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sabato 4 novembre 2017
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un'occasione perduta
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Il film non rende assolutamente lo spessore del personaggio di Fenoglio. È filologicamente poco curato e l'accento romanesco stride nel contesto. Peccato!
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nanni
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venerdì 3 novembre 2017
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una questione privata
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Il film è tratto da quello che comunemente è considerato il romanzo più bello di Beppe Fenoglio. Il partigiano Milton, innamoratissimo di Fulvia, è anche legato da una fraterna amicizia a Giorgio, sospettato però di aver avuto una relazione con lei. La gelosia di Milton diventerà ossessione dentro la quale le azioni quotidiane della lotta partigiana si confonderanno e si trasformeranno in larga parte in "Una questione privata". L'intreccio e la confusione, sempre in agguato, tra i vari piani della vita, tanto efficace nel romanzo, si smarrisce, invece, nella riscrittura dei Taviani. Film noiosissimo e (fatto salvo Marinelli) mal recitato.
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Il film è tratto da quello che comunemente è considerato il romanzo più bello di Beppe Fenoglio. Il partigiano Milton, innamoratissimo di Fulvia, è anche legato da una fraterna amicizia a Giorgio, sospettato però di aver avuto una relazione con lei. La gelosia di Milton diventerà ossessione dentro la quale le azioni quotidiane della lotta partigiana si confonderanno e si trasformeranno in larga parte in "Una questione privata". L'intreccio e la confusione, sempre in agguato, tra i vari piani della vita, tanto efficace nel romanzo, si smarrisce, invece, nella riscrittura dei Taviani. Film noiosissimo e (fatto salvo Marinelli) mal recitato. Ciao nanni
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flyanto
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venerdì 3 novembre 2017
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l'amore e la guerra
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Tratto liberamente dal romanzo omonimo di Beppe Fenoglio, "Una Questione Privata" dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani è presente ora nelle sale cinematografiche italiane. Ambientato nelle montagne piemontesi, tra un gruppo di partigiani, all'epoca della Seconda Guerra Mondiale, il film racconta in pratica l'ossessione amorosa che un giovane studente ha per una sua più o meno coetanea molto bella che gli ha presentato un suo carissimo amico d'infanzia. Quando la suddetta ragazza ritorna nella sua città di Torino dalla campagna dove era sfollata e dove nel frattempo aveva trascorso settimane insieme ai due ragazzi, il protagonista, venuto anche a conoscenza di una probabile relazione sentimentale tra l'amico e la giovane, decide, roso dalla gelosia, di andare alla ricerca del ragazzo per un chiarimento.
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Tratto liberamente dal romanzo omonimo di Beppe Fenoglio, "Una Questione Privata" dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani è presente ora nelle sale cinematografiche italiane. Ambientato nelle montagne piemontesi, tra un gruppo di partigiani, all'epoca della Seconda Guerra Mondiale, il film racconta in pratica l'ossessione amorosa che un giovane studente ha per una sua più o meno coetanea molto bella che gli ha presentato un suo carissimo amico d'infanzia. Quando la suddetta ragazza ritorna nella sua città di Torino dalla campagna dove era sfollata e dove nel frattempo aveva trascorso settimane insieme ai due ragazzi, il protagonista, venuto anche a conoscenza di una probabile relazione sentimentale tra l'amico e la giovane, decide, roso dalla gelosia, di andare alla ricerca del ragazzo per un chiarimento. Verificherà in prima persona gli orrori della guerra e la propria drammatica situazione personale.
Un film molto breve (nemmeno 90 minuti) e delicato nella sua tematica che pone in evidenza i sentimenti in netta contrapposizione agli orrori della guerra. All' amore ed affetto sincero, misto anche ad una giustificata gelosia e ad un lieve rancore nei confronti dell'amico da cui il protagonista si sente quasi "tradito", via via che la storia si dispiega si manifestano sempre più eclatanti le brutture, la violenza e la miseria del conflitto che i fratelli Taviani, anzi Paolo, (perchè Vittorio ha contribuito solo alla sceneggiatura) ha rappresentato sullo schermo con i soliti rigore, lucidità e realismo tipici dei suoi films. Il film in sè non aggiunge nulla di nuovo ad altre pellicole precedenti trattanti svariate tematiche relative al secondo conflitto mondiale ma ciò nonostante quest'opera è apprezzabile soprattutto come esempio di buon cinema o, meglio, come una lezione di regia perfetta. Vale solo tutto il film la sola brevissima e toccante scena della bambina che si alza a prendere l'acqua a cui hanno sterminato l'intera famiglia. Bravo Marinelli nella parte del protagonista un poco idealista, innamorato e puro di sentimenti.
