shablo88
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martedì 14 gennaio 2025
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fotografia e trama molto valide
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Ci troviamo nel Montana, paesaggi devastanti e una storia particolare rendono questo film molto interessante, attori magistrali da tutte le parti
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writer58
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martedì 14 novembre 2023
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prova commento
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Eccellente lavoro della Campion che si conferma come una delle migliori registe in circolazione. Sgradevole e spiazzante, con un protagonista detestabile (un ottimo Cumberbatch), ambientato nelle immensità dell’ovest americano negli anni ’20. Una vicenda di soprusi, di sopraffazioni, di debolezze, di vendette sotterranee, di personaggi costretti a vivere su un territorio troppo vasto, con un rapporto represso con le proprie emozioni ed inclinazioni, soprattutto se inconfessabili.
W.
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luca scialo
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venerdì 1 aprile 2022
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film garbato ma pecca di scarso coinvolgimento
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Jane Campion traspone il romanzo omonimo di Thomas Savage, riuscendo a mantenerne intatta l'essenza, con un tocco di eleganza nonostante si tratti di storie di ranch e allevatori di bestiame. Nel Montana di un secolo fa i fratelli Burbanks, Phil e George, ereditano l'attività di famiglia. Ma più che Romolo e Remo come si auto-definisce il primo, sembrano Caino e Abele. Soprattutto per il suo atteggiamento guascone e ostile, ossessionato com'è da un uomo tutto d'un pezzo come il loro mentore Broncho Henri. Il suo atteggiamento finirà per esacerbarsi quando George, suo opposto caratterialmente, decide di sposare una vedova del posto: la romantica e garbata Rose. Phil infatti reputa quest'ultima una scalatrice sociale ed è anche molto ostile con suo figlio, dai modi molto aggraziati, quasi effemminati.
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Jane Campion traspone il romanzo omonimo di Thomas Savage, riuscendo a mantenerne intatta l'essenza, con un tocco di eleganza nonostante si tratti di storie di ranch e allevatori di bestiame. Nel Montana di un secolo fa i fratelli Burbanks, Phil e George, ereditano l'attività di famiglia. Ma più che Romolo e Remo come si auto-definisce il primo, sembrano Caino e Abele. Soprattutto per il suo atteggiamento guascone e ostile, ossessionato com'è da un uomo tutto d'un pezzo come il loro mentore Broncho Henri. Il suo atteggiamento finirà per esacerbarsi quando George, suo opposto caratterialmente, decide di sposare una vedova del posto: la romantica e garbata Rose. Phil infatti reputa quest'ultima una scalatrice sociale ed è anche molto ostile con suo figlio, dai modi molto aggraziati, quasi effemminati. Phil, forse anche corroso dalla solitudine che preferisce infliggersi, cercherà di rendere la vita complicata a Rose. Che di fatto ripiomba nell'alcolismo. Ma non ha fatto i conti con il Potere del cane... La pellicola, pur nei meriti sopradescritti, a tratti perde però di calore e coinvolgimento, malgrado la trama ne richiedesse. Un buon lavoro, ma forse l'Oscar per la Migliore regia 2022 poteva andare altrove.
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alice
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lunedì 14 marzo 2022
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un dramma familiare nella prateria del montana
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Al centro c’è la relazione tra due fratelli (“come Romolo e Remo”, stando alle parole di Phil, il maggiore) opposti nel carattere e nell’aspetto; Phil è tanto colto e crudele quanto George è superficiale e magnanimo, entrambi, però, fingono di appartenere a una terra che in realtà è ostile. Il punto di rottura arriva nel momento in cui, senza interpellare il fratello, George decide di sposare la dolce vedeva Rose, già madre di un adolescente, Peter, che sogna di diventare medico come suo padre. Il fragile equilibrio della routine dei due Burbank si disintegra e Phil, bruciante di gelosia, esterna tutta la sua frustrazione contro la donna fino a desiderare di strapparle quello che le è più caro.
