I figli del fiume giallo |
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Un film di Jia Zhangke.
Con Zhao Tao, Liao Fan, Zheng Xu, Casper Liang, Feng Xiaogang.
continua»
Titolo originale Jianghu ernü.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 141 min.
- Cina, Francia, Giappone 2018.
- Cinema
uscita giovedì 9 maggio 2019.
MYMONETRO
I figli del fiume giallo ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Il grande paese sulle onde della Storia
di Emiliano Morreale La Repubblica
Presentato al festival di Cannes dell'anno scorso, I figli del Fiume Giallo è il nuovo grande film di uno dei grandi registi contemporanei. Attraverso le sue opere negli ultimi vent'anni Jia Zhangke ha raccontato la mutazione della Cina (come a dire: il cuore della nostra storia globale) attraverso drammi personali, sfiorando i vari generi in opere di grande respiro. E in questo caso fa una sorta di riepilogo del proprio cinema: anche alla lettera, perché utilizza a volte riprese girate in vari momenti della sua carriera, e abilmente mescolate, come a creare una invisibile stratificazione. Anche la vicenda ripercorre atmosfere dei suoi lavori precedenti: la protagonista Qiao (la grandissima Zhao Tao, moglie di Jia nella vita) fa la ballerina ed è la compagna di un boss per salvare a quest' ultimo la vita, spara in aria durante una rissa. Finisce in carcere e quando esce trova il mondo intorno completamente cambiato, a cominciare dall'amato. Uno spunto da noir (come in un altro film di Jia Zhangke, Il tocco del peccato) vira al mélo (come il penultimo suo lavoro, Al di là delle montagne) ma pieno di divagazioni, incontri, episodi collaterale che, sommati, costituiscono il senso dell'opera e la fanno lievitare alle dimensioni di un grande romanzo che copre due decenni di storia, dal 2001 al 2018. Tra questi momenti, spesso memorabili, spiccano le parentesi tipiche del regista con brani di musica pop (qui i Village People e la cantante cantonese Sally Yeh), più malinconiche che ironiche, come un ballo incosciente e leggero ai bordi di cambiamenti epocali. Allo stesso modo, sfondo e primo piano si scambiano idealmente i ruoli all'interno dell'inquadratura. Protagonisti diventano i luoghi mutanti attraversati dai personaggi: le città, i villaggi, le imbarcazioni, la diga delle Tre Gole (già al centro, fra l'altro, di Still Life, Leone d'oro a Venezia nel 2006) si impongono con un'evidenza assoluta, attraversati dalla macchina da presa di ieri e di oggi. E il film, oltre che un dramma umano reso con autenticità, diventa una riflessione sullo spazio e sul tempo, radicata nella storia.
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