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pier71
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giovedì 2 novembre 2017
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taviani pietà
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Ma se questa questione privata fosse rimasta davvero privata no, tipo una questione tra i Fratelli Taviani, a casa loro, tra i loro divani, ecco, non sarebbe stato meglio per tutti gli esseri umani?
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catapulta
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giovedì 2 novembre 2017
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sì per il tema, così-così per il resto
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Opportuno riportare sul grande schermo il tema della lotta partigiana e del riscatto morale degli italiani (una parte di essi) in una fase storica di accantomamento di quei valori. Apprezzabili alcune scene di spessore cinematografico come quelle della desolazione e la miseria delle campagne o dell'incontro fugace di Milton con i genitori. Ma è tutto qui, anche se per quanto scritto nella prima frase potrebbe essere già tanto. A questo punto del commento potrei dare 5 stelle al film. Tuttavia proseguo criticando una recitazione troppo scarsa e alcune scene patetiche come quella della bambina che dopo aver bevuto un bicchier d'acqua si accosta ai familiari uccisi, oppure la rappresentazione macchiettistica dei fascisti.
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Opportuno riportare sul grande schermo il tema della lotta partigiana e del riscatto morale degli italiani (una parte di essi) in una fase storica di accantomamento di quei valori. Apprezzabili alcune scene di spessore cinematografico come quelle della desolazione e la miseria delle campagne o dell'incontro fugace di Milton con i genitori. Ma è tutto qui, anche se per quanto scritto nella prima frase potrebbe essere già tanto. A questo punto del commento potrei dare 5 stelle al film. Tuttavia proseguo criticando una recitazione troppo scarsa e alcune scene patetiche come quella della bambina che dopo aver bevuto un bicchier d'acqua si accosta ai familiari uccisi, oppure la rappresentazione macchiettistica dei fascisti. Inoltre, il filone principale del film ( la ricerca della verità sulla relazione fra la ragazza cui Milton è innamorato e l'amico Giorgio) è sviluppata con una caratura di ossessione che un po' stanca la visione.
In fondo si è visto di molto peggio sul grande schermo anche da parte di "mostri sacri", ma ci si poteva aspettare di meglio. Così me la cavo con 3 stelle.
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goldy
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mercoledì 1 novembre 2017
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recitazione inaccettabile
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Temo che il fratello che non ha firmato la regia possa averlo fatto per dissentire dalla recitazione improponibile, dai tempi senza ritmo, dalla narrazione che è piatta come una lastra di marmo e come questa è fredda.
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kimkiduk
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domenica 29 ottobre 2017
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sempre loro i taviani
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Essere in sala a Roma con Marinelli e Paolo Taviani non lascia indifferenti per chi ama questo genere di film.
Cinema all'antica di altri tempi, senza spettacolarizzazioni, trucchi, computer vari. Ma all'antica non vuol dire brutto, vuol dire arte in questo caso.
Il tema è classico, anche se la sceneggiatura non è originale ma tratta da un libro, si parla di partigiani fascismo e liberazione, con l'aggiunta della storia d'amore, che forse ha il sapore dell'amore della libertà. Fulvia tornerà dopo la guerra? Te che hai studiato quando finirà la guerra? Resta vivo per piacere, dopo la fine sarà divertente esserci.
Tutto sa di speranza, di futuro, ma tutto finisce prima del futuro, come dire che le congiunzioni "ma e se" ancora non hanno risposta.
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Essere in sala a Roma con Marinelli e Paolo Taviani non lascia indifferenti per chi ama questo genere di film.
Cinema all'antica di altri tempi, senza spettacolarizzazioni, trucchi, computer vari. Ma all'antica non vuol dire brutto, vuol dire arte in questo caso.