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Al centro c’è la relazione tra due fratelli (“come Romolo e Remo”, stando alle parole di Phil, il maggiore) opposti nel carattere e nell’aspetto; Phil è tanto colto e crudele quanto George è superficiale e magnanimo, entrambi, però, fingono di appartenere a una terra che in realtà è ostile. Il punto di rottura arriva nel momento in cui, senza interpellare il fratello, George decide di sposare la dolce vedeva Rose, già madre di un adolescente, Peter, che sogna di diventare medico come suo padre. Il fragile equilibrio della routine dei due Burbank si disintegra e Phil, bruciante di gelosia, esterna tutta la sua frustrazione contro la donna fino a desiderare di strapparle quello che le è più caro.
Tutto si mostra arido ai nostri occhi. Non c’è vita che possa crescere rigogliosa tra la rigidità delle montagne del Montana e dei suoi abitanti. Persino i fiori di carta rischiano di appassire o di essere calpestati. Ogni personaggio vive una costante contrazione delle emozioni o perché respinti da quelli a cui vogliono bene o perché non gli è mai stato insegnato a essere liberi. Ogni volta che interagiscono sembra di assistere a un soliloquio; ognuno di loro è solo alla presenza dell’altro e non riescono mai ad avvicinarsi abbastanza da far scoppiare le bolle in cui sono rinchiusi. Anche la rabbia viene sempre sottesa sotto un alone di disprezzo, sintomo di una continua soppressione del proprio vero io, che dalla paura di essere sé stessi porta alla degradazione dell’altro.
Inoltre, si ha la costante impressione che gli attori abbiano perennemente i muscoli in tesione e che ogni parola prima di essere pronunciata venga soppesata mentalmente. In generale, la sceneggiatura del film per mostrarci il lato più intimo dei vari soggetti, più che dialoghi rivelatori, utilizza l’escamotage dello sbirciare da una porta socchiusa. Solo così scopriamo la vera natura o la vera sofferenza, celate dal velo dell’arroganza, dell’indifferenza e della passività.
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jagofilm
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mercoledì 2 marzo 2022
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non c''ho capito niente
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Difficile seguire la trama inesistente di questo film al rallentatore senza cadere addormentati. Forse per questo non abbiamo capito nulla: a che servivano le pelli? perché le volevano bruciare? perché lei le ha vendute? che significavano i guanti? cosa faceva lui con la corda? la risposta a tutte queste domande è: BOOOH!
Il colpo di scena finale arriva come un pizzicotto a svegliare lo spettatore dormiente, solamente per lasciarlo con l'ennesimo interrogativo: cosa è accaduto? come? perché? BOH!
12 Oscar? BOH!
Credetemi: è evidente che io e i miei amici non capiamo nulla di cinema...
;o)
P.S. Dimenticavo: che c'entra il cane?
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xerox
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venerdì 4 febbraio 2022
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ma per favore!
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Stiracchiatissimo, lentissimo, noiosissimo! Puoi voler dire le cose più profonde e più vere dell'animo umano, ma raccontate così ti squagli sulla poltrona!
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anna rosa
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giovedì 27 gennaio 2022
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ma che voleva dire?
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Assolutamente deludente. Solito flop di chi vuol trarre un film da un romanzo mettendo in fila le scene considerate salienti, non sapendo però render conto con le immagini e i dialoghi del senso della storia rappresentata. Cosa ha incattivito Phil, che pure è figlio di quei due amabili genitori che peraltro compaiono in una parte del film del tutto superflua? Philippe è un omosessuale che non accetta la sua omosessualità? Come poteva George portare sua moglie a vivere sotto lo stesso tetto di suo fratello? Queste sono solo le principali domande che lo spettatore si fa senza trovare risposta, ma nel film un mucchio di cose restano inespresse o anche senza seguito, mentre una sola breve scena prepara il finale, che è l'assassinio, alquanto scaltro, dello psicopatico, e scioglie finalmenteil dubbio sui sentimenti del giovane X (non ricordo il nome).
