Perfect 10

Leigh è una quindicenne che ha perso la madre e vive con un padre che non si cura di lei. La sua vita è tenuta insieme dalla passione per la ginnastica artistica, dalla disciplina che richiede, dall’attenzione che la sua insegnante le riserva anche a costo di indispettire la compagne. Un giorno, Leigh si trova in casa un fratellastro di cui non conosceva l’esistenza, di nome Joe, che si guadagna da vivere rubando motociclette. All’inizio lo rifiuta, ma poi la sua compagnia le apre un mondo nuovo, in cui non è più sola. La allontana, però, dalla ginnastica e da una vita al riparo dalla delinquenza.

Perfect Ten è un dramma giovanile low-budget sulle famiglie disfunzionali, con al centro una protagonista che incarna perfettamente nel corpo e nello spirito l’età di mezzo, situata tra la morbidezza e le regole dell’infanzia e la tentazione e i facili entusiasmi del richiamo dell’età più adulta.

A convincere soprattutto la relazione tra fratello sorella, lontana dagli stereotipi, credibile e umana nelle sue sfaccettature. Questo è anche l’aspetto che intercetta più da vicino il modello di Andrea Arnold (e di Fish Tank in particolare) che aleggia su tutto il film. La vicenda è ancora troppo esile e le componenti di scrittura e interpretazione ancora troppo acerbe per avvicinarsi da vicino a un modello di tale levatura, ma la scozzese Eva Riley dimostra comunque di saper trarre molto da poco e confeziona un buon debutto, sotto il segno, quantitativamente e ideologicamente sempre più importante, del coming of age al femminile.

Perfect Ten inquadra una breve ma incisiva tranche de vie, sceglie con precisione il tono del racconto, improntato al realismo, ma senza escludere la bellezza, e fotografa un momento di transizione, compreso tra il punto in cui la protagonista volteggia a testa in giù, avendo perso la sua dirittura emotiva, e quello in cui la sua abilità nella ginnastica torna ad essere motivo di orgoglio per qualcuno, e allora l’assenza della madre pesa un po’ meno e Leigh può rimettersi in piedi e guardare con ritrovata sicurezza diritto di fronte a sé.

Non esordisce con questo film solo la regista, ma anche la giovanissima protagonista, Frankie Box, il cui sguardo aperto alla vita e alla forza d’animo che richiede, s’impone all’obiettivo della cinepresa e al dialogo con lo spettatore meglio di tante parole. 