Il tema è classico, anche se la sceneggiatura non è originale ma tratta da un libro, si parla di partigiani fascismo e liberazione, con l'aggiunta della storia d'amore, che forse ha il sapore dell'amore della libertà. Fulvia tornerà dopo la guerra? Te che hai studiato quando finirà la guerra? Resta vivo per piacere, dopo la fine sarà divertente esserci.
Tutto sa di speranza, di futuro, ma tutto finisce prima del futuro, come dire che le congiunzioni "ma e se" ancora non hanno risposta.
L'amore è quello che trascina tutto, per la libertà, per la donna amata, per la vittoria finale, per la giustizia, per l'ideale, ma ha bisogno della speranza, di crederci o niente ha senso.
Per questo, per una frase, per sapere la verità Milton mette in gioco tutto, la sua vita e quella degli altri.
Film bellissimo fatto da orafi del cinema, artigiani della purezza, e da un Marinelli ancora all'altezza insieme ad una ottima Bellé, anche se i personaggi sono messi in penombra rispetto al valore della storia.
Vale la pena vederlo solo per due o tre perle di assoluto cinema del realismo ..... per chi lo vedrà ricordatevi di una bambina che beve (non posso dire altro) per una scena di assoluto valore cinematografico.
Ultime due considerazioni:
1) Il film non avrà il successo che merita, sia per il tema trattato, ormai purtroppo dimenticato, sia per il modo di fare cinema ormai solo di pochi autentici "vecchi" registi.
2) Marinelli per diventare davvero il migliore in Italia dovrà fare un film in America.
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l''inquilinadelterzopiano
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sabato 28 ottobre 2017
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né guerra né amore nella questione dei taviani
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Si intitola Una questione privata l’ultimo film dei fratelli Taviani presentato il mese scorso al Toronto International Film Festival e ieri sera alla Festa del Cinema di Roma.
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Si intitola Una questione privata l’ultimo film dei fratelli Taviani presentato il mese scorso al Toronto International Film Festival e ieri sera alla Festa del Cinema di Roma. Tratta dall’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio, la pellicola narra l’amore tormentato di un partigiano soprannominato Milton (Luca Marinelli) nei confronti di Fulvia (Valentina Bellè), ma alla ragazza piace civettare sia con lui che con il suo migliore amico Giorgio (Lorenzo Richelmy).
La storia comincia nella nebbia, metafora dell’incertezza e del dubbio che abitano e offuscano la mente di Milton. Siamo nell’estate del 1943 in piena Resistenza ma Una questione privata, come dice il titolo, non parla della guerra, e quando lo fa risulta vacillante e fuori luogo: si veda, ad esempio, la sequenza della fucilazione da parte dei fascisti o, ancora più esemplare, la scena di una bambina che si stende affianco al cadavere della madre, in mezzo ad altri cadaveri a terra, l’inquadratura è decentrata e il punto di vista interno a una casa vuota verte verso i cadaveri all’esterno. Sono immagini e ambientazioni molto tarkoskijane, si pensi a Lo specchio, a L’infanzia di Ivan, ma in altri momenti anche al vapore della grande vasca termale di Nostalghia e alle radure di Stalker.
Peccato che la storia di Una questione privata narri tutt’altro rispetto agli intendi filosofici di Andrej Tarkoskij, pur ostinandosi a mescolare la guerra e questi paesaggi rurali desolati a questa questione privata, questo amore e questa passione che mai si vedono né percepiscono, probabilmente più un’ossessione, o forse appunto solo una “questione”, la cui incertezza logora via via la sanità mentale di Milton. E forse starebbe qui l’unico, ahimè non sfruttato, legame con la guerra, anziché nelle sporadiche e decontestualizzate scene di fascisti e partigiani, difatti infinite comparse che si incontrano e scontrano, si inseguono, scappano e ogni tanto si ammazzano anche.
In realtà ci viene detto poco e niente anche su Milton, per non parlare di Fulvia e Giorgio, personaggi privi soprattutto di spessore psicologico. C’è solo questa questione che funge da motore d’azione per una pellicola che continua ad avanzare meccanicamente in una successione di sequenze appiccicate. Se è vero che non si parla veramente di guerra è vero anche che, per tutto il film, lo spettatore resta estraneo, letteralmente al di fuori, dalla “questione privata” di Milton. Neanche la musica (di Franco Brogi Taviani) riesce a dare pathos e omogeneità alla vicenda, compreso il leitmotiv di Over The Rainbow che risulta piuttosto ridondante e fastidioso.