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Assolutamente deludente. Solito flop di chi vuol trarre un film da un romanzo mettendo in fila le scene considerate salienti, non sapendo però render conto con le immagini e i dialoghi del senso della storia rappresentata. Cosa ha incattivito Phil, che pure è figlio di quei due amabili genitori che peraltro compaiono in una parte del film del tutto superflua? Philippe è un omosessuale che non accetta la sua omosessualità? Come poteva George portare sua moglie a vivere sotto lo stesso tetto di suo fratello? Queste sono solo le principali domande che lo spettatore si fa senza trovare risposta, ma nel film un mucchio di cose restano inespresse o anche senza seguito, mentre una sola breve scena prepara il finale, che è l'assassinio, alquanto scaltro, dello psicopatico, e scioglie finalmenteil dubbio sui sentimenti del giovane X (non ricordo il nome).
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fabio silvestre
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domenica 23 gennaio 2022
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delude il film vincitore del golden globe
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il film è l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo del 1967 cui la regista Jane Campion ne scrive anche la sceneggiatura. La pellicola si è aggiudicata 3 premi ai Golden Globe 2022 per miglior film drammatico, miglior regia e miglior attore non protagonista. Va detto subito che a fronte di tali riconoscimenti il film è assolutamente deludente e a larghi tratti noioso. Altro punto negativo è che a causa della eccessiva lentezza il film ha una lunga durata (2 ore) non giustificata dalla narrazione in cui non avviene quasi nulla. La regista si compiace con alcune scene esterne del suo paese natale la Nuova Zelanda anche se la storia è ambientata nello stato americano del Montana nel 1925.
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il film è l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo del 1967 cui la regista Jane Campion ne scrive anche la sceneggiatura. La pellicola si è aggiudicata 3 premi ai Golden Globe 2022 per miglior film drammatico, miglior regia e miglior attore non protagonista. Va detto subito che a fronte di tali riconoscimenti il film è assolutamente deludente e a larghi tratti noioso. Altro punto negativo è che a causa della eccessiva lentezza il film ha una lunga durata (2 ore) non giustificata dalla narrazione in cui non avviene quasi nulla. La regista si compiace con alcune scene esterne del suo paese natale la Nuova Zelanda anche se la storia è ambientata nello stato americano del Montana nel 1925. Due fratelli Phil e George Burbank gestiscono un ranch, il primo è un pò rozzo nei modi e nel vestire, il secondo è un uomo mite ed elegante che si innamora e si sposa con la vedova Rose madre di Peter un ragazzo introverso. Tutto il film si svolge nel ranch e nei luoghi limitrofi e punta sul sentimento di odio che Phil prova nei confronti di Rose e del figlio. La trama scorre via debole senza assolutamente coinvolgere lo spettatore che resta basito fino al suo epilogo con la speranza che succeda qualcosa ma vanamente. Si salva quindi ben poco, la fotografia e l'interpretazione di Benedict Cumberbathc. Voto finale: 5/10.
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felicity
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venerdì 21 gennaio 2022
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simbolico e stilizzato
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Il titolo del film è la chiave di lettura di tutta la vicenda. “Potere del cane” è infatti una espressione tratta da uno dei passaggi biblici più citati in cui il sofferente fa appello a Dio, supplicandolo di liberarlo da un insuperabile e insopportabile dolore.
La lotta che vediamo consumarsi tra Phil e il resto del mondo non è dunque di natura economico-sociale. Non ci sono ricchi contro poveri, campagne contro città, lavoratori contro padroni o agricoltori contro allevatori. La posta in gioco è di tutt’altro tipo e vede contrapporsi due modelli di vita opposti, in uno scontro tra generazioni, generi e antropologie differenti.
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Il titolo del film è la chiave di lettura di tutta la vicenda. “Potere del cane” è infatti una espressione tratta da uno dei passaggi biblici più citati in cui il sofferente fa appello a Dio, supplicandolo di liberarlo da un insuperabile e insopportabile dolore.
