marish
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venerdì 18 febbraio 2022
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che delusione!
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Un regista di tale portata non può banalizzare a tal punto la storia che c'è nel libro e tutto il mistero che c'è dietro! Il finale è veramente da principiante! Ma Guillermo è ricco e si può permettere un cast stellare, specchietto per le allodole! E in effetti funziona! Bradley è sempre splendido da guardare e i soldi del biglietto valgono giusto la sua visione e basta! I mentalità sono una cosa seria e non è giusto semplificare tutto in un'effimera illusione! Quando il film finisce ti viene spontaneo gridare: aridatece i sordi!!!
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giovanni_b_southern
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giovedì 17 febbraio 2022
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buono. si puo'' decisamente vedere
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Buon Film. Ottimi attori. Ben interpretato. Con un buon messaggio che esce fuori : mai esagerare nella vita, anche quando ti gira tutto bene. Insomma. Molto consigliato.
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no_data
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sabato 12 febbraio 2022
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bello..solo a metà
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A mio parere il film promette molto nella prima parte con evidenti richiami a "Freaks" di Tod Browning. Nella seconda parte (quando il protagonista si trasferisce in città) il film perde mordente nella sceneggiatura fino ad un finale abbastanza prevedibile. Per me non il suo film migliore.
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silver90
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mercoledì 9 febbraio 2022
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arte o illusione?
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"La fiera delle l'illusioni" di Guillermo Del Toro è un rifacimento di un film del '46, ma attinge a piene mani all'introspezione psicologica e scava nell'intimo dei personaggi, fino a sondarne l'abisso emotivo e morale, e pertanto non può che richiamarsi a un simbolismo fortissimo di immagini e contenuti. La fotografia, a tratti manieristica, ci porta in un mondo lontano, sia a livello cronologico, perché siamo nel 1941, sia a livello ambientale, perché siamo ai margini della società, in un circo di strada, dove, tra saltimbanchi, contorsionisti e cartomanti, si respira la vita vera, libera dai meccanismi sordidi della società. Il protagonista è Stan, interpretato da Bradley Cooper, un signor Nessuno che intuiamo subito essere combattuto da demoni interiori, così come il periodo storico è agitato dai grandi stravolgimenti causati dalla Seconda Guerra Mondiale.
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"La fiera delle l'illusioni" di Guillermo Del Toro è un rifacimento di un film del '46, ma attinge a piene mani all'introspezione psicologica e scava nell'intimo dei personaggi, fino a sondarne l'abisso emotivo e morale, e pertanto non può che richiamarsi a un simbolismo fortissimo di immagini e contenuti. La fotografia, a tratti manieristica, ci porta in un mondo lontano, sia a livello cronologico, perché siamo nel 1941, sia a livello ambientale, perché siamo ai margini della società, in un circo di strada, dove, tra saltimbanchi, contorsionisti e cartomanti, si respira la vita vera, libera dai meccanismi sordidi della società. Il protagonista è Stan, interpretato da Bradley Cooper, un signor Nessuno che intuiamo subito essere combattuto da demoni interiori, così come il periodo storico è agitato dai grandi stravolgimenti causati dalla Seconda Guerra Mondiale. Proprio l'atmosfera cupa e asfittica di quel periodo gli consente di trovare un posto come lavoratore a cottimo, sia pure in una società di reietti, una moglie graziosa e accondiscendente, che conquista con un po' di fortuna e molto charme, e soprattutto un trucco da imbroglione, che acquista grazie a un mentore e a una discreta dose di abilità. Quando la macchina da presa si sposta in città, dove le illusioni sono amplificate e gli inganni si moltiplicano, sembra di ritornare ai giorni nostri, quasi vi fosse un bug, un buco nello spazio-tempo, immediatamente percepibile dallo spettatore, che ha creduto alla falsa sicumera di Stan perché somiglia a quella di molti di noi. Ed è anche, se vogliamo, una rilettura in chiave metaforica dell'esistenza odierna, piegata e pressata dalle urgenze del quotidiano. Alla fine della fiera, la magia cos'è, dunque: arte o illusione? Domanda retorica per alcuni, ma qui giocata sul filo sottilissimo di un'ambiguità impercettibile, con una cura del dettaglio pari soltanto ai grandi maestri del genere. In fondo, Del Toro strizza l'occhio allo spettatore anche nel decidere da che parte stare. "Quello che tutti vogliono è essere scoperti", come dice Cooper in una battuta che si rivelerà decisiva per il suo personaggio, tanto più che a tentare di smascherare la presunta recita è una seducente e sedicente dottoressa, interpretata da Cate Blanchett. In questo caso come in altri, però, gli autoinganni sortiscono effetti ancora più diabolici sulla nostra mente, sono trappole stese da noi stessi per catturare la nostra più vivida percezione: così, l'incubo peggiore cui va incontro Stan è soltanto acceso dalle sue stesse fantasie di onnipotenza, ma in realtà compie un destino innato. Restando nella metafora delle immagini, il risultato è il frutto di un'immaginazione potente e distruttiva, o anche una bella partita che poteva essere giocata meglio sul finale. C'est la vie.