Martina Cancellieri
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l''inquilinadelterzopiano
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sabato 28 ottobre 2017
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né guerra né amore nella questione privata dei taviani
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Si intitola Una questione privata l’ultimo film dei fratelli Taviani presentato il mese scorso al Toronto International Film Festival e ieri sera alla Festa del Cinema di Roma. Tratta dall’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio, la pellicola narra l’amore tormentato di un partigiano soprannominato Milton (Luca Marinelli) nei confronti di Fulvia (Valentina Bellè), ma alla ragazza piace civettare sia con lui che con il suo migliore amico Giorgio (Lorenzo Richelmy).
La storia comincia nella nebbia, metafora dell’incertezza e del dubbio che abitano e offuscano la mente di Milton. Siamo nell’estate del 1943 in piena Resistenza ma Una questione privata, come dice il titolo, non parla della guerra, e quando lo fa risulta vacillante e fuori luogo: si veda, ad esempio, la sequenza della fucilazione da parte dei fascisti o, ancora più esemplare, la scena di una bambina che si stende affianco al cadavere della madre, in mezzo ad altri cadaveri a terra, l’inquadratura è decentrata e il punto di vista interno a una casa vuota verte verso i cadaveri all’esterno.
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Si intitola Una questione privata l’ultimo film dei fratelli Taviani presentato il mese scorso al Toronto International Film Festival e ieri sera alla Festa del Cinema di Roma. Tratta dall’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio, la pellicola narra l’amore tormentato di un partigiano soprannominato Milton (Luca Marinelli) nei confronti di Fulvia (Valentina Bellè), ma alla ragazza piace civettare sia con lui che con il suo migliore amico Giorgio (Lorenzo Richelmy).
La storia comincia nella nebbia, metafora dell’incertezza e del dubbio che abitano e offuscano la mente di Milton. Siamo nell’estate del 1943 in piena Resistenza ma Una questione privata, come dice il titolo, non parla della guerra, e quando lo fa risulta vacillante e fuori luogo: si veda, ad esempio, la sequenza della fucilazione da parte dei fascisti o, ancora più esemplare, la scena di una bambina che si stende affianco al cadavere della madre, in mezzo ad altri cadaveri a terra, l’inquadratura è decentrata e il punto di vista interno a una casa vuota verte verso i cadaveri all’esterno. Sono immagini e ambientazioni molto tarkoskijane, si pensi a Lo specchio, a L’infanzia di Ivan, ma in altri momenti anche al vapore della grande vasca termale di Nostalghia e alle radure di Stalker.
Peccato che la storia di Una questione privata narri tutt’altro rispetto agli intendi filosofici di Andrej Tarkoskij, pur ostinandosi a mescolare la guerra e questi paesaggi rurali desolati a questa questione privata, questo amore e questa passione che mai si vedono né percepiscono, probabilmente più un’ossessione, o forse appunto solo una “questione”, la cui incertezza logora via via la sanità mentale di Milton. E forse starebbe qui l’unico, ahimè non sfruttato, legame con la guerra, anziché nelle sporadiche e decontestualizzate scene di fascisti e partigiani, difatti infinite comparse che si incontrano e scontrano, si inseguono, scappano e ogni tanto si ammazzano anche.
In realtà ci viene detto poco e niente anche su Milton, per non parlare di Fulvia e Giorgio, personaggi privi soprattutto di spessore psicologico. C’è solo questa questione che funge da motore d’azione per una pellicola che continua ad avanzare meccanicamente in una successione di sequenze appiccicate. Se è vero che non si parla veramente di guerra è vero anche che, per tutto il film, lo spettatore resta estraneo, letteralmente al di fuori, dalla “questione privata” di Milton. Neanche la musica (di Franco Brogi Taviani) riesce a dare pathos e omogeneità alla vicenda, compreso il leitmotiv di Over The Rainbow che risulta piuttosto ridondante e fastidioso.
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