La lotta che vediamo consumarsi tra Phil e il resto del mondo non è dunque di natura economico-sociale. Non ci sono ricchi contro poveri, campagne contro città, lavoratori contro padroni o agricoltori contro allevatori. La posta in gioco è di tutt’altro tipo e vede contrapporsi due modelli di vita opposti, in uno scontro tra generazioni, generi e antropologie differenti.
Sono temi che, ovviamente, suonano anacronistici se inseriti nel contesto del Montana del 1925. Eppure, ancora una volta, il western si dimostra genere perfetto per parlare dei massimi sistemi, specie quando si tratta di stilizzare e simbolizzare.
Bellissimo il finale (anche se i meno attenti dovranno rivederlo un paio di volte per capire cosa sia successo), che ci fa tirare le fila del discorso e ci fa comprendere che il cane, il potere da cui liberarsi, è proprio Phil, non come individuo, ma come portatore di un certo sistema di valori (quello del classico west), e come suo rappresentante ultimo. Anzi, da un certo punto di vista è lo stesso Phil ad essere liberato da se stesso e dal peso di un personaggio che sta interpretando con abnegazione, ma che – noi spettatori lo sappiamo – lo sta opprimendo. Forse anche per questo nella costruzione della soluzione finale manca l’estetica della vendetta, mai neanche per un istante sentimento-motore della narrazione: con la stessa disinvoltura con cui le automobili e i treni hanno sostituito i cavalli, il West, insieme con il suo pesante bagaglio valoriale, muore al crepuscolo, senza clamori o sensazionalismi e la sua dipartita viene accettata e interiorizzata come fosse un fatto naturale, magari un po’ singolare. Tra un vago e leggero stupore di chi lo credeva invincibile e un certo sollevamento per il fatto di essersene liberati.
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uppercut
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martedì 11 gennaio 2022
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tagli (troppi)
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Nel film torna ossessivamente il simbolo del taglio, come ferita, incisione, operazione... e infine come effettivo e figurato taglio della corda. Ma i tagli più dolorosi sono quelli narrativi. E non chiamiamoli ellissi. Come la marcia Radetzsky eseguita al painoforte da mani incerte, la stessa vicenda umana e sentimentale narrata dal film a tratti inciampa, salta, perde fluidità se non addirittura senso. Il primo pensiero che salta in mente è che già 125 minuti devono essere stati valutati come una durata sufficientemente sfidante per il grande pubblico e che dunque qualche scena sia stata sacrificata al montaggio. Ma forse la vera sfida persa dal film è quella ingaggiato col romanzo da cui è tratto, un'opera che avanza per sfumature progressivamente sovrapposte, qui ridotta a racconto sicuramente intenso e delicato ma guastato da strappi inaccettabili.
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Nel film torna ossessivamente il simbolo del taglio, come ferita, incisione, operazione... e infine come effettivo e figurato taglio della corda. Ma i tagli più dolorosi sono quelli narrativi. E non chiamiamoli ellissi. Come la marcia Radetzsky eseguita al painoforte da mani incerte, la stessa vicenda umana e sentimentale narrata dal film a tratti inciampa, salta, perde fluidità se non addirittura senso. Il primo pensiero che salta in mente è che già 125 minuti devono essere stati valutati come una durata sufficientemente sfidante per il grande pubblico e che dunque qualche scena sia stata sacrificata al montaggio. Ma forse la vera sfida persa dal film è quella ingaggiato col romanzo da cui è tratto, un'opera che avanza per sfumature progressivamente sovrapposte, qui ridotta a racconto sicuramente intenso e delicato ma guastato da strappi inaccettabili. A un certo punto il comportamento dei protagonisti cambia del tutto e non ti spieghi perché.
Comunque (soprattutto nella prima parte) un film elegantissimo e coinvolgente.
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