Lacci |
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Un film di Daniele Luchetti.
Con Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Italia 2020.
- 01 Distribution
uscita mercoledì 30 settembre 2020.
MYMONETRO
Lacci
valutazione media:
2,87
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L''analisi è perfetta, manca il dopodi no_dataFeedback: 260 | altri commenti e recensioni di no_data |
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martedì 6 ottobre 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Non so perché, per tanto tempo, ho voluto che tu tornassi ma poi l'ho capito. Volevo che tornassi per potermene andare io. Ma poi non l'ho fatto."
Il Film Lacci di Daniele Lucchetti è un pugno nello stomaco, non facile da vedere, doloroso ma necessario. Perché il desiderio di comprendere la realtà e le complesse dinamiche delle relazioni umane riguarda tutti e questo film sono dieci lezioni di psicologia clinica messe insieme.
Crudo, vero, almeno per buona parte, racconta i sentimenti nella loro meschinità, lontano dalla semplificazione e dai luoghi comuni. I personaggi, gli attori sono fantastici, vengono disegnati con tratti marcati, ben riconoscibili. Sta tutto nell'approfondimento psicologico il valore del film che nessuno mai andrebbe a vedere se si limitasse a leggere la sinossi: una coppia si rompe perché lui ha un'altra.
Forse per deformazione professionale, ma giuro non voglio farmi pubblicità occulta, ho visto il fantasma di uno psicoterapeuta aggirarsi per tutta la durata del film. Come se lo sceneggiatori Domenico Starnone e Francesco Piccolo volessero far intendere una condizione esistenziale precisa, o un preciso quadro clinico per usare termini tecnici, e poi raccontarci il suo mettersi in discussione, la sua ricerca, la sua psicoterapia. Ma, come un po' nel film "Assolo", in cui anche, guarda caso, recita Laura Morante, è proprio in questo tentativo che diventa goffo e perde di interesse. La "psicoterapia", mi consento di azzardare di approccio classico, sembrerebbe limitarsi all'analisi, incapace di immaginare una qualsiasi evoluzione.
Manca il gesto: scegliere, con consapevolezza e responsabilità, accettando le conseguenze delle proprie azioni. Scegliere non è accontentarsi, è SCEGLIERE. Il protagonista, con una dinamica ampiamente analizzata in questi tempi in cui va di moda parlare di disturbi narcisistici, non vuole e non riesce a scegliere ed a tratti è disturbato anche nella fase precedente: la valutazione dei pro e dei contro.
Non sceglie ed è questa la sua malattia; si lascia trascinare dagli eventi, tira i remi in barca e si lascia portare dalla corrente. Interessante e piacevole sicché non arriva una cascata.
Consigliato anche a chi sogna il principe/la principessa azzurra sotto una campana di vetro ed è ora che si svegliasse, aprisse gli occhi ed iniziasse a muoversi li fuori, nel mondo reale, dove le relazioni, in cui tutti siamo irrimediabilmente immersi, sono difficili e complicate, sempre, ed ognuno mentre le gestisce è SOLO.
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