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lunedì 8 novembre 2021
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chiarimenti
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Bella recensione, ma ho commesso l'errore di perdermi i titoli di coda. Mi puoi dire qualcosa di più? Ci terrei molto..
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lisa03
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lunedì 8 novembre 2021
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poesia vs/realtà.
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Poesia e buoni sentimenti in contrapposizione alla cruda e spietata realtà. Da vedere!
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flaw54
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venerdì 5 novembre 2021
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ma che roba è?
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Non ho parole! Non riesco a commentare un film come questo. Mi rifiuto di andare oltre.
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thomas
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venerdì 5 novembre 2021
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aria fresca
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Il mito dei supereroi è già stato sfruttato in tutti i modi con le decine di film arrivati da oltreoceano negli ultimi anni sicchè, quando pareva che fosse stato già detto il possibile, è arrivato Gabriele Mainetti a dimostrare che la creatività degli italiani non ha eguali al mondo. “Freaks Out” è una ventata di aria fresca in una stanza chiusa da troppo tempo: è un’esplosione di fantasia, un autentico divertimento per gli occhi.
I quattro freaks, brutti sporchi ma non cattivi, parlano romanesco, litigano come la gente normale per motivi futili, si perdono, si rincorrono e si ritrovano attraversando nel frattempo avventure straordinarie tra cammelli, tigri, cannoni, partigiani, nazisti con sei dita, rastrellamenti, forni crematori, treni piombati e donne barbute che parlano francese.
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Il mito dei supereroi è già stato sfruttato in tutti i modi con le decine di film arrivati da oltreoceano negli ultimi anni sicchè, quando pareva che fosse stato già detto il possibile, è arrivato Gabriele Mainetti a dimostrare che la creatività degli italiani non ha eguali al mondo. “Freaks Out” è una ventata di aria fresca in una stanza chiusa da troppo tempo: è un’esplosione di fantasia, un autentico divertimento per gli occhi.
I quattro freaks, brutti sporchi ma non cattivi, parlano romanesco, litigano come la gente normale per motivi futili, si perdono, si rincorrono e si ritrovano attraversando nel frattempo avventure straordinarie tra cammelli, tigri, cannoni, partigiani, nazisti con sei dita, rastrellamenti, forni crematori, treni piombati e donne barbute che parlano francese. Mainetti si diverte a mescolare questi ingredienti fino a trasformarli in una storia assurda, ma anche vera, perché se assurde sono le situazioni, assolutamente veri sono i sentimenti dei personaggi, il loro vissuto e la loro voglia di sopravvivere al male che li circonda.
Le disavventure che devono attraversare diventano quindi metafora delle difficoltà della vita, l’essere soli nella propria bolla di fuoco non è altro che la “solitudine dei numeri primi”, l’impossibilità di cambiare il futuro anche per chi riesce a vederlo è l’ineluttabilità del destino quando esso è l’effetto di cause che ci trascendono e sono più grandi di noi, il combattere per nobili ideali significa nobiltà d’animo in tutte le circostanze della vita, come quando si copre con i suoi indumenti una donna altrimenti indifesa e alla mercé di chiunque. Mainetti ci parla della vita facendoci divertire con dissolvenze incrociate disegno/realtà, riprese sghembe e fuori quadro, musiche di Vasco Rossi suonate da nazisti, effetti speciali ben calibrati, fiamme sangue e palloncini colorati. La creatività a volte gli prende la mano e ha il sopravvento, fino a far prevalere in qualche momento troppo la forma a scapito della sostanza ma, anche se probabilmente ci sarebbe voluto uno scavo maggiore della psicologia dei personaggi, la qualità rimane eccellente, in fondo la vera perfezione delle cose è proprio nell’esistenza dell’imperfezione di un dettaglio. E poi, che coraggio nel mettersi così in gioco: la pellicola poteva essere un po' più convenzionale, ma a volte si vince alla grande se e quando si osa, e in questo film di coraggio ve ne è veramente tanto.
Dopo “Lo chiamavano Jeeg Robot”, “Freaks Out” conferma il talento di un grande regista che lascerà un’impronta inconfondibile di sé nell’arte delle immagini in movimento; un personaggio nuovo che fa Cinema si aggira per l’Italia e vuole farsi conoscere nel mondo: venghino signori venghino, Quentin Tarantino adesso è italiano e il suo nome è Gabriele Mainetti.
