Marco Bolsi
Sentieri Selvaggi
È un invito ad ascoltare quello che ci viene fatto da Michele Pennetta ne Il mio corpo, presentato in anteprima italiana ad Alice nella città e vincitore del premio Raffaella Fioretta. Ascoltare cosa? Innanzitutto ciò che non si può percepire direttamente, un linguaggio che scorre al di sotto della parola e che riempie con la sua presenza tangibile lo spazio circostante arrivando a saturarlo: sono i corpi di Oscar, un bambino cresciuto troppo in fretta, e di Stanley, un ragazzo nigeriano accolto da una Sicilia che non vuole più lasciarlo andar via; sono i loro silenzi sostenuti, i loro sguardi che fuggono verso una linea di confine che non vediamo o di cui è impossibile immaginare la fine. [...]
di Marco Bolsi, articolo completo (2833 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 25 ottobre 2020