefalcone)
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angelo umana
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sabato 31 dicembre 2022
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scale sociali
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Che dolce film quello dell'84enne Jerzy Skolimowski (autore anche di Essential Killing, notevole, del 2010) e, mi dice un'amica polacca, collaboratore a suo tempo di Wajda e Polanski. Il Premio della Giuria a Cannes 2022 non è per caso e il nostro asinello EO lo merita tutto. Esso non è il “monumentale” bove di Carducci (la cui casa è “prezioso” visitare a Bologna) ma certo è mite e diffonde un sentimento di pace, pazienza soprattutto.
Un critico cinematografico ha scritto sulla locandina dell'altrettanto “prezioso” cinema Edera di Treviso che Skolimowski ha riscritto un film di Robert Bresson del 1966 attribuendo a EO “emozioni e desideri, persino sogni e ricordi, quasi fosse un essere antropomorfo”.
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Che dolce film quello dell'84enne Jerzy Skolimowski (autore anche di Essential Killing, notevole, del 2010) e, mi dice un'amica polacca, collaboratore a suo tempo di Wajda e Polanski. Il Premio della Giuria a Cannes 2022 non è per caso e il nostro asinello EO lo merita tutto. Esso non è il “monumentale” bove di Carducci (la cui casa è “prezioso” visitare a Bologna) ma certo è mite e diffonde un sentimento di pace, pazienza soprattutto.
Un critico cinematografico ha scritto sulla locandina dell'altrettanto “prezioso” cinema Edera di Treviso che Skolimowski ha riscritto un film di Robert Bresson del 1966 attribuendo a EO “emozioni e desideri, persino sogni e ricordi, quasi fosse un essere antropomorfo”. Ma è lecito chiedersi se un animale così umile e paziente davvero non colga la differenza tra la violenza di certi umani che incontra per la tanta strada che percorre e le dolci carezze della sua prima padroncina, la ballerina Cassandra di un circo fallito i cui animali vengono confiscati. Le lacrime di Cassandra quando lo perde sgorgano nel contempo a EO mentre osserva da lontano cavalli correre liberi.
Esso pare ripensare a lei, sognarla, desiderare le sue carezze: la cosa non è proprio inverosimile seppure antropomorfa. Desidera fuggire dalle cattive compagnie o padroni troppo esigenti e inospitali, “uomini rozzi e irosi che lo sottopongono a umiliazioni e sevizie” (così ancora recita la locandina) che incontra nel suo percorso dalla Polonia attraverso l'Europa, fino ad essere ospitato in un grande recinto di buoi in Italia, dove dapprima lo soccorre uno strano giovane prete-bello che lo porta nel giardino di una aristocratica e bellissima Isabelle Huppert. Quale rapporto la lega al giovane prete non mi è dato ricordare.
Nel suo peregrinare o fuga osserva ed anche compiange gli uomini. Ha incontri felici come quello con i bambini down ma anche umiliazioni e percosse terribili da una squadra di tifosi di calcio stolti, “ed ha ragione di pensare che le bestie siamo noi” (ma questo è Celentano).
Povero EO, lo abbiamo osservato in una stalla di cavalli ben curati, molto remunerativi per chi li possiede, così eleganti, signorili si direbbe, bestie che con le loro livree adornano le cerimonie umane mentre il nostro protagonista resta fuori a sostenere qualche grosso carico ed aspettare paziente, guardando gli esseri più fortunati. Non può la cosa non far pensare a tante differenti scale delle nostre società.
Skolimowski e la sceneggiatrice Eva Piaskowska arricchiscono la sceneggiatura e la fotografia di paesaggi magnifici che EO attraversa, come la vita nei boschi e un ponte sospeso su delle cascate che resta impresso per la sua bellezza. Immagini digitali e musiche rempiono la vita e il cuore. La dicitura di coda ci assicura che il film è fatto anche per amore degli animali e che nessun animale ha davvero subito violenza: la cosa ci rallegra ancor più (lo stesso era scritto per altri film, come non ricordare Corpo e Anima di Ildikò Enyedi del 2017!).
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[+] commento taroccato dalle mani di mymovies
(di angelo umana)
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