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maxan
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mercoledì 9 febbraio 2022
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imperdibile
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Un film da cui esci dalla sala in punta di piedi, e che ti tiene avvolto per un po'. Il tema centrale è l'illusione, rappresentata 7 nella sua forma più lieve volta allo stupore e in quella dell'inganno con conseguenze inaspettate e tragiche. Un'opera potente e semplicemente imperdibile.
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mauro.t
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martedì 8 febbraio 2022
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torbido
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Remake del film di Goulding del 1947. Stan ha alle spalle un passato oscuro e delittuoso. Vagabondando, si unisce ad un circo dove rimane affascinato dai giochi di due mentalisti ormai un po’ fuori forma, dai quali impara i rudimenti del mestiere. In seguito, innamoratosi della bella Molly, la porta via e si mette in proprio. Abile e ambizioso, con i suoi trucchi ottiene molti successi. Incontra però sulla sua strada uomini potenti e ingenui, e una psicoterapeuta senza scrupoli e meno ingenua. La sua avidità lo porterà a siglare un patto con la donna per truffare personaggi facoltosi, ma il patto tra truffatori è spesso un patto scellerato e giocare con gli esponenti dell’alta società può essere molto rischioso.
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Remake del film di Goulding del 1947. Stan ha alle spalle un passato oscuro e delittuoso. Vagabondando, si unisce ad un circo dove rimane affascinato dai giochi di due mentalisti ormai un po’ fuori forma, dai quali impara i rudimenti del mestiere. In seguito, innamoratosi della bella Molly, la porta via e si mette in proprio. Abile e ambizioso, con i suoi trucchi ottiene molti successi. Incontra però sulla sua strada uomini potenti e ingenui, e una psicoterapeuta senza scrupoli e meno ingenua. La sua avidità lo porterà a siglare un patto con la donna per truffare personaggi facoltosi, ma il patto tra truffatori è spesso un patto scellerato e giocare con gli esponenti dell’alta società può essere molto rischioso.
Il film è un viaggio nel torbido dell’animo umano. Si scava tra delitti infami e azioni abiette, tra menzogne e manipolazioni, che avranno conseguenze terribili. Tra personaggi autori di misfatti, dove solo alcuni soffrono di sensi di colpa, emerge quanto sia potente sia l’istinto di sfruttare a proprio vantaggio le debolezze altrui. Il circo viene raffigurato come un microcosmo che riproduce al suo interno i meccanismi presenti nel mondo, anche quelli peggiori; ma in esso tutto è spettacolo, gioco, trucco dichiarato. E’ simbolico quindi il suo abbandono, e non a caso è Molly, il personaggio positivo, a rimanervi affettivamente legata.
Trama lineare, con personaggi definiti, ma non molto sviluppati. Ci sono i cattivi, i buoni, i potenti, i disgraziati. Ma mancano i meccanismi alla base, manca ciò che muove il tutto. Guillermo del Toro torna su un lavoro già fatto con un cast stellare. Grande prova di recitazione di tutti gli attori principali, tra i quali secondo me spiccano Toni Colette e Willem Dafoe. Rispetto al lavoro del 1947 il regista toglie un po’ di buonismo e aggiunge pregevoli inquadrature, ma confeziona un film vecchio stile che ricalca vecchie poetiche. Superato.
