Oscar e Stanley, corpi giovani da lavoro: ma il futuro dov'è?
di Gabriele Porro Cult Week
Ha osservato giustamente Peter Bradshaw su The Guardian (il film è uscito a Londra a dicembre, e non è l'unica apparizione internazionale, ai festival e in sala, con molti elogi, dopo il premio all'ultima Festa di Roma) che ci sono almeno due spiegazioni, e abbastanza opposte, del titolo che il 37enne regista varesino Michele Pennetta, da qualche tempo trapiantato in Svizzera, ha voluto dare a Il mio corpo, il suo secondo film, ambientato come il primo (Pescatori di corpi, 2016, che raccontava di pescatori catanesi e immigrati, tra naufragi e malavita) nella Sicilia degli ultimi, in senso materiale ed esistenziale. [...]
di Gabriele Porro, articolo completo (4556 caratteri spazi inclusi) su Cult Week 4 marzo 2021