I figli del fiume giallo

Una storia dolceamara che attraversa il tempo e la Cina: la storia di una donna che si mette in viaggio per ritrovare il suo uomo fuggito vigliaccamente. Un capolavoro.

Solo Zhangke può raccontare 15 anni di Cina con spessore e forza narrativa di questo calibro. Supportato anche da attori nella forma della vita, il regista cinese sforna un altro capolavoro epocale.

Capilavoro epocale imperdibile

Girato nel corso di 17 anni con la maestria di un regista ormai tra i migliori (se non il migliore) viventi e con alla base una sceneggiatura impeccabile. Capolavoro.

Un capolavoro meraviglioso e malinconico sulle note di Sally Yeh. 

É bello come Jia Zanghke riesca a esprimersi e a dare la luce alla sua arte tra finzione e documentario in un paese dove non è sempre facilissimo poter dire la propria e muovere un certo tipo di critica. Ma lui lo fa sempre con una grazia e una forza narrativa senza eguali. 
Film assolutamente da non perdere. 

Già alla prima visione del film si può gridare tranquillamente al capolavoro. E invecchia come il vino. 

Rapporti umani che nascono e si dissolvono tra i bassifondi di una Fenyang in mutamento che si fa più universalmente CINA. Tutto catturato con la solita impeccabile maestria dai movimenti di macchina di Jia Zhangke che ci regala ancora una volta un grande spunto di riflessione su temi quali la criminalità, l'amore e la globalizzazione.

Fratello Bin predica lealtà e correttezza ma poi fugge dopo che la fidanzata Qiao si sacrifica per lui facendosi la galera per i suoi crimini. Qiao lo cerca in un paese sconfinato ma quando lo ritrova Bin non ne vuole più sapere. Un film così visivo ed emozionante da entrare di diritto tra le migliori pellicole di tutti i tempi già al suo rilascio in sala. Recuperatelo se non lo avete già fatto perché è puro cinema, come tutto quello che gira Zhang-Ke.

Difficile da descrivere a parole: vedetelo e rivedetelo è il mio consiglio.