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alberto58
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giovedì 4 novembre 2021
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un brido di stili in attesa del film catastrofico
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In una ripresa fatta da un parto sopra Roma si intravede sullo sfondo il Monte Pellecchia striato di neve come era a Febbario 2020 o 2021. Nella scena in cui la Giovinazzo viene quasi stuprata da due nazisti sull’Isola Tiberina uno dei due gli strilla “Non potresti stare qui, c’è il coprifuoco”. Subito dopo l’intero Foro Romano è a disposizione della Troupe per una ripresa in pieno giorno in cui non si vede anima viva tranne gli attori. C’era davvero il coprifuoco e Mainetti, lo stesso di Jeeg Robot, approfitta del Lock-down per fare riprese in una Roma deserta. Poi ecco la meravigliosa scienza del Zirkus Berlin di una magnificenza estetica e di una bellezza musicale che vengono in mente Zeffirelli oppure Visconti ed il suo Ludwig.
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In una ripresa fatta da un parto sopra Roma si intravede sullo sfondo il Monte Pellecchia striato di neve come era a Febbario 2020 o 2021. Nella scena in cui la Giovinazzo viene quasi stuprata da due nazisti sull’Isola Tiberina uno dei due gli strilla “Non potresti stare qui, c’è il coprifuoco”. Subito dopo l’intero Foro Romano è a disposizione della Troupe per una ripresa in pieno giorno in cui non si vede anima viva tranne gli attori. C’era davvero il coprifuoco e Mainetti, lo stesso di Jeeg Robot, approfitta del Lock-down per fare riprese in una Roma deserta. Poi ecco la meravigliosa scienza del Zirkus Berlin di una magnificenza estetica e di una bellezza musicale che vengono in mente Zeffirelli oppure Visconti ed il suo Ludwig. Ma non è l’unica citazione. Il ventilatore sul soffitto con i raggi di luce che lo attraversano riporta a Blade Runner, Santamaria coperto di peli a Guerre Stellari, la scena in cui Kesserling entra al Zirkus Berlin ed i corpi dei nazisti bruciati dalla Giovinazzo ai Predatori dell’arca perduta, il corpo elettrico della Giovinazzo ed i suoi tocchi luminosi a E.T.. Insomma Mainetti Ibrida e mischia tutto: generi, musica, immagini e suoni usando come sfondo una Roma iperbolica, come in Jeeg Robot. All’epoca lanciò la Pastorelli adesso tocca alla Giovinazzo, una ragazzina con poteri magici, incapace di fare male, che trasporta con la sua espressività e la sua intensa recitazione. Per il terzo film su Roma a Mainetti consiglierei un catastrofico, sul tipo di Deep Impact o The Day after tomorrow. Potrebbe essere ambientato nel 2050 ed intitolarsi “Climate Change”. Un terribile uragano con venti a 150 kmh rovescia sulla città eterna 500 mm. di pioggia in 24 ore facendo migliaia di morti ed enormi distruzioni. Il catastrofico con effetti speciali in stile americano dovrebbe essere incardinato nella sua consueta ibridazione di stili, con una ironia molto romana e storie umane di uno spessore ben maggiore di quello che capita nei catastrofici americani. Potrebbe andare a prendersi gli Oscar ed avere un successo planetario. Deve solo trovare un produttore disposto a spendere almeno 50 o 100 milioni.
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athos
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mercoledì 3 novembre 2021
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troppa carne al fuoco
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Troppa carne al fuoco di questo film scoppiettante. La guerra, il nazismo, gli ebrei, i partigiani, i fantastici quattro. Un mix di grottesco e buoni sentimenti che regge il ritmo faticosamente. La battaglia finale poi è di una noia mortale. Un'americanata con un pizzico di fantasia italica. Aspetto con fiducia il prossimo film.
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annelies
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mercoledì 3 novembre 2021
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una buona occasione ed intuizione sprecate
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Mi prometto di riguardarlo una seconda volta, per essere sicura di non averlo capito, questo film. Innanzitutto trovo allarmante che si celebri un film sulla base della presunta scarsità di buoni risultati precedenti (che poi ci sarebbe da parlarne, visto che non mi pare il cinema francese si sia sforzato molto di fare il botto ma produce comunque ottimi film senza imitare nessuno e soprattutto senza frignare).
Film accattivante forse fino a metà, dopodiché di una noia mortale, con un finale prevedibilissimo ma purtroppo peggio di quanto preventivato. Lo definirei una specie di fantasy con orientamento splatter che all'ennesima scena con spruzzo di sangue ti fa venire il conato di vomito.
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Mi prometto di riguardarlo una seconda volta, per essere sicura di non averlo capito, questo film. Innanzitutto trovo allarmante che si celebri un film sulla base della presunta scarsità di buoni risultati precedenti (che poi ci sarebbe da parlarne, visto che non mi pare il cinema francese si sia sforzato molto di fare il botto ma produce comunque ottimi film senza imitare nessuno e soprattutto senza frignare).