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emanuele 1968
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sabato 5 febbraio 2022
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show must go on
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Penso che per produrre il film sono stati spesi molti soldi , non lo vedo come un capolavoro però anche il contrario , il film è un pò lungo però incuriosisce , merito anche di attori e cura dei dettagli, per la trama in sostanza tratta di un incantatore che con la sua nonchalance raggira donne e uomini per trarre un profitto economico , ricorda qualche cronaca che si sente in TV . Spaziale Cate Blanchett.
Certo che per essere un giovedi , in multisala alle ore 14:30 , con un costo del biglietto di 7 euro , posti disponibili 440 , clienti uno , pensavano che per un cliente non programmavano il film , invece come si suol dire show must go on , incredibile , ma accidenti.
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Penso che per produrre il film sono stati spesi molti soldi , non lo vedo come un capolavoro però anche il contrario , il film è un pò lungo però incuriosisce , merito anche di attori e cura dei dettagli, per la trama in sostanza tratta di un incantatore che con la sua nonchalance raggira donne e uomini per trarre un profitto economico , ricorda qualche cronaca che si sente in TV . Spaziale Cate Blanchett.
Certo che per essere un giovedi , in multisala alle ore 14:30 , con un costo del biglietto di 7 euro , posti disponibili 440 , clienti uno , pensavano che per un cliente non programmavano il film , invece come si suol dire show must go on , incredibile , ma accidenti.... sono tutti impegnati ? è pure genere un commerciale , visto il giorno e l'orario il biglietto 3 euri forse no?........ mah? non sono mai contento.
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ralphscott
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venerdì 4 febbraio 2022
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poi c''é quello studio...
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A breve distanza dall'uscita di Freaks Out, ecco un altra storia di circensi. Impastato di fango, circondato da guitti scafatissimi si muove l'impavido Stan di Cooper, immerso in atmosfere pastose e superbamente fotografate. La parabola del caparbio protagonista incrocia quella di altri personaggi speranzosi, ognuno con il suo hatu e le sue paure, pronti comunque a sfidare la sorte, poveri di alternative. Poi arriva lei, Lilith, un nome che già dice molto, e la posta in gioco diventa grande: la dottoressa accoglie il paragnosta nel suo studio come una vedova nera farebbe con la preda. Forse lui subodora da subito che potrebbe trattarsi dell'inizio della fine, ma come resistere nel meraviglioso lusso art decò (vale la visione del film) dove una subdola Blanchett si muove fluida, sirena incantatrice lacerata nel corpo e nello spirito, e non per questo ammansita,anzi.
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A breve distanza dall'uscita di Freaks Out, ecco un altra storia di circensi. Impastato di fango, circondato da guitti scafatissimi si muove l'impavido Stan di Cooper, immerso in atmosfere pastose e superbamente fotografate. La parabola del caparbio protagonista incrocia quella di altri personaggi speranzosi, ognuno con il suo hatu e le sue paure, pronti comunque a sfidare la sorte, poveri di alternative. Poi arriva lei, Lilith, un nome che già dice molto, e la posta in gioco diventa grande: la dottoressa accoglie il paragnosta nel suo studio come una vedova nera farebbe con la preda. Forse lui subodora da subito che potrebbe trattarsi dell'inizio della fine, ma come resistere nel meraviglioso lusso art decò (vale la visione del film) dove una subdola Blanchett si muove fluida, sirena incantatrice lacerata nel corpo e nello spirito, e non per questo ammansita,anzi. Rooney Mara torna, dopo "Carol", a lavorare con la Blanchett; anche qui la ragazza candida incontra il fascino della donna ricca, fascinosa, ma in un rapporto di antagonismo. In un cast all stars mi piace anche ricordare Toni Collette, sensuale e rapace, sicura nel giocarsi le sue carte. Sempre un piacere veder recitare Willem Dafoe.
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