Film accattivante forse fino a metà, dopodiché di una noia mortale, con un finale prevedibilissimo ma purtroppo peggio di quanto preventivato. Lo definirei una specie di fantasy con orientamento splatter che all'ennesima scena con spruzzo di sangue ti fa venire il conato di vomito. La violenza ed il nudo vanno benissimo, purché non si abusi della pazienza e del cervello dello spettatore. Invece il regista si è fatto prendere la mano da manierismi non sense. Splendida la performance di Franz, il suo talento in questo film vale le due ore spese al cinema. Il resto è una recitazione da Rai fiction, non per colpa degli attori, ma per com'è stato scritto il film, dialoghi e caratterizzazioni inesistenti. Il contrasto è un'arma a doppio taglio e a mio avviso, ha tagliato. Molto. Diciamo che ha ghigliottinato l'idea iniziale. Film ben fatto nei dettagli (ben donde! Milionazzi di euro!),poi gettato alle ortiche con errori madornali di sceneggiatura tutti concentrati nell'ultima mezz'ora di film. Perde totalmente di contenuto, coerenza ed annoia. Peccato.
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joecondor
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martedì 2 novembre 2021
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bellissimo film,,,grande spettacolo
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Grande film di Gabriele Mainetti per grandi che dovrebbero portare i propri figli a vederlo.Una magia di Film che si impatta nel periodo nero del Nazismo e quale film meglio di questo può ai giovani fare luce sugli orrori della guera passata e della piaga del Nazismo, con il divertimento dei SuperEroi.Grande regia e grande script,accompagnato da bellissimi effetti peciali con attori tutti bravissimi dalla eccezionale Aurora Giovinazzo ad un Giorgio Titabassi da lacrime.Assolutamente da vedere un grande spettacolo
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umberto
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martedì 2 novembre 2021
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avengers de noantri!!!
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FREAKS OUT... Dopo lo straordinario "Lo chiamavano Jeeg Robot", film che mi ha fortemente stupito ed entusiasmato, attendevo con ansia questo nuovo film di Gabriele Mainetti. Attesa lunga, ma alla fine ne è valsa la pena. Storia bella, ambientata in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, ma con degli agganci incredibili coi giorni nostri attraverso musiche, oggetti ed eventi che, anche se sembrerebbero molto fuori luogo, risultano in realtà azzeccatissimi. La pellicola è un bellissimo quadro in movimento, con scene e suoni che si amalgamano perfettamente. Oltre a fotografia e sceneggiatura, punto forte è anche la regia con passaggi perfetti tra punti di ripresa all'interno e all'esterno della scena.
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FREAKS OUT... Dopo lo straordinario "Lo chiamavano Jeeg Robot", film che mi ha fortemente stupito ed entusiasmato, attendevo con ansia questo nuovo film di Gabriele Mainetti. Attesa lunga, ma alla fine ne è valsa la pena. Storia bella, ambientata in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, ma con degli agganci incredibili coi giorni nostri attraverso musiche, oggetti ed eventi che, anche se sembrerebbero molto fuori luogo, risultano in realtà azzeccatissimi. La pellicola è un bellissimo quadro in movimento, con scene e suoni che si amalgamano perfettamente. Oltre a fotografia e sceneggiatura, punto forte è anche la regia con passaggi perfetti tra punti di ripresa all'interno e all'esterno della scena. Ma, come nel precedente, una nota particolare va agli effetti speciali, molto naturali e non invasivi che non hanno niente da invidiare alle produzioni americane. Cast superbo in cui spiccano Aurora Giovinazzo e Pietro Castellitto, oltre ad un grande Giorgio Tirabassi.
Voto: 9,5
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mariangela crivena crivena
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lunedì 1 novembre 2021
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davvero è un film italiano?
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Appena ho visto il trailer, ho capito subito che questo film si scollava, e di molto, dai classici film italiani incapaci di intrattenere e assolutamente non esportabili.
Dopo 140 minuti, volati e nemmeno sentiti, devo dire che non mi ero sbagliata. Freak out è un bel film, con un ottimo ritmo e bellissimi effetti speciali. Un film che non è secondo alle pellicole hollywoodiane, ma senza che non le scimmiotta e che mantiene dei personaggi intrisi di italianità, pur avendo le pretese (ben giustificate) di rivolgersi ad un pubblico internazionale.
Insomma, da vedere assolutamente per rimanere stupiti e per una volta, orgogliosi del cinema